ANTONIO, Nicolás
Nacque a Siviglia nel 1617. Frequentò i corsi di umanità, filosofia, teologia e un anno di diritto canonico in quella città. Continuò i suoi studî a Salamanca. Ritornato a Siviglia, si dedicò interamente ai lavori di erudizione nella biblioteca dei benedettini, il cui abate fra' Benito de la Sierra aveva messo insieme una biblioteca tale che si dice non fosse sorpassata in numero che dalla Vaticana. Nel 1654, prescelto da re Filippo IV quale rappresentante e agente generale degli affari relativi alla corona di Spagna, delle Due Sicilie e dell'Inquisizione, passò a Roma, dove dimorò ben venti anni, attendendo, oltre che agli affari politici, anche agli studî prediletti. Richiamato a Madrid, dopo un certo tempo ebbe la nomina a canonico di Siviglia, ma continuò a vivere a Madrid, dove morì povero nel 1684, compianto da tutti per la sua carità e per le sue virtù. All'età di ventitré anni scrisse: De exilio, sive de exilii poena antiqua et nova exulumque conditione et juribus. Scrisse inoltre: Reparos á la Historia de Toledo del conde de Mora; Advertencias á los errores de D. Juan Tamayo en el segundo tomo del Martirologio; Libertus seu libertatis tractatus (incompleto); Bibliotheca Hispano-rabinica (menzionata da lui nel lib. VII, cap. I, n. 6 della Bibl. vetus: il ms. è alla Naz. di Madrid T. 179); Censura de historias fabulosas, pubblicata postuma da D. Gregorio Mayans y Siscar (Valenza 1742), con l'aggiunta di lettere dell'Antonio e altri eruditi. Le lettere dell'Antonio furono stampate a Lione nel 1775 a cura dello stesso Mayans y Siscar: Cartas de D. Nicolás Antonio de Solís... (Léon 1775) e ristampate nell'Epistolario español, I, vol. XIII della Bibl. d. aut. españ. Nel 1649, incominciò la sua grande opera di bibliografia spagnola (Bibliotheca hispana vetus et nova) e vi lavorò ininterrottamente a Siviglia, a Madrid e a Roma, dove, nel 1672, vide la luce quella parte che più tardi fu intitolata Bibliotheca nova, comprendendo gli autori spagnoli, con l'elenco delle loro opere, dal '500 al 1672: Bibl. hispana sive Hispanorum qui usquam unquamve sive latina sive populari sive alia quavis lingua scripto aliquid consignaverunt... (Roma 1672, due tomi in fol.). E il complemento della Bibliotheca vetus che comparve dodici anni dopo la morte dell'Antonio e che comprende gli autori spagnoli e portoghesi dall'antichità fino al Cinquecento: Bibliotheca hispana vetus, sive Hispanorum, qui usquam unquamve scripto aliquid consignaverunt, notitia... (Roma 1696): due tomi in un volume, pubblicati a spese del cardinale D. José Saenz de Aguirre e a cura dell'erudito D. Manuel Marti. I quattro tomi furono ristampati a Madrid nel 1788: Bibl. Hispana vetus sive Hispani scriptores qui ab Octaviani Augusti aevo ad annum Christi MD floruerunt... (Madrid 1788, due tomi) e Bibl. Hispana nova sive Hispanorum scriptorum qui ab anno MD nd annum MDCLXXXIVfloruere notitia (Madrid 1788, due tomi in fol., il primo con la data errata del 1783): la prima di queste due opere fu ristampata con aggiunte e correzioni, a cura di D. Francisco Pérez Bayer; la seconda, a cura di tre dotti bibliotecarî: D. Antonio Sánchez, D. Antonio Pellicer e D. Rafael Casalbón, che corressero scrupolosamente gli errori dell'edizione di Roma e migliorarono sensibilmente la disposizione degl'indici. Errori e omissioni furono notati nelle due Biblioteche, perdonabili per altro in un'opera di così vaste proporzioni e considerando lo stato della critica nel sec. XVII; ma anche se fossero più numerosi non diminuirebbero la ricchezza incomparabile di notizie raccolte in essa, che, al dire del Menéndez y Pelayo, è e sarà per molto tempo ancora il monumento più grandioso che la bibliografia abbia elevato alle scienze e alle lettere spagnuole.
Bibl.: Mayans y Siscar, Vida de D. Nicolás Antonio, Madrid 1733; A. E. Molins, Bibliogr. liter. de Espana, in Rivista crítica de hist. y liter., gennaio-febbraio 1899, pp. 27-32; V. Cian, G. B. Conti e alcune relaz. letter. fra l'Italia e la Spagna nella seconda metà del Settecento, Torino 1896, pp. 99-100; la nota che accompagna le lettere nell'Epistolario español, I, p. 582.