CURTAROLO, Nicolò
Nacque a Padova nella prima metà del sec. XIV da Enrico.
Il padre, notaio, era già morto nel 1340; oltre al C. aveva avuto una figlia, India, e due figli, Pietro e Guglielmo, che fu giudice. Il C. fu probabilmente zio paterno del notaio, giudice e diplomatico padovano Guglielmo di Pietro Curtarolo.
Poco si sa sulla vita del C. fino all'aprile del 1372 quando compare al servizio della signoria dei da Carrara, già tanto importante da essere incluso fra i cavalieri e gli uomini di Stato in un consiglio di guerra convocato da Francesco il Vecchio all'inizio della guerra con Venezia. Il C. servì valorosamente il signore di Padova nel conflitto; in seguito, dal 1378 divenne capo dell'amministrazione familiare e fattore generale della signoria carrarese. Nel febbraio del 1378 si recò con Michele Rabatta a Buda come ambasciatore di Francesco il Vecchio alla corte di Luigi, re di Ungheria, per ratificare un trattato con il re e il Comune di Genova all'inizio della guerra di Chioggia. Tornato a Padova, nel 1379 fu rappresentante di Francesco il Vecchio per un prestito al Comune di Genova.
Durante il suo triennale soggiorno a Padova, dal 1379 al 1382, Giovanni Conversini ebbe molte opportunità di osservare la falsità e l'avidità del C., che era, come capo dell'amministrazione, il suo superiore diretto. In una lettera scritta nel settembre del 1385, intitolata De primo eius introitu ad aulam (per cui v, B. G. Kohl, The Works of G. di Conversino da Ravenna: a Catalogue of Man..., in Traditio, XXXI [1975], pp. 353-55) e diretta al nobile veneziano Marco di Pietro Giustinian, il Conversini descrive il C. come un epicureo e un ipocrita e lo critica per i suoi modi falsi e astuti, rimproverandolo per essere stato la causa della sua partenza da Padova nel tardo 1382. Evidentemente però il suo servizio ottenne al C. l'appoggio e la riconoscenza del signore di Padova, poiché il 25 febbr. 1384 egli ricevette in dono da Francesco il Vecchio un palazzo e un'altra casa in contrada S. Niccolò in Padova. In quel medesimo anno il C. ebbe l'incarico di riscuotere la decima parte delle eredità dei cittadini padovani per pagare le spese di guerra e l'acquisto di Treviso a Leopoldo. II di Asburgo, duca d'Austria. Sembra anche che il C. si unisse a Francesco il Vecchio nell'estorcere lasciti ai cittadini di Padova sul loro letto di. morte, come fu testimoniato in deposizioni rese ai vicari del Visconti a Padova, dopo la prima caduta dei da Carrara nel 1388.
Durante la guerra contro gli Scaligeri il C. combatté valorosamente nella battaglia di Brentelle nel giugno del 1386 e poco dopo fu fatto cavaliere da Antonio da Rho per il suo coraggio. In quello stesso anno Francesco il Vecchio ricevette il castello di Zurnelle (la moderna Mel) sul Piave, fra Belluno e Feltre, in regalo da Leopoldo, duca d'Austria, e dal 1387 concesse al C. il territorio, con il titolo di conte delle Zurnelle e di Cesana.
Quando nel giugno del 1388 Padova era sotto la minaccia della conquista viscontea il C. partecipò ad un consiglio di "familiari" del da Carrara, che esortò Francesco il Vecchio a rinunciare alla signoria di Padova in favore di suo figlio, Francesco Novello. Nell'agosto il C. segui Francesco il Vecchio a Treviso, e qui fece testamento insieme con sua moglie, Pantasilea di Alberto Curtarolo, sua lontana parente.
Il suo testamento, redatto il 31 ag. 1388, rivela che il C. aveva ammassato enormi ricchezze in terre e proprietà come direttore della "fattoria" di Padova e come astuto amministratore del signore carrarese. Oltre a pochi legati alla sorella India, alