AMATI, Nicola (Nicolò, Nicolao)
Liutaio, il più illustre rappresentante della sua famiglia. Nacque a Cremona il 3 dic. 1596,quinto figlio di Gerolamo e della sua seconda moglie Laura de Medicis Lazzarini. Dei numerosi documenti d'archivio rintracciati dal Bonetti che lo riguardano, purtroppo nessuno si riferisce alla sua attività di liutaio. Sappiamo che egli sposò - testimone alle sue nozze fu l'allievo prediletto Andrea Guarnieri - il 23 maggio 1645 Lucrezia de Paleari (Pagliari) ed ebbe da lei 9 figli: Gerolamo Francesco, Teresa, Girolamo, Teresa, Giovanni Battista (morto a pochi mesi), Anna Maria, Giovanni Battista (che divenne poi sacerdote), Giuseppe, Eufrosia Scolastica. L'A., che viveva anche con la sorella Elisabetta, fece tre testamenti: il primo il 18 dic. 1646, il secondo il 3 dic. 1678, il terzo infine, che annulla i due precedenti, il 16 luglio 1682; in quest'ultimo nomina erede unico Ieronimo (Girolamo). Ciò è facilmente spiegabile se si pensa che dei suoi figli solo Girolamo si dedicò all'arte paterna. Morì a Cremona il 12 apr. 1684 all'età di ottantott'anni.
Che l'A., nonostante la sua indubbia genialità, non desiderasse distaccarsi dalle tradizioni della sua famiglia e seguisse le tracce del padre e dello zio pare che risulti anche evidente dalle etichette dei suoi violini, ove spesso, accanto al suo nome, leggiamo: "Filius Hieronimi ac Antonii nepos".Tuttavia, la virtuosità che avevano raggiunta ormai i violinisti della sua epoca fece certamente sentire all'A. l'esigenza di ottenere nei suoi strumenti una maggiore potenza e pienezza di suono che non soffocasse, ma si accompagnasse a quella dolcezza e soavità che era stata vanto dei suoi avi. E attraverso la volta, elevata al centro, ma che si abbassa decisamente nella incavatura, egli ottenne una sonorità, anche se non molto ampia, certo singolarmente limpida e argentina. I "Grandi Amati" -così vennero chiamati i suoi più perfezionati violini -sono opere di squisita fattura in cui egli raggiunse una straordinaria purezza di stile, risultante dagli angoli slanciati, dai bordi fini e leggeri, dalla testa finemente intagliata, dalla chiocciola tortuosa, dalle ff slanciate, infine dalla splendida vernice di un giallo dorato con riflessi brunastri, molto trasparente e lucentissima.
La sua fama, indubbiamente giustificata, data la perfezione dei numerosi strumenti che egli costruì durante una vita lunga ed eccezionalmente operosa è dovuta anche all'essere egli stato maestro di allievi geniali. È da scartare tuttavia l'ipotesi, talvolta formulata, che i suoi allievi (dei quali alcuni eguagliarono poi, se non addirittura superarono, la fama del loro condiscepolo Girolamo, figlio di Nicola) fossero stati essi stessi gli ideatori e realizzatori di strumenti che portarono poi il nome del loro maestro. Se indubbiamente i discepoli migliori, attratti dalla fama incontrastata di cui godeva l'A., frequentarono a lungo la sua bottega e contribuirono certo attivamente alla costruzione dei suoi violini più perfetti (che sono generalmente quelli dell'ultimo ventennio della vita del maestro, quindi di quando era già vecchio), tuttavia le etichette "Sub disciplina Nicolai Amati, in eius officina Cremonae" mostrano chiaramente che, nelle intenzioni dell'A., non dovessero venire confusi i violini fabbricati interamente nella sua bottega dai discepoli con gli strumenti Amati. Tra questi allievi ricordiamo soprattutto Andrea Guarnieri (capostipite di una famiglia di liutai cremonesi che non si rivelò certo inferiore alla famiglia Amati), Francesco Ruggeri (che aprì una propria bottega pure a Cremona), Paolo Grancino (figlio del liutaio Andrea che svolse poi la sua attività in Milano) e, molto presumibilmente, il più grande di tutti, Antonio Stradivari.
Bibl.: G. de Piccolellis, Liutai antichi e moderni,Firenze 1885, pp. 11-13, 121-126; Id., Genealogia degli Amati e dei Guarnieri. Note aggiunte,Firenze 1886, pp. 17-19; W. Hill, Antoine Stradivarius, sa vie et son oeuvre,Paris-Londres 1907, pp. 31-35, 38, 39, 40, 47; G. Strocchi, Liuteria. Storia ed arte...,Lugo 1937, pp. 280-282; C. Bonetti, La genealogia degli Amati liutai e il Primato della scuola liutistica cremonese,Cremona 1938, pp.30-33; F. Farga, Storiadel violino,Milano 1942, pp. 58 s.; R. Vannes, Dict. univ. des luthiers,Bruxelles 1951, p. 7; F. Niederheitmann-A. Beer, Cremona. Eine Charakteristik der italienischen Geigenbauer und ihrer Instrumente,Frankfurt am Main 1956, pp. 88-89; K. Jalovec, Italienische Geigenbauer,Prag 1957, pp. 32, 49; Die Musik in Geschichte und Gegenwart,I, coll. 406 s.; G. Grove's Dict. of music and musicians,I, London 1954, p. 132.