BAMMACARO, Nicola
Nacque a Napoli nella prima metà del sec. XVIII; nel 1746 era professore straordinario di filosofia nell'università di Napoli e faceva parte dell'effimera accademia istituita da Celestino Galiani.
Nel 1746 dette alle stampe un primo opuscolo sulla natura dell'aria, nel quale esponeva la dottrina implicitamente contenuta nell'opera Dell'aria e de' morbi dall'aria dipendenti (2 voll., Napoli 1746-1749) del medico suo amico Giuseppe Mosca, della quale egli indicava i possibili sviluppi.
Un successivo volumetto sulle forze elettriche, pubblicato due anni dopo come complemento del precedente, gli dette una certa notorietà, sia perché si trattava di uno dei primi libri sull'elettricità pubblicati in Italia, sia per la polemica che ne seguì con l'abate J.-A. Nollet. Questi aveva enunciato nel 1745 la teoria delle effluenze ed affluenze, con la quale spiegava i pochi fenomeni elettrostatici allora noti come dovuti a una materia suigeneris fluida sottilissima, effluente dai corpi elettrizzati ed affluente in essi dai corpi vicini. Il B. ritenne la materia affluente "precaria et ex hypothesi assumta"; secondo lui, esiste la sola materia effluente, che, sprizzata dai corpi elettrizzati, comprime l'aria circostante e quindi si riflette, formando attorno al corpo elettrizzato un'atmosfera elettrica o "vortex aëreus": la forza elastica dell'aria compressa dalla materia effluente spinge i corpicciuoli leggeri verso i corpi elettrizzati. Si spiega così, secondo il B., l'apparente attrazione che la teoria del Nollet attribuiva all'impulso della materia affluente. Il Nollet, nella replica a questa critica (Recherches sur les causes particulières des phénomènes électriques... Paris 1749, pp. 56-75), ribadì la propria teoria dedotta, a suo parere, unicamente dai fenomeni; respinse la teoria del B., perché non si possono concepire gli effluvi elettrici che si riflettono su se stessi e soprattutto perché la teoria non spiegherebbe come mai attrazioni e repulsioni avvengano anche nel vuoto; rimproverò infine il B. di non aver fondato la teoria su esperimenti propri, ma di essersi fidato di quelli altrui. La polemica non ebbe ulteriore risonanza, perché, nell'epoca in cui si svolgeva, tanto la teoria delle effluenze ed affluenze del Nollet quanto la più infelice teoria dei vortici del B. erano superate dalle nuove concezioni di B. Franklin.
Il B. morì a Napoli intorno al 1778.
Scritti: Epistola tentamen de aëre, sive de natura mundi corporei exhibens, Neapoli 1746 (ripubblicato in G. Mosca, Dell'aria e de' morbi dall'aria dipendenti, I, pp. IX-LXIV); Tentamen de vi electrica eiusque phaenomenis in quo aeris cum corporibus universi aequilibrium proponitur..., Neapoli 1748.
Bibl.: Le Journal des Scavants,1749, pp. 459 s.; G. G. Origlia, Istoria dello studio di Napoli, II, Napoli 1754, p. 389; P. Napoli Signorelli, Vicende della cultura nelle due Sicilie, VII, Napoli 1811,p. 59; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch, I, coll. 96, 1532.