Fabrizi, Nicola
Patriota e uomo politico (Modena 1804 - Roma 1885). Ancora studente in giurisprudenza all’università di Modena, partecipò alla congiura di Ciro Menotti e fu arrestato il 3 febbraio 1831 con i fratelli Luigi e Paolo. Liberato dagli insorti due giorni dopo, fu nominato capitano della Guardia nazionale durante il governo provvisorio. Il fallimento del tentativo rivoluzionario lo costrinse a fuggire: riparò a Marsiglia, dove conobbe Mazzini e aderì alla Giovine Italia, di cui divenne uno dei dirigenti. Dopo aver preso parte nel 1834 alla sfortunata spedizione in Savoia, andò a combattere in Spagna contro i carlisti. Stabilitosi nel 1837 prima a Corfù e poi a Malta, cominciò a stabilire contatti con i gruppi patriottici siciliani e, nonostante qualche contrasto con Mazzini, fondò nel 1839 la Legione italica, un’organizzazione segreta che nelle sue intenzioni doveva rappresentare il braccio armato della Giovine Italia e che faceva del Mezzogiorno e in particolare della Sicilia il suo terreno privilegiato di azione. Nel 1848 fu dapprima in Sicilia, poi a Livorno, quindi a Modena dove cercò di opporsi alla fusione degli Stati estensi al Piemonte e infine nel 1849 a Roma dove partecipò alla difesa della città. Tornato a Malta nel 1853, dopo essere stato in Corsica e a Nizza, cospiratore esperto e tenace, contribuì nel 1857 alla preparazione della spedizione di Carlo Pisacane. Nel 1860 lavorò all’organizzazione dell’impresa dei Mille, che raggiunse dopo lo sbarco in Sicilia. Nel luglio 1860 Garibaldi gli affidò il comando militare di Messina e quindi l’incarico di ministro della Guerra. Dopo l’annessione accettò di collaborare con il generale Cialdini nella repressione del brigantaggio meridionale. Arrestato, insieme ad altri, a Napoli nel 1862 per i fatti d’Aspromonte, combatté ancora con Garibaldi in Trentino nella guerra del 1866 e nel 1867 a Mentana. Nominato generale, dal 1861 fu eletto deputato e sedette nei banchi della Sinistra.