FOUQUET, Nicolas
Finanziere, nato a Parigi nel 1615, morto nel castello di Pinerolo il 23 marzo 1680. A soli 16 anni fu ammesso col titolo dì avvocato al parlamento di Parigi, e a 19 era già consigliere del parlamento di Metz, di dove passò al consiglio sovrano di Nancy. Acquistato nel 1636 un ufficio governativo, raggiunse presto la carica d'intendente che tenne per otto anni in varie provincie e al seguito dell'esercito, avendo così l'occasione di avvicinare la corte, di conoscerne gli usi e le debolezze e di farvisi apprezzare come uomo abile, fascinatore, fortunato.
Nel 1653, essendo vacante l'ufficio di sovrintendente alle finanze, il F. l'ottenne, non solo in premio della sua fedeltà e dei servizî resi al card. Mazzarino, ma assai più per la sua ricchezza personale e per quella dei parenti della sua seconda moglie, che offrivano un valido aiuto nei bisogni continui e urgenti della corona, alla quale i finanzieri non erano più disposti a fare prestiti senza la garanzia personale del sovrintendente. D'allora in poi la funzione principale del F. fu quella appunto di trovar denaro per i bisogni sempre più assillanti della corona per le spese di guerra e di corte. Una situazione simile, per cui la stessa persona faceva, in nome proprio o per conto dei suoi soci, forti anticipazioni alla corona, e ne amministrava nello stesso tempo le entrate, non era affatto nuova per la storia finanziaria della monarchia assoluta, ma creava un disordine gravissimo e si prestava a tutte le maldicenze e alle accuse di malversazione.
Era quindi naturale, se non in tutto giusto, che il Colbert, entrato nel 1661 come intendente nell'amministrazione finanziaria, si schierasse contro il F. non solo per scalzare un rivale e prepararsene la successione, ma anche perché i metodi e gl'interessi, di cui il F. era l'incarnazione, costituivano l'ostacolo maggiore per quella riforma finanziaria che andava già maturando il futuro ministro di Luigi XIV. Perciò egli informò segretamente il re delle vere o presunte malversazioni del F., e quando fu istruito contro di questo il processo d'alto tradimento per malversazioni, per aver architettato un piano di guerra civile, il Colbert gravò la mano sul caduto con le sue deposizioni. Nonostante ciò, le accuse poterono essere solo parzialmente provate: la proposta di sentenza capitale non ottenne che pochi voti, e il F. fu condannato soltanto al bando. Luigi XIV, malcontento di questa sentenza troppo mite, mutò la condanna nella detenzione perpetua. Trasportato nel 1665 nel castello di Pinerolo, il F. vi fu tenuto fino alla morte.
Bibl.: A. Chéruel, Mémoires sur la vie publique et privée de Fouquet, Parigi 1864; P. Clément, Histoire de la vie et de l'administration de Colbert, 2ª ed., Parigi 1874; E. Bonnaffé, Le surintendant Fouquet, Parigi 1882; J. Lair, Nicolas Fouquet, Parigi 1890; U.-V. Chatelain, Le surintendant Nicolas Fouquet, protecteur des lettres, des arts et des sciences, Parigi 1905; G. Martin, La surintendance de Fouquet et les opérations de crédit public, Parigi 1913.