PARACCIANI CLARELLI, Nicola
PARACCIANI CLARELLI (Clarelli Paracciani), Nicola. – Nacque il 12 aprile 1799 a Rieti da Teresa Paracciani e dal marchese Giuseppe Clarelli (Archivio segreto Vaticano, Processus Datariae, 264). La famiglia (talora indicata anche come Garelli-Paracciani o Clarelli Parracciani) aveva parentele illustri nella carriera ecclesiastica. Clarelli Paracciani era infatti per parte materna pronipote del cardinale Giandomenico Paracciani (1646-1721, cardinale dal 1706) e del cardinale Urbano Paracciani Rutili (1715-1777, cardinale dal 1766), ma anche secondo cugino del cardinale Salvatore Nobili Vitelleschi (1818-1875, cardinale in pectore del 1875, pubblicato in settembre, poche settimane prima della morte) e del cardinale Francesco Ricci Paracciani (1830-1894, cardinale dal 1880).
Marchese del patriziato romano acquisito per nascita e forte di questo radicamento profondo nell’amministrazione pontificia, entrò come studente dell’Archiginnasio e, addottorato in utroque l’8 luglio 1822, come alunno della Pontificia accademia dei nobili ecclesiastici iniziò il suo cursus nella corte pontificia dell’età della restaurazione: nel 1819 diventò ciambellano privato di Sua Santità e in quello stesso anno ablegato per l’imposizione della berretta al patriarca di Lisbona Carlos da Cuñha e Menezes, le cui relazioni fanno parte dei suoi Spogli in Archivio segreto Vaticano.
La carriera del rampollo della lunga dinastia dei porporati reatini lo portò, con il titolo di prelato domestico e referendario dal 1820, alle mansioni di prelato aggiunto alla Congregazione del Concilio nel febbraio 1821, poi relatore della Congregazione del Buongoverno nel giugno 1821. La sua condizione agiata gli permise di farsi notare anche da Gaetano Moroni, assistente conclavario di Bartolomeo Alberto Cappellari, futuro Gregorio XVI. Moroni ricorda una scultura donata da Clarelli Paracciani per ornare l’altare della Confessione nella basilica di S. Pietro (Moroni, 1841, p. 306): alcune fonti lo indicano come canonico della basilica già nel 1821, ma attestano un conferimento da parte di Gregorio XVI che avvalora altre fonti nelle quali compare come canonico solo dal 1833 per nomina di Cappellari (probabilmente si sono fuse nelle biografie correnti le notizie sulla nomina a membro della Fabbrica di S. Pietro che cade nel 1822). Prete dal 1º giugno 1822, la sua carriera di Curia si svolse quasi tutta entro lo Stato della Chiesa. Iniziò a lavorare al Tribunale del Governo come secondo assessore nel 1823 e primo assessore nel 1825; passò poi segretario della Congregazione delle Acque nel 1823, per tornare, come detto, alla Fabbrica di S. Pietro, dove fu economo e segretario dal 1829 al 1836 (Marino, 2008, p. 71).
Mentre il cardinal legato di Bologna Tommaso Bernetti era a Roma, al conclave che elesse il 2 marzo 1831 Gregorio XVI, Clarelli Paracciani si trovò a esercitare le funzioni di prolegato nella città petroniana: fu impacciato e inesperto testimone dei moti del 1831 quando «la mattina del 5 febbraio, gran moltitudine di popolo si accalca davanti al palazzo pubblico, dal quale leva lo stemma pontificio, sostituendovi la coccarda tricolore», ricorda l’epica prosa di Francesco Bertolini (1889, p. 104). Davanti alla rivoluzione e all’inutilità della protesta, nella quale si diceva fosse implicato Ciro Menotti, per evitare l’intervento delle truppe pontificie firmò poco prima della mezzanotte del 4 febbraio una notificazione per la quale, «Considerate [...] le straordinarie e gravissime circostanze, e desiderando noi di porvi un efficace riparo, e di conservare nel miglior modo il buon ordine, credemmo opportuno d’invitare alcuni de’ principali della città, i quali godono presso gli altri di maggior fiducia, affinché ci giovassero de’ loro consigli e della loro cooperazione» (Vesi, 1851, p. 10). Cedette così il potere alla commissione di patrizi bolognesi e fuggì subito dopo l’insediamento del governo provvisorio di Bologna, che l’8 febbraio promulgava l’editto di cessazione del potere temporale («Art. 1. Il dominio temporale, che il Romano Pontefice esercitava sopra questa Città e Provincia, è cessato di fatto e per sempre di diritto»).
La proclamazione, il 26 febbraio, delle Province unite italiane, presiedute da Giovanni Vicini, che definirono uno Statuto provvisorio, precedette di poco l’arrivo delle truppe austriache del generale Johann Maria Philipp Frimont che, già ultrasettantenne, riconquistò Bologna il 21 marzo: la riconsegnò il 23 alla soggezione del papa e del cardinale Carlo Oppizzoni, che rientrò in città insignito dal pontefice della carica di legato a latere delle quattro legazioni di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna (Pace, 1868, p. 188 ss.).
Tornato a Roma, Clarelli Paracciani fu chierico della Camera apostolica nel dicembre 1836, poi presidente degli Archivi della stessa Camera, proseguendo la carriera amministrativa: fu nominato segretario della Consulta nel gennaio 1843 e vicegovernatore di Roma, si occupò di vari aspetti della vita urbana, fra i quali lasciano tracce nella storia sociale alcuni suoi decreti sul teatro.
Eletto vescovo di Montefiascone e Corneto il 22 gennaio 1844, il papa lo creò cardinale nel concistoro di quello stesso giorno: consacrato l’11 febbraio da Gregorio XVI, assistito dai cardinali Costantino Patrizi Naro, vicario di Roma e Gabriele Ferretti, prefetto della Congregazione delle Indulgenze e delle reliquie, insieme ad Antonio Maria Cagiano de Azevedo, vescovo di Senigallia e, come lui, destinato alla porpora.
Cardinale del titolo San Pietro in Vincoli, Clarelli Paracciani partecipò al conclave che elesse Pio IX e ne fu elettore: fece parte del piccolo corteo che con Pio IX fuggì a Gaeta nella rivoluzione del 1848 (D’Aloe, 1850, passim).
Poco a suo agio nella vita diocesana, nel 1854 rinunciò alla diocesi e tornò in carriera a Roma, dove assunse nuovi incarichi amministrativi e si mostrò munifico donatore (suo il reliquiario per S. Pietro in Vincoli donato nel 1856 per la tomba di Giulio II). Fu presidente della commissione della Pubblica beneficenza e dell’Istituto dei sordomuti, finché Pio IX non lo nominò prefetto della Congregazione dei Religiosi il 10 ottobre 1860 (carica nella quale ebbe relazioni con Giovanni Bosco [don Bosco], anche mediante le parenti del ramo materno dei Vitelleschi), poi Segretario dei brevi dal 24 aprile 1863 e Gran cancelliere degli ordini equestri nell’aprile 1862. Nel 1867 optò per il titolo di cardinale vescovo e il 22 febbraio 1867 prese la diocesi suburbicaria di Frascati.
Partecipò al Vaticano I come arciprete della basilica Vaticana e responsabile della (pessima) logistica dell’aula concilii: il diario Tizzani (Il Concilio Vaticano I..., 1991, p. 4) ne diede una descrizione assai poco lusinghiera nel momento in cui, favorendo le poche e precise mosse con le quali Pio IX orientò il concilio, apparì l’esecutore del disegno papale di «trattare i vescovi da seminaristi».
Poco dopo la chiusura del concilio fu colto dalla morte il 7 luglio 1872 a Vico Equense, suffraganea di Sorrento, e sepolto nell’allora cattedrale della Santissima Annunziata.
Opere. Curò la riedizione della Chronologiae Romanorum Pontificum in Basilica S. Pauli depictae et jubente Benedicto XIV typis mandatae auctarium novissimum usque ad Pontificatum ... Pii PP. VIII ..., Romae 1829; firmò inoltre l’opuscolo per l’iscrizione di Caterina da Siena fra ai protettori di Roma disposto da Pio IX e premessa alla decisione di Pio XII del 1939 sull’attribuzione alla santa del titolo di patrona d’Italia, cfr. S. Caterina da Siena annoverata dal Regnante Augusto Pontefice Pio IX fra i Protettori dell’Eterna Città: Breve apostolico con analoghe iscrizioni ed inno, a cura di N. Card. Paracciani Clarelli, Roma 1866; delle lettere pastorali ha avuto maggior circolazione quella del 1867 Epistola pastoralis ad clerum et populum dioeceseos Tusculanae, Romae 1867; firmò anche come relatore alcune positiones per le cause di beatificazione e in particolare Calaritana Beatificationis et Canonizationis Ven. Servi Dei Ignatii a Laconi. Positio super virtutibus cum recensione virtutum, Romae 1868 e Beatificationis et Canonizationis ven. servi Dei Ludovici Mariae Grignon de Montfort institutoris congregationis missionariorum Societatis Mariae vulgo nuncupate Spiritus Sancti et Puellarum Sapientiae, Romae 1868.
Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Spogli di Cardinali e Officiali di Curia, 1143 A: Clarelli Paracciani, card. Nicola, bb. 1-8 (b. 1a: Ablegazione in Portogallo; b. 1b: Ablegazione in Portogallo; b. 1c, a. Sacra Consulta, b. Congregazione delle Acque, c. Congregazione dei Vescovi e Regolari, d. Segreteria dei Brevi apostolici, e. Reverenda Fabbrica di S. Pietro; b. 2a: Congregazione cardinalizia ad referendum (pel) brefotrofio di S. Spirito; b. 2b, a. Chierico di Camera e tesoriere generale della Camera Apostolica, b. Vescovo di Montefalcone e Corneto, c. Elezione al cardinalato, d. Voti augurali; b. 3, a. Uffici e Congregazioni, b. Affari interni, c. Arciconfraternite, d. Immacolata Concezione, e. Documenti pontifici, f. Impieghi e sussidi; b. 4a, a. Miscellanee e carte perse, b. Editti, Notificazioni, Stampati vari; b. 4b, c. Stampati); Firenze, Biblioteca nazionale, Catalogo dei carteggi, Paracciani Clarelli N., Card. Legato Forlì, Vieuss. 78, 129. Sono consultabili tramite il deposito di immagini del ministero per i Beni culturali (nel 2014 indicato reperibile su www.internetculturale) alcuni editti paraccianei, e in particolare quelli firmati come progovernatore: Notificazione relativa alle stipulazioni delle apoche dei palchi teatrali, Roma, 22 agosto 1826 (Incipit: Coerentemente alle disposizioni prese nella prossima passata primavera) Disposizioni per l’apertura dei teatri durante il Carnevale, Roma, 1° gennaio 1828 (Incipit: La Deputazione de’ Publici Spettacoli ad oggetto di mantenere il buon regolamento); come protonotaro apostolico, prolegato della città e provincia di Bologna: Nomina di una Commissione provvisoria per la sicurezza della città, di una Guardia Provinciale di Cittadini e dei capi della Guardia Provinciale suddetta, 4 febbraio 1831 (accompagnato dall’editto La tranquillità pubblica è grandemente minacciata); come prefetto della Congregazione per i regolari l’accettazione della supplica del maestro generale dei Domenicani, 4 aprile 1862; come referendario dell’una e dell’altra Segnatura, protonotario apostolico, e prolegato della città, e provincia di Bologna, Norme per le iscrizioni ipotecarie, 1831 controfirmato dalla Conservatoria