MIGNOGNA, Nicola
Patriota, nato a Taranto il 28 dicembre 1808, morto a Giugliano in Campania il 31 gennaio 1870. Studiò nel seminario di Taranto e poi legge a Napoli. Ma presto prese a cospirare. Fu dei Figlioli della Giovine Italia di Benedetto Masolino e si strinse in amicizia con il Settembrini. Partecipò alle dimostrazioni di Napoli per la concessione della costituzione, e combatté sulle barricate il 15 maggio 1848. Con la reazione s'iscrisse alla setta degli Unitarî, e fu arrestato con il Settembrini il 23 giugno 1849. Ma, non essendosi raccolte prove a suo carico, il M., che si era finto ebete, venne rilasciato. Nel 1855, su denunzia di un tale Pierro, fu di nuovo arrestato, processato e, l'anno dopo, ebbe bando perpetuo dal regno. Si recò a Genova, dove continuò a cospirare, tenendosi in relazione con il Mazzini e con il Fabrizi. Nel 1860 si unì ai Mille, nella compagnia Cairoli, fino a Palermo. Di là tornò a Genova e in Piemonte, per incarico di Garibaldi, allo scopo di trovare nuove forze. Ne ripartì nell'agosto e partecipò alla sollevazione della Basilicata (Lucania), accompagnando di poi il dittatore a Napoli e combattendo contro i borbonici sul Volturno. Quando Garibaldi fu costretto a partire, il M., rifiutato ogni uffizio e grado, tornò a fare l'agitatore. Unitosi con il generale a Caprera, nel 1862, lo accompagnò a Palermo e poi in Calabria. Dopo Aspromonte, si rifugiò a Napoli, e vi rimase nascosto sino all'amnistia. Continuò poi a tenersi in rapporto col Mazzini, sempre organizzando i comitati d'azione. Nell'agosto 1863 fu eletto consigliere comunale di Napoli, rinunziando alla candidatura a deputato. Malandato in salute, non poté partecipare alla campagna del'66 e a quella garibaldina del '67: si adoperò tuttavia a raccogliere armi al confine pontificio meridionale.
Bibl.: G. Pupino-Carbonelli, N. Mignogna nella storia dell'unità d'Italia, Napoli 1889.