NICOLA d'Otranto
Teologo e verseggiatore bizantino. Prese parte come interprete alle trattative dei legati pontifici per l'unione colla chiesa greca svolte a Costantinopoli e a Nicea nel 1205-6 e nel 1214-15.
Nel dogma egli seguiva la chiesa ortodossa; ma riconosceva, come i greci dell'Italia meridionale, il primato del papa ed era un caldo fautore dell'unione. I manoscritti, di cui alcuni sono autografi, ci conservano diverse opere in prosa e in poesia; ma ben poco è pubblicato. Sono da ricordare tre trattati (editi dal vescovo Arsenio, Novgorod 1896) sulle differenze tra le due chiese, da lui stesso tradotti in latino. Corretto verseggiatore, celebrò in tetrastici giambici i sei primi igumeni del monastero di Casole, cui presiedette col nome di Nettario.
Bibl.: G. Cozza-Luzi, Lettere Casolane, in Rivista storica calabrese, 1898, pp. 365-373; G. Sola, in Roma e l'Oriente, VII (1917), pp. 57-65, 130-146; K. Kumaniecki, in Byzant. Zeitschrift, XXIX (1929); S.G. Mercati, in Studi bizantini, III (1931).