delle ipoteche in Bologna il giorno 10 gennaio 1831 (e dal conservatore P. Pietramellara, il 18 gennaio); norme per la proposta di una generale obbligazione sui beni Zucchini in luogo della precedente ipoteca speciale, il 24 gennaio 1831; come protonotaro apostolico, prolegato della città e Provincia di Bologna, e presidente della Commissione apposita sulle risaie, valli artificiali, l’editto per la proroga di un mese per la denuncia dei terreni coltivati a risaia, valle artificiale e prati irrigatori, il 20 gennaio 1831; S. D’Aloe, Diario del soggiorno in Napoli di Sua santità Pio IX P.M., Roma 1850, passim; [A. Vesi], Rivoluzione di Romagna del 1831: narrazione storica di Antonio Vesi corredata di tutti i relativi documenti, Firenze 1851, pp. 10 s.; C. Pace, I documenti della storia d’Italia con prospetti statistico-economico-amministrativi, I, Firenze 1868, p. 180 ss.; F. Bertolini, Memorie storico-critiche del Risorgimento italiano, Milano 1889; La rivoluzione del 1831 nella Cronaca di Francesco Rangone, a cura di G. Natali, Roma 1935. R. Ritzler - S. Sefrin, Hierarchia Catholica Medii et recentioris Aevi, VII, (1800-1846), Padova 1968, pp. 33 s., 44; VIII, 1846-1903, p. 45; J. Le Blanc, Dictionnaire biographique des cardinaux du XIXme siècle: contribution à l’histoire du Sacré Collège sous les pontificats de Pie VII, Léon XII, Pie VIII, Grégoire XVI, Pie IX et Léon XIII, 1800-1903, Montréal 2007, pp. 251 s. Sulla struttura curiale N. Del Re, La Curia Romana. Lineamenti storico-giuridici, Roma 1952, p. 122. Sulle parentele cardinalizie, Ch. Weber, Die Papstlichen Referendare, 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, Stuttgart 2003-2004; Id., Päpste und Kardinäle in der Mitte des XVIII Jahrhunderts (1730-1777): das biographische Werk des Patriziers von Lucca Bartolomeo Antonio Talenti, Frankfurt a. M.-New York 2007; inoltre F. Jankowiak, La curie romaine de Pie IX à Pie X. Le gouvernement central de l’Église et la fin des États pontificaux, Rome 2007, pp. 259, 423, 703. Per l’azione in conclave, A. Melloni, Il conclave. Storia dell’elezione del papa, Bologna 2013, pp. 59-84. Per le discussioni alla fine della vita di Paracciani, C.M. Fiorentino, La malattia di Pio IX nella primavera del 1873 e la questione del conclave, in Rassegna storica del Risorgimento, LXXVIII (1991), pp. 175-204. Per il rapporto con Pio IX, G. Martina, Pio IX (1846-1878), I-II, Roma 1974-1990, ad ind. Sulla funzione al Concilio, G.M. Croce, Una fonte importante per la storia del pontificato di Pio IX e del Concilio Vaticano I. I manoscritti inediti di Vincenzo Tizzani, in Archivum Historiae Pontificiae, XXIII (1985), pp. 217-345; XXIV (1986), pp. 372-75; XXV (1987), pp. 263-364 e Il Concilio Vaticano I. Diario di Vincenzo Tizzani (1869-1870), a cura di L. Pázstor, Stuttgart 1991, p. 4. Per lo svolgimento del concilio, K. Schatz, Vaticanum I: 1869-1870, I-III, Paderborn-München-Wien-Zürich, I, Vor der Eröffnung, 1992; II, Von der Eröffnung bis zur Konstitution Dei Filius, 1993; III, Unfehlbarkeits-diskussion und Rezeption, 1994. Sulla funzione di amministratore, A. Marino, Sapere e saper fare nella fabbrica di San Pietro. Castelli e ponti di Maestro Nicolò Zabaglia 1743, riedizione e presentazione di P. Portoghesi, Gangemi 2008, p. 118 sulla struttura della fabbrica del 1829.
Sulle opere d’arte, G. Moroni, Le Cappelle Pontificie, Cardinalizie e Prelatizie, opera storico-liturgica, Venezia 1841, p. 306.