Filosofo e teologo (Bronte 1740 - Roma 1795); prete e professore nel seminario di Monreale (1765), fu a Roma socio dell'Arcadia e canonico beneficiato della basilica vaticana. Tra le sue opere (si ricordino l'Analisi dell'esame critico del sig. Nicola Fréret sulle prove del cristianesimo, 1778; e la Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal sig. E. Gibbon, 1784), particolarmente famosa quella Dei diritti dell'uomo libri sei nei quali si dimostra che la più sicura custode dei medesimi nella società civile è la religione cristiana (1791): qui S. assume la difesa del fondamento naturalmente "cristiano" dei diritti dell'uomo proclamati dalla Rivoluzione francese (della quale denuncia il carattere deistico e ateo), e riconosce la sovranità popolare come fondamento del potere del governo. Oggetto di molte polemiche da parte di alcuni circoli religiosi (per es., giansenistici) e di molte corti europee (S. fu indicato come un "prete giacobino"), l'opera incontrò però larga fortuna presso il vasto pubblico e interesse presso le gerarchie cattoliche.