Piovani, Nicola
Compositore, nato a Roma il 26 maggio 1946. Dai primi anni Settanta ha collaborato con numerosi registi italiani, radicando il proprio linguaggio nella tradizione nazionale e tuttavia immettendovi fin dagli inizi una sensibile originalità personale. Soprattutto dalla fine degli anni Ottanta la sua maturazione artistica lo ha portato all'attenzione del pubblico e della critica in ambito internazionale e gli ha meritato riconoscimenti di grande portata, dai David di Donatello per Ginger e Fred (1986) di Federico Fellini, Caro diario (1993), premiato nel 1994, e La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti, all'Oscar nel 1999 per La vita è bella (1997) di Roberto Benigni.
Dopo aver compiuto privatamente gli studi musicali, si diplomò in pianoforte al conservatorio G. Verdi di Milano, per poi perfezionarsi con il compositore greco Manos Hadjidakis. Avviò le prime esperienze cinematografiche con i documentari di Silvano Agosti ambientati negli anni della contestazione studentesca, per diventare poi compositore abituale di diversi registi italiani, pur collaborando occasionalmente anche con cineasti di altre nazionalità. Lo stile delle sue colonne sonore è caratterizzato da sobrietà e discrezione, con un linguaggio denso di richiami alle tradizioni del passato, colte e popolari, o a repertori etnici, e al tempo stesso ricco di tutte le opportunità musicali e drammaturgiche offerte dalla ricerca contemporanea. Ha privilegiato piccoli ensembles strumentali, ricorrendo anche al pieno colore della grande orchestra, alle voci, e talvolta al sintetizzatore, a tutto vantaggio della costante varietà che costituisce una delle peculiarità di queste musiche. Tra i registi con i quali ha collaborato con maggior assiduità: Marco Bellocchio (Nel nome del padre, 1972; Marcia trionfale, 1976; Salto nel vuoto, 1980), Paolo e Vittorio Taviani (La notte di San Lorenzo, 1982; Kaos, 1984; Il sole anche di notte, 1990; Tu ridi, 1998) e, in particolare, Nanni Moretti (La messa è finita, 1985; Palombella rossa, 1989; Caro diario, La stanza del figlio). Ha inoltre lavorato con Fellini dopo la morte di Nino Rota (Ginger e Fred; Intervista, 1987; La voce della luna, 1990), Mario Monicelli (Speriamo che sia femmina, 1986), José Juan Bigas Luna (Huevos de oro, 1993, Uova d'oro; La teta y la luna, 1994), Luigi Magni (Nemici d'infanzia, 1995; La carbonara, 2000), Antonio Albanese (Uomo d'acqua dolce, 1997; La fame e la sete, 1999). Nel 1991 gli è stato attribuito il Nastro d'argento per i suoi lavori del 1990 (La voce della luna, In nome del popolo sovrano di Magni, Il male oscuro di Monicelli, Il sole anche di notte), mentre a portarlo definitivamente all'attenzione della scena internazionale, e soprattutto statunitense, è stata la colonna sonora per La vita è bella (seguita nel 2002 da quella per Pinocchio ancora di Benigni), insignita dell'Oscar. Pur dotate di forza sufficiente a renderle di successo anche autonomamente dall'impiego cinematografico, queste musiche accompagnano con lievità un film in sé delicato, dalle scene tipiche da commedia della prima parte all'atmosfera più drammatica della seconda, alternando leggeri e ironici numeri di danza a citazioni melodrammatiche e temi di maggior respiro e soprattutto utilizzando le specifiche risorse della musica come reminiscenza e nesso affettivo tra le diverse parti della vicenda. Di rilievo, oltre al suo impegno nel cinema, anche l'attività in campo teatrale, con lavori come i 'racconti musicali' su testi di Vincenzo Cerami; è inoltre autore di un musical, di un balletto e di musica da camera.
G. Blanchard, La trace, in "Vibrations", January 1987, 4, pp. 145-55; M. Werba, Nicola Piovani, in Film music around the world, ed. R. D. Larson, San Bernardino 1987.