BENVENUTI, Nicola (detto Niccolino)
Nacque a Pisa il 10 maggio 1783, figlio dell'organista Santi e di Antonia Maffei. Cenni storico-biografici, pubblicati a Pisa nel 1875, attestano che si applicò, sin da giovane, agli studi letterario-filosofici e che, dopo esser stato istruito alla musica sotto la guida paterna, nel 1808 venne eletto maestro direttore della Cappella della primaziale pisana, e "riportò pure l'onore di essere ascritto, con detto titolo di Maestro di Cappella e Camera, alla Corte di S.A.I. e R. Madama la Granduchessa di Toscana, Elisa, sorella di Napoleone I... quindi nominato, con rescritto sovrano, Maestropianista nel R. Conservatorio di S. Anna e, più tardi, Istruttore della I. e R. Famiglia di Ferdinando III". Invitato a trasferirsi a Firenze, in qualità di direttore della Cappella dei Pitti e di pianista istruttore delle famiglie regnanti dei principi Ferdinando III e Leopoldo II, per due volte declinò la proposta.
Organista, come suo padre, il B. compose un rilevante numero di Inni, Introiti, Responsori, Lamentazioni, Sequenze, Magnificat, Salmi, Vespri, Miserere e Messe, toccando in genere tutte le forme della musica ecclesiastica funzionale (codesta produzione è conservata manoscritta nell'Archivio della Cappella musicale della primaziale di Pisa). Il Gervasoni accenna altresì a musica profana composta dal B. ed eseguita al Teatro di Pisa nel 1806 (Il ratto di Proserpina, cantata a tre voci e cori) e, nel 1810, Arianna e Teseo, azione drammatica su testo poetico di Romolo Niccolini e anche un Werther, "farsa (sic) a sei voci". Infine lo stesso autore fa cenno ad arie, duetti, terzetti "eseguiti in teatro". Per il genere strumentale, si fa menzione di dodici sinfonie orchestrali, di alcune sonate per pianoforte, di variazioni e sonate per organo. Il granduca Ferdinando III, al fine poi di compiacere il B., fece dono all'Opera della primaziale di Pisa di "moltissime partiture di Messe e di Vespri di autori tedeschi", per l'esercizio della scuola della medesima e per uso della chiesa primaziale. Nel 1831, da Parigi, Luigi Cherubini indirizzava al B. una lettera nella quale si esprimeva in termini affatto lusinghieri per un interprete esecutore: "Cherubini si stimerà felice se il Sig. Niccolino Benvenuti ha la compiacenza di percorrere indulgentemente, qualche volta, le di lui composizioni". E in una missiva seguente gli commetteva, in piena fiducia, la concertazione e direzione di proprie opere sacre, per una eventuale esecuzione nel duomo di Pisa.
Per storica obiettività, va altresì aggiunto che Paolo Amatucci, direttore della Cappella del duomo pisano dal 1904 al 1934, nell'esaminare criticamente la varia produzione del B. la giudicava, dal lato chiesastico-funzionale, non conforme ai dettami imposti dalla più recente riforma liturgico-musicale (tanto da essere stata espunta per intero, come risulta dagli stessi registri della Cappella musicale, e quindi esclusa dalle pratiche esecuzioni ecclesiastiche) e dal punto di vista del valore intrinseco musicale, molto poco favorevolmente. Tale giudizio coinciderebbe con quello di altri esperti chiamati a studiare e vagliare l'opera musicale del Benvenuti. Esso risulterebbe, quindi, negativo. È lecito pertanto concludere che, se pur sia rilevabile nel B. la figura del musicista, in quanto studioso conoscitore di musica e, come risulta dalle attestazioni altrui come quella del Cherubini, ottimo esecutore ed interprete, anche se egli sia stato esaltato come genius loci, la figura del compositore-creatore risulterebbe irrilevante.
Il B. morì a Pisa il 14 ag. 1867.
Bibl.: C. Gervasoni, Nuova teoria musicale, Parma 1812, p. 89; F.-J. Fétis, Biogr. univer. des Musiciens, I, Paris 1860, p. 348; C. Schmidl, Diz. univers. dei Musicisti, I, p. 157; Suppl., 82.