CEPPI, Nicola Girolamo
Nacque a Roma nel 1659 e studiò nel convento di S. Agostino. Entrato nell'Ordine agostiniano, divenne lettore di teologia e nel 1685 incominciò a svolgere attività di predicatore. Nel 1688 pubblicò a Roma la sua prima opera, con lo pseudonimo di Scipio De Paluncis (anagramma di Nicolaus De Cippis), Epitome logica quam e fundamentis fundamentarii doctoris F. Aegidi Columnae ... eruebat Scipio De Paluncis, un compendio destinato agli studenti che ebbe notevole fortuna (le successive edizioni del 1712, 1714, 1717, 1798 apparvero col vero nome Nicolaus De Cippis). Per sette anni, dal 1690 al 1697, fu reggente degli studi di teologia di Bracciano, di Gubbio e di Vicenza finché il 19 maggio 1697 il generale dell'Ordine, A. Pacini, lo nominò maestro di teologia. L'attività di predicatore fu fondamentale nella sua vita; venne infatti incaricato di fare le prediche quaresimali in molte tra le maggiori città italiane: Vicenza (1696), Bologna (1699), Napoli (1700), Perugia (1701), Venezia (1703), Roma (1709), Bologna (1711), Padova (1714), Napoli (1722), Siena (1723). La sua abilità e la sua notorietà come predicatore quaresimale sono testimoniate da un libello apparso a Roma nel 1709 che raccoglie alcuni sonetti composti in suo onore, Alla sacra et ammirabile facondia del molto rev. P. Maestro G. C. agostiniano dimostrata con tanto zelo nella Chiesa di S. Agostino di Roma nella presente Quaresima MDCCIX.
Nel 1701 il C. pubblicò a Roma La scuola mabillona nella quale si trattano quei studi che possono convenire agl'Ecclesiastici; libera traduzione della seconda parte, quella relativa al metodo, del Traité des études monastiques del Mabillon.
Nella sua edizione invitava "li studenti Religiosi d'Italia" a studiare seguendo la lezione di metodo che veniva d'Oltralpe dalla scuola dei padri maurini. L'opera, trattando delle materie di studio consigliabili per gli ecclesiastici, sostiene soprattutto la necessità di coltivare con impegno la storia ecclesiastica e profana per poter intendere gli scritti dei Padri e la stessa teologia. Notevoli sono le sue prese di posizione in fatto di morale, prese che lasciano intravedere tendenze rigoriste. L'attacco contro i casisti (anche se questi vengono distinti in buoni e cattivi), la raccomandazione di leggere le opere di Giansenio e le Réflexions morales del Quesnel spiegano la condanna all'Indice del libro, che tuttavia fu ristampato con correzioni nel 1727.
La traduzione della prima parte del Traité des études monastiques apparve molto più tardi, nel 1725 a Roma, con il significativo titolo Gli stimoli mabilloni per muovere li Religiosi ad applicare agli studj. Il C. voleva chiaramente invitare gli ecclesiastici italiani a servirsi del metodo della scuola maurina per sollevare la storiografia italiana da quell'immiserimento generale nel quale versava rispetto a quella francese. Intanto aveva fatto pure la traduzione, rimasta inedita nonostante fosse già fornita della licenza di stampa firmata da Francesco Bianchini il 12 genn. 1720, della vita del Mabillon scritta dal Ruinart, La vita del padre D. Giovanni Mabillone, monaco benedettino della Congregazione di S. Mauro e consultore della Sacra Congregazione dell'Indice, scritta per la prima volta in lingua francese dal P. D. Teodorico Ruinart (Roma, Bibl. Angelica, ms. 497).
Forse per mettere in pratica la metodologia del Mabillon nel sottoporre al vaglio della critica storico-erudita le leggende agiografiche, il C. volle prendere in esame i presunti miracoli di s. Nicola da Tolentino, lavorando su una copia degli atti del processo istituito per la canonizzazione conservata nell'Archivio della religione nel convento di S. Agostino a Roma. Frutto di questo lavoro sono due opere, che però - forse per la particolare devozione che il C. aveva per il santo agostiniano - si mantengono nello stile delle agiografie edificanti scritte nel Seicento: Maraviglie trecento et una operate da Dio per li meriti del santo protettore di S. Chiesa Nicola di Tolentino (Roma 1710) e Il sangue miracoloso del santo protettore di S. Chiesa Nicolò di Tolentino (Roma 1713; trad. tedesca, München 1714; 2 ediz. accresciuta, Roma 1725).
Il 2 giugno 1720 il C., che nel frattempo era diventato consultore della Congregazione dell'Indice, venne nominato esaminatore generale dal generale dell'Ordine, A. Nuzzi. Nel 1721inviò una supplica a Innocenzo XIII, con la quale chiedeva la concessione, a causa dell'età e dello stato di salute, dei privilegi e delle prerogative che nell'Ordine godevano gli assistenti.
Il papa rinviò la lettera al generale dell'Ordine, M. Cervioni, il quale, considerati i suoi meriti nel campo dell'insegnamento, della predicazione e delle lettere, gli concesse, con decreto del 25 nov. 1721, le prerogative e i privilegi, nulloexcepto, di cui godevano nell'Ordine gli ex assistenti. Più tardi, il 14 ag. 1723lo stesso Cervioni, per evitare che sorgessero controversie, stabilì che il posto che gli spettava nei capitoli era quello immediatamente successivo a quello del superiore provinciale della provincia romana.
Nel 1725 ilcardinale N. Coscia concesse al C. vari favori e incarichi, tra cui quello di predicare ogni giovedì durante la quaresima dello stesso anno nel palazzo Vaticano di fronte al papa; il C. gli dedicò due delle sue opere, Gli stimoli mabilloni ed Il sangue miracoloso (ediz. del 1725). In qualità di ex assistente il C., ormai anziano, partecipò al capitolo generale dell'Ordine tenutosi a Roma nell'ottobre 1733. Morì a Roma nel convento di S. Agostino il 18 febbr. 1735.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. gener. agostiniano, Dd 130, f. 9; Dd 131, f 88; Dd 132, f. 12; Dd 133, f. 69; Dd 134, f. 17; Dd 135, f. 62; Dd 136, ff. 57, 382-383; Dd 137, f. 70; Dd 159, f. 5; Dd 162, f. 113; Dd 164, ff. 34-35; per le prediche quaresimali del C. si veda la voce Concionatores quadragesimales negli indici dei registri annuali dei generali dell'Ordine (Dd); Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Agostino, Liber mortuorum (1718-1809), 3, f. 69; Acta capituli generalis anno 1733 Romae celebratis, in Analecta augustiniana, XII(1927-1928), p. 354; J. F. Ossinger, Bibliotheca augustiniana, Ingolstadii et Augustae Vindelicorum 1768, p. 226; J. Lanteri, Postrema saecula sex religionis augustinianae..., III,Roma 1860, pp. 158 s.; T. López Bardón, Monastici augustiniani R. P. Fr. Nicolai Crusenii continuatio …,III,Vallisoleti 1916, pp. 450 s.; A. C. Jemolo, Il giansenismo in Italia prima della Rivoluz…, Bari 1928, pp. 121 s., 194 s.; De inventione et recognitione Reliquiarum s. Nicolai a Tolentino, in Analecta augustiniana, XIII(1929), p. 40; D. A. Perini, Bibliographia augustiniana, I, Firenze 1929, p. 221; S. Bertelli, Erudiz. e storia in L. A. Muratori, Napoli 1960, pp. 60, 260 s.