• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

DE GRECIS, Nicola

di Cecilia Campa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 (1988)
  • Condividi

DE GRECIS, Nicola

Cecilia Campa

Nacque a Roma nel 1773. Nulla ci è noto circa l'apprendimento del canto e la sua formazione musicale, così come anche circa il suo debutto e l'inizio della sua carriera di basso. Tra le prime esibizioni di cui è rimasta notizia è una sua scrittura presso il teatrino romano detto della Pallacorda nella stagione del carnevale 1795-96. Ben più sostanziosa e consistente è però la sua presenza alle stagioni del teatro alla Scala di Milano, dove egli si rese celebre già dai primi anni del nuovo secolo, e dove raccolse i suoi successi più maturi. Il 6 marzo 1805 partecipò con Francesca Maffei Festa, Nicola Tacchinardi, Andrea Verni all'Odoardo e Carlotta di G. Farinelli, e all'Elisa di S. Mayr; nel maggio dello stesso anno alla prima del Don Chisciotte di P. Generali ed a Li due prigionieri ossia La burla fortunata di V. Pucitta, ed il 3 giugno a Griselda ossia la virtù al cimento di F. Päer.

Nel 1806-07 fu ancora a Roma, al teatro Valle, ove si esibì con successo nella prima esecuzione di Guerra aperta di P. C. Guglielmi. Passò poi ancora a Milano, alla Scala, il 21 marzo 1808, cantando con Gaetano Ghedini ne La locandiera di G. Farinelli, mentre nell'autunno del 1810 prese parte alla stagione del teatro S. Moisè di Venezia a fianco di Rosa Morandi, Tommaso Ricci, Luigi Raffanelli, Clementina Lanari e Domenico Remolini, secondo la citazione del Radiciotti (1927) tratta dal Quotidiano veneto del 14 settembre, che annunciava per il 15 l'apertura del teatro con la farsa L'inferno ad arte, musica di R. Orgitano e con la Adelina, "nuova poesia del Sig. Gaetano Rossi e musica espressamente scritta dal Sig.mº Generali... soggetto più che altro sentimentale". Il 2 e il 3 ottobre andarono in scena Il prigioniero di L. Calegari, il 18 ottobre Non precipitare i giudizi, ossia La vera gratitudine, di G. Farinelli e il 3 novembre infine la prima de La cambiale di matrimonio di G. Rossini.

L'anno successivo il D. tornò alla Scala nella stagione di primavera con un nutrito programma di prime: il 14 aprile cantò con I. De Anna, M. Marcolini, I. Pasini, nella prima di Con amore non si scherza di G. Mosca, il 18 maggio in Chi non risica non rosica di P. Generali, il 22 giugno ne L'equivoco fortunato di G. Marinelli; nella stagione autunnale fu presente ancora il 17 agosto ne La casa dell'astrologo di G. Nicolini, insieme con Claudio Bonoldi, Lorenza Correa, Luigi Zamboni, il 7 settembre in I pretendenti delusi di G. Mosca, il 19 ottobre nel Barbiere di Siviglia di G. Paisiello. Tornato ancora al S. Moisè di Venezia nello stesso 1811, vi diede una apprezzatissima esecuzione della Cecchina suonatrice di ghironda di P. Generali, cui seguirono due importanti prime rossiniane, che sancirono la tornitura del suo specifico carattere di buffo nello stile del compositore pesarese: La scala di seta il 9 maggio 1812 (l'opera, interpretata inoltre da Maria Cantarelli, Nicola Tacci e Raffaele Monelli, andò in scena insieme con un atto del Ser Marcantonio di S. Pavesi) ed Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo nel gennaio 1813 con Teodolinda Pontiggia, Carolina Nagher e Luigi Raffanelli.

Seguì un periodo di numerosissimi interventi alla Scala per tutto il 1813 con le prime de La presunzione corretta di P. C. Guglielmi, il 19 aprile, e di Ernesto e Palmira dello stesso P. C. Guglielmi il 18 settembre; ed ancora con L'imbroglio contro l'imbroglio di S. Mayr; l'11 maggio, La festa della rosa di S. Pavesi, il 12 giugno, L'amore prodotto dall'odio di P. Generali, il 21 agosto I pretendenti delusi, il 2 ottobre con Elisa di S. Mayr ed Un avvertimento ai gelosi di S. Pavesi il 6 novembre. Dal 1820 al 1824 le sue esibizioni alla Scala si fecero più costanti. Nel 1820 egli cantò ne La principessa in campagna di V. Pucitta il 3 aprile, ne La gazza ladra di Rossini il 22 aprile, nella prima de I due Figaro di M. E. Carafa, il 6 giugno, ed ancora nell'Adelina di P. Generali il 17 giugno. Nel 1821 cantò con M. T. Belloc Giorgi, B. Botticelli, D. Donzelli, ne L'uniforme di J. Weigl, il 23 aprile, nella prima de La sciocca per astuzia di G. Mosca, il 15 maggio e di Elvira e Lucindo di Joseph Stuntz, il 9 giugno, nella Cenerentola di Rossini il 15 agosto, in Donna Aurora o sia Il romanzo all'improvviso di F. Morlacchi, il 2 ottobre ed ancora nella prima di Elisa e Claudio di Mercadante il 30 ottobre.

Nel 1822 partecipò alla prima de La dama locandiera ossia L'albergo de' pitocchi di G. Mosca, l'8 aprile, alla prima di Adele ed Emerico ossia Il posto abbandonato di S. Mercadante, il 21 settembre, di Chiara e Serafina ossia Il pirata di G. Donizetti il 26 ottobre; cantò inoltre ne La pietra del paragone di G. Rossini l'11 maggio, in Arrighetto di C. Coccia, l'8 giugno, in Matilde di Shabran ossia Bellezza e cuor di ferro di Rossini il 24 agosto. Nel 1823, sempre alla Scala, si intensificarono le interpretazioni rossiniane: La gazza ladra (31 marzo e 24 agosto), La Cenerentola (19 aprile), Il barbiere di Siviglia (27 maggio e 27 agosto), L'italiana in Algeri (9 settembre); altre esecuzioni dello stesso anno furono inoltre: L'Agnese di Päer (15 settembre), Quanti casi in un sol giorno di V. Trento (30 settembre) e la prima de Le finte amazzoni di P. Raimondi, il 15 maggio.

Nel 1824 il D. si produsse nello stesso teatro ancora in due prime: Elena e Malvina di C. Soliva, il 22 maggio ed Isabella ed Enrico di G. Pacini, il 12 giugno. In questo stesso anno, sul finire della sua carriera, il cantante fu nella prima esecuzione della Pastorella feudataria di N. Vaccaj al teatro Carignano di Torino. Nel 1825 cantò al teatro Comunale di Bologna in Amalia e Palmer di F. Celli, il 9 aprile con Giovanni Bottari, Teresa Fontana e Giuseppe Zambelli.

Nel 1826, infine, partecipò alla stagione di carnevale al teatro Valle di Roma dove, con V. De Blasis, Antonio Piacenti, G. Fioravanti, interpretò La pastorella feudataria e La sposa fedele di G. Pacini.

Il D. si distinse per squisite attitudini formali, oltre che per una attenta recitazione, imponendosi nei ruoli buffi per la sua misura e regolarità come per l'efficacia comica. Per le sue doti musicali intrinseche fu presente all'attenzione dei maggiori compositori dell'epoca, fra i quali Rossini, di cui il cantante ebbe un vasto repertorio, comprensivo di numerose prime esecuzioni. Tra le sue interpretazioni più riuscite, oltre ai noti ruoli rossiniani ne La gazza ladra, La pietra del paragone, Il barbiere, Matilde di Shabran e L'occasione fa il ladro, sono l'Adelina di Generali, l'Elisa e Claudio di Mercadante e di Mosca La sciocca per astuzia e soprattutto I pretendenti delusi, di cui Stendhal lascia, in margine alla sua Vie de Métastase (nella Lettre sur l'état actuel de la musique en Italie): "De Grecis e Zamboni cantano molto bene: De Grecis è stato perfetto ne I Pretendenti delusi, che ha avuto molto successo a Milano tre anni fa...".

Non sono note informazioni più dettagliate circa i suoi ultimi giorni di vita, né si ha notizia di interpretazioni successive al 1826. Si colloca perciò la data di morte tra il 1827 ed il 1830.

Fonti e Bibl.: Stendhal, Vies de Haydn, de Mozart et de Métastase, Paris 1854, p. 319; Gazz. musicale di Milano, XXXII (1877), pp. 255, 271; G. Radiciotti, Teatro e musica in Roma nel secondo quarto del sec. XIX (1825-50), Roma 1905, p. 196; Id., G. Rossini. Vita documentata, opere ed influenza su l'arte, I, Tivoli 1927, pp. 58, 74, 91; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), Milano 1964, pp. 21 s., 24 s., 28, 31; J.-L. Caussou, G. Rossini, Paris 1967, pp. 71-76; H. Weinstock, Rossini a biography, New York 1968, pp. 398, 402, 404, 490 ss.; F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici…, Torino 1860, p. 156; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 245; Encicl. dello Spett., IV, coll. 342 s.; La Musica. Diz., I, p. 499.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Gaetano Donizétti Donizétti ‹-ƷƷ-›, Gaetano. - Musicista (Bergamo 1797 - ivi 1848). Celebre operista, la sua arte va considerata come il culmine della musica italiana nel suo momento di passaggio dal tiepido iniziale romanticismo del secondo Rossini al romanticismo appassionato o rapito che recherà i segni di G. Verdi. ... Gioacchino Rossini Musicista (Pesaro 1792 - Passy, Parigi, 1868). Figlio di un suonatore di trombetta e di un buon soprano, a Lugo cominciò a profittare degli insegnamenti (clavicembalo e canto) di don Giuseppe Malerbi, finché a Bologna (circa alla fine del 1804) fu affidato al noto maestro A. Tesei, allievo di S. Mattei. ... Teatro alla Scala Teatro lirico milanese. Costruito per volere di Maria Teresa d’Austria dopo l’incendio che nel 1776 aveva distrutto il Teatro regio ducale, sorse su progetto dell’architetto di corte G. Piermarini nell’area della chiesa di S. Maria alla Scala. Inaugurato nel 1778 con l’esecuzione dell’Europa riconosciuta ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Musica
Vocabolario
nìcol
nicol nìcol s. m. [dal nome del fisico scozz. W. Nicol (c. 1768-1851)]. – In generale, qualunque prisma polarizzatore per birifrangenza. Originariamente, fu così designato un prisma rombico obliquo di spato d’Islanda opportunamente lavorato...
nicolaismo
nicolaismo s. m. [der. di nicolaita, nel suo sign. estens.]. – Tendenza contraria al celibato ecclesiastico, attribuita polemicamente dai papi alla chiesa orientale perché questa ammetteva il matrimonio dei sacerdoti, compresi quelli insigniti...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali