BARBERINI, Nicolò
Nacque a Firenze il 27 genn. 1492 da Francesco (1454-1530) e da Marietta Miniati. Successe al padre ed al fratello maggiore Carlo (1488-1566) nella direzione dell'azienda per il commercio dei panni fondata da Francesco.
L'azienda acquistò notevole importanza quando Francesco, che già dirigeva un laboratorio per la tintura dei tessuti a Firenze, decise di rivolgere la propria attività ai traffici con l'Oriente balcanico e turco. A questo fine Carlo Barberini fu inviato nel 1512 a Lecce, dove convergeva il commercio fiorentino con l'Oriente, a studiarvi la situazione del mercato accertando l'opportunità di isti,tuire un'agenzia della ditta in un posto più settentrionale della costa adriatica, più facilmente accessibile da Firenze, e stabilendo il miglior tragitto commerciale tra la nuova sede e i centri mercantili del Levante. A quanto risulta dal carteggio conservato nell'Archivio barberiniano, la nuova attività fu preparata con ogni cautela, con uno studio attento del costo dei noli marittin-ii, delle spese di trasporto, della sicurezza nelle comunicazioni terrestri: finalmente fu prescelta quale sede dell'agenzia Ancona e fu stabilito che di lì le merci sarebbero state inviate per nave sino a Ragusa per proseguire poi per via di terra sino a Pera. L'agenzia fondata in quest'ultima città fu diretta da Carlo sino al 1515, allorché la direzione di essa fu affidata a Nicolò.
Nel quindicennio successivo, tuttavia, il B. non si limitò a dirigere l'agenzia di Pera, ma andò sempre più assommando nelle proprie mani il controllo dei traffici orientali dell'azienda: di qui i suoi continui viaggi da Pera a Ragusa, ad Ancona, a Firenze. Morto il padre Francesco nel luglio 1530, gli eredi, riuniti a Firenze nel 1531, stabilirono di lasciare indiviso il capitale familiare investito nell'attività commerciale e confermarono il B. nell'effettiva direzione della ditta. Da Ancona, dove si trasferi nel 1539, il B. diede nuovo impulso alla sua attività, estendendola alle piazze di Alessandria d'Egitto, Lione, Parigi, Anversa e Londra, oltre che a varie città italiane.
Un fratello del B., Antonio, fu il suo principale collaboratore per il mercato europeo. A Carlo fu afflidata la rappresentanza della ditta a Firenze, con l'incarico di curare in particolare i difficili rapporti con le autorità politiche medicee, rese diffidenti verso i Barberini dalla prolungata assenza di Nicolò da Firenze, che datava significativamente dall'elezione di Cosimo de' Medici, nel 1537, e soprattutto dall'amicizia di Antonio Barberini, anche lui fuoruscito, con gli Strozzi. Nell'azienda del B., che stabilì anche una nuova succursale a Pesaro, furono impiegati vari altri membri della famiglia, tra i quali Silvestro Popoleschi, genero di Carlo Barberini e due figli di quest'ultimo: Raffaele (inviato col Popoleschi a reggere la succursale di Anversa nel 1555) e Taddeo, il quale, nato intorno al 1530, successe al B. nella conduzione dell'azienda, che esercitò fino alla morte, avvenuta nel luglio 1575.
Dal 1555 il B. iniziò una lite con il fratello Antonio, il quale, avendo deciso di ritirarsi dall'attività commerciale, pretendeva la sua quota parte di capitale. Fino al 1564 risulta che il B. rimase ad Ancona. Di quest'anno è una sua supplica a Cosimo I perché gli concedesse di rimpatriare. Tornato a Firenze, vi rimase fino alla moìte, avvenuta il 24 marzo 1574.
Difficile è valutare l'importanza dell'attività commerciale di questo gruppo di mercanti facenti capo al B.; estesi furono gli scambi e probabilmente l'azienda dovette essere molto redditizia, nonostante i fallimenti subiti in Anversa dal Popoleschi e da Raffaele Barberini nel 1557- Però le sole indicazioni intorno al capitale sociale si ricavano dal carteggio della lite fra il B. e il fratello Antonio. In tale carteggio, di necessità parziale data la sua natura, Nicolò indicò come quota spettante al fratello la cifra, da quest'ultimo però contestata con molta energia, di 6500 scudi (lettera del 5 dic. 1555). Tale cifra rappresentava più di un decimo del capitale sociale.
Fonti e Bibl.: Archivio segreto vaticano, Archivio Barberini. Documenti anteriori al Pontificato, busta 1-7; P.Pecchiai, Un assassinio politico a Roma nel Cinquecento, in Archivi, Roma 1956, quad. 2, pp. 34-31 e passim; Id., I Barberini, ibid., Roma 1959, quad. s, pp. 105-109 e passim.