FERORELLI, Nicola
Da Francesco, possidente, e Maddalena Pilolla, filatrice, nacque a Bitetto, in provincia di Bari, il 29 sett. 1877. Conseguì nel dicembre del 1904 la laurea in lettere moderne presso l'università degli studi di Napoli e, dopo un breve periodo di insegnamento nella scuola media, entrò per concorso nell'amministrazione degli Archivi di Stato, dove fu nominato "alunno di I categoria" a decorrere dal 16 sett. 1906 e destinato all'Archivio di Milano. Nelle Informazioni periodiche da riservarsi agli impiegati dell'anno seguente (conservate tra i fascicoli del personale del ministero dell'Interno, da cui dipendeva la direzione generale degli Archivi) veniva giudicato "giovane capace, premuroso, dedito allo studio e al lavoro", che, "applicato, per ora, alla Sezione Finanziaria presta validissimo aiuto, e sa attendere con successo anche a ricerche di carattere storico".
In effetti il F. in quegli anni avviava - sulla scia probabilmente degli studi universitari napoletani - una fervida attività di ricerca relativa alla condizione e alle vicende degli ebrei nell'Italia meridionale nel Medioevo e nell'età moderna. Proprio al periodo 1906-1907 risalgono i suoi primi lavori sull'argomento, che risentono con evidenza della temperie culturale dell'epoca: ad animare l'interesse storico meridionale alla presenza ebraica nel Mezzogiorno era infatti, fra Otto e Novecento, il convincimento che l'espulsione degli ebrei dal Regno, nel 1541, fosse da assumere come una delle cause principali della mancata formazione di un ceto mercantile. In particolare tali contributi erano dedicati alla biografia e alla famiglia di un celebre medico leccese morto nel 1523, Abramo De Balmes, sul quale non si avevano che notizie insufficienti ed imprecise (e, attraverso i fondi archivistici napoletani della Regia Camera della Sommaria e del Consiglio Collaterale, metodicamente esplorati, il F. poté distinguere due medici con il medesimo nome e indicare altri membri della famiglia); all'immigrazione degli ebrei spagnoli nel Napoletano al tempo di Ferdinando il Cattolico; al "Segno" degli Ebrei e il popolino napoletano, con riferimento ai provvedimenti adottati dal re di Napoli e Sicilia Carlo di Borbone; e all'attività dei tipografi e dei librai ebrei alla fine del Quattrocento. Contemporaneamente cominciava a pubblicare nell'Archivio storico per le province napoletane un profilo organico su Gliebrei nell'Italia meridionale dall'età romana a Carlo di Borbone, non portato a termine, confluito poi, nel 1915, nel volume edito a Torino per iniziativa della rivista Il Vessillo israelitico col titolo Gliebrei nell'Italia meridionale dall'età romana al secolo XVIII (rist. anast. Bologna 1966; nuova ediz. a c. di F. Patroni Griffi, Napoli 1990).
Benché dal 1ºsett. 1908 il F. fosse stato promosso "sottoarchivista di II classe" gli anni seguenti furono per lui particolarmente dolorosi e difficffi, a causa della scomparsa dei genitori e di "altra persona di casa" nel corso del 1910. Le preoccupazioni familiari e forse economiche lo indussero a richiedere di frequente al ministero la concessione di periodi di aspettativa. Tuttavia l'attività scientifica proseguì con un volume sugli statuti milanesi del Trecento, frutto della collazione di un codice allora acquisito dall'Amministrazione con quelli già custoditi negli archivi, e con un saggio sul Ducato di Bari sotto il dominio sforzesco, che si avvale della documentazione esistente nell'Archivio milanese ai fini della storia del Regno, secondo il suggerimento offerto ai discepoli da M. Schipa.
