NICERATO (Νικήρατος, Niceratus)
Figlio di Euctemone, scultore ateniese: così ci è noto da una base firmata di Pergamo, e da Taziano (Contra Graecos, 53), che gli attribuisce la statua in bronzo di Claucippe, "madre d'un elefante" secondo una storiella popolare di Roma, già nota a Plinio (Nat. Hist., VII, 34); questi spiegava in tal modo la figura dell'animale posto accanto a quella femminile nel teatro di Pompeo. A Delo il nome di N. si legge su frammenti del basamento di più statue dedicate per una vittoria di Filetero, fratello d'Eumene II (197-159 a. C.), sui Celti d'Asia, verso il 180 o 170 a. C., e sopra un'altra base che l'artista firmò con Firomaco. Ciriaco d'Ancona conobbe pure una firma a Pergamo, pertinente ad una statua dello stesso Eumene. Plinio (l. c., 34, 80 e 88) ascrive a N. atleti, filosofi, ricordando simulacri di Esculapio e Igea, nel tempio della Concordia al Foro Romano; Alcibiade e sua madre Demarate che celebra un sacrificio con faci accese (forse un rilievo). Taziano (l. c., 52, cfr. Pausania, II, 20, 8) accenna alla figura di Telesilla, poetessa d'Argo vissuta verso la fine del sec. VI a. C. Quando la paternità non è indicata, vi può essere qualche caso d'omonimia.
Bibl.: M. Bieber, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931, p. 474 (con la bibl. precedente).