NICOLA di Verdun
Orafo, nato nella seconda metà del secolo XII, morto al principio del XIII. Per quel che riguarda la sua formazione non si possono fare che congetture; infatti niente ci prova che egli sia stato allievo di Godefroy de Claire orafo operoso nei paesi renani nel secolo XII; si deve pure rinunciare a considerare il reliquiario Mosano del Museo di Lione come una sua opera giovanile. La pala dell'altare (forse riadattata a tale scopo nel secolo XIV) di Klosterneuburg (Vienna) può essere datata con sufficiente certezza al 1170; è già opera completamente gotica, senza nulla della complessità di composizione propria dello stile romanico. Nelle storie che vi sono disposte con grande semplicità di spartinenti e di composizione, le figure spiccano sullo smalto azzurro intensissimo del fondo tratteggiate sulla superficie d'oro, con un disegno non lontano da quello di un Villard de Honnecourt. Il reliquiario della Madonna a Tournai fu ultimato nel 1205; e dovrebbe essere l'ultima opera del maestro. Restaurato male nel secolo XVIII e XIX, lascia tuttavia intravedere le caratteristiche dello scultore nelle figure a tutto tondo di larga modellazione. Da essa O. von Falke mosse per attribuire a N. le figure dei profeti del famoso reliquiario dei Tre Re della cattedrale di Colonia; e gli tennero dietro altri storici attribuendo al maestro opere e influenza in molti luoghi. Secondo È. Mâle a Colonia N. avrebbe rianimato il vecchio studio dell'orafo e monaco Fridericus, nel 1183 avrebbe lavorato al reliquario di S. Anna a Siegburg, nel 1186 a quello di S. Pantaleone nella stessa Colonia; in fine tra il 1180 e il '97 avrebbe eseguito il grande candelabro del duomo di Milano. Il Toesca ha indicato nel tesoro di S. Marco a Venezia una legatura d'argento che è da riferire a un suo seguace. Sebbene queste attribuzioni non siano state accettate da tutti, e in parte si debbano riferire a lavori di scuola o variamente connessi all'arte del maestro, non è dubbio che, nelle due opere firmate, N. si riveli un artista francese, lontano da qualsiasi forma di bizantinismo e molto in anticipo sui suoi tempi. La pala dell'altare di Klosterneuburg e il reliquiario di Tournai sono opere monumentali per l'insieme, per i colori e per il disegno.
Bibl.: O. v. Falke e H. Frauberger, Deutsche Schmelzarbeiten d. Mittelalters, Francoforte sul M. 1904, p. 88 segg.; J. Braun, Die Ikonographie d. Dreikönigenschreines, in Kunstwiss. Jahrb. d. Görregesellschaft, I (1928), p. 20 segg.; V: O. Ludwig, Der Verduner Altar, Vienna 1929; J. Braun, in Thieme-Becker, künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931. Inoltre: J. Helbig, L'art mosan, Liegi 1911; É. Mâle, L'art français et l'art allemand au moyen âge, Parigi 1918; P. Toesca, St. d. arte ital., I: Il Medioevo, Torino 1927, p. 1111; P. Metz, in T. Bossert, Geschichte des Kunstgewerbes, V, Berlino 1932, pp. 313-23.