NICETA vescovo di Remesiana, santo
Era già vescovo di Remesiana (odierna Bela-Palanka, circa 30 km. a SE. di Niš) nella Dacia inferiore, verso il 366-367. Era ancora vivo nel 414. Per due volte ebbe occasione di visitare a Nola Paolino (la seconda volta verso il 400), dal quale siamo anzi informati sulla vasta opera di evangelizzazione compiuta da N. nella regione danubiana - anche fuori dei limiti della sua circoscrizione episcopale - specialmente in quelle zone dove, a causa delle invasioni barbariche, era più copioso l'elemento pagano. Ma, oltre che per questa attività di missionario, N. è assai noto per la sua opera di scrittore, faticosamente ricostruita dalla critica filologica moderna.
Da Gennadio sappiamo che N. scrisse due opere catechetiche: un Libellus ad virginem lapsam (identificato dai più in un sermone pseudoambrosiano e da G. Morin in una Epistula ad virginem lapsam da lui rintracciata) e sei libelli d'istruzione ai candidati al battesimo. Di essi, sulla scorta di Gennadio, si sono potuti raccogliere - per quanto permanga più di un'incertezza - numerosi frammenti: soprattutto notevole il libello VI De explanatione Symboli che ha grande interesse per la storia del Simbolo in quanto è una delle prime testimonianze certe del comma riguardante la comunione dei santi. Sono inoltre attribuiti a N. un trattato De divinis appellationibus e due sermoni De vigiliis servorum Dei e De psalmodiae bono (meglio De utilitate himnorum). Ma lo scritto universalmente noto di N. è il Te Deum laudamus attribuito a N. da una dozzina di manoscritti e oggi - specialmente dopo gli studî di A. E. Burn - anche dalla maggioranza degli studiosi.
Bibl.: A. E. Burn, Niceta of Remesiana, Cambridge 1905 (con la migliroe ed. dei testi); id., The hymnet "Te Deum" and its author, Londra 1926; W. A. Patin, N. Bischof von R., Monaco 1909; C. H. Turner, in Journal of theol. studies, XXII (1920-21), pp. 305-320 (con un'ottima ed. dei sermoni); J. Zeiller, Les origines chrétiennes dans les provinces danubiennes, Parigi 1918.