Archivista di III classe dal 1911, iscritto alla Società storica lombarda nel 1912, archivista di Il classe nel '14, egli meritava "per i suoi ottimi portamenti un particolare encomio dal Ministero dietro richiesta del suo superiore". Del 1917 e del '18 sono gli studi sull'esilio di M. Pagano a Milano e sui patrioti meridionali in Lombardia tra la fine del Settecento e gli inizi del sec. XIX. Poi divenne archivista nel '19. Ma dopo un nuovo periodo di incertezze, dovute alla morte di una sorella e di un fratello, nel 1921 egli presentò domanda di esonero dal servizio, ottenuto l'anno successivo, per intraprendere l'insegnamento presso l'istituto tecnico "G. Schiaparelli" di Milano, in un primo momento come professore straordinario e dal '23 come ordinario. In quest'ultimo anno diede alle stampe un lavoro sulla riforma scolastica dell'imperatore Giuseppe d'Asburgo e poco dopo uno sulla origine del tricolore italiano. Grazie a questa assidua attività di studioso conseguì la libera docenza di storia medioevale e moderna con decreto ministeriale del 12 dic. 1924 (confermata defiffitivamente il 25 marzo 1935). Nel '26 collaborò alla miscellanea di studi in onore dello Schipa con un contributo su Rocco Lentini in Lombardia; nel '30 tenne un corso di lezioni sulla Corsica del secolo XVIII presso l'università di Milano.
Il suo studio più impegnativo, quello sugli ebrei nel Mezzogiorno, rimane tuttora fondamentale, e suscitò discussioni autorevoli, con interventi puntuali, come quelli di G. Luzzatto e U. Cassuto. Nel 1938, in un momento drammatico della storia degli ebrei in Italia, B. Croce, rievocando l'atteggiamento di tolleranza che distinse la dinastia aragonese di Napoli, segnalava a questo riguardo l'importanza delle ricerche documentarie e dell'opera del F., riproponendo nel medesimo tempo lo spirito e la cultura da cui esse erano state dettate (cfr. Un'epistola del Galateo in difesa degli ebrei, in Aneddoti).
Il F. morì a Milano il 21 maggio 1951.
Per gli scritti del F., in appendice alla nuova ediz. 1990 de Gli ebrei nell'Italia meridionale ... sono riportati i saggi complementari: Abramo de Balmes ebreo di Lecce e i suoi parenti; Tipografi e librai ebrei nel Napoletano verso la fine del secolo XV; Il "Segno" degli Ebrei e il popolino napoletano. Si aggiungano IlDucato di Bari sotto Sforza Maria Sforza e Ludovico il Moro, in Arch. stor. lomb., s. 5, II (193), pp. 497-515; Mario Pagano esule a Milano, ibid., IV (1917), pp. 630 ss.; Ipatriotti dell'Italia meridionale rifugiati in Lombardia dal 1796 al 1806, in Arch. stor. per le prov. napol., n.s., IV (1918), pp. 297-362; La riforma scolastica di un filosofo imperatore, in Annuario della Civica Scuola Schiaparelli, 1923-1924, Milano 1924; La vera origine del tricolore ital., in Rassegna stor. del Risorgimento, XII (1924), 3, pp. 654-680; I registri dell'Ufficio degli statuti di Milano, Inventari e registri del R. Archivio di Stato in Milano, III, Milano 1926; Rocco Lentini in Lombardia dal 1797 al 1803, nel vol. miscellaneo Studi di storia napoletana in onore di M. Schipa, Napoli 1926, pp. 543-548.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Intemo, Direz. gen. degli Archivi di Stato, fascicoli del personale, bustan. 2; Archivio di Stato di Milano, Archivi di famiglie e di persone, Carte Ferorelli. Si veda poi l'introduz. di F. Patroni Griffi alla riediz. de Gliebrei nell'Italia meridionale. Sull'opera maggiore del F., cfr. U. Cassuto, in Arch. stor. ital., LXXIII (1915), 1, pp. 168-173; G. Luzzatto, in Nuova Riv. stor., IV (1920), 5, pp. 505-510; B. Croce, Aneddoti di varia letteratura, I, Bari 1953, p. 134 n. 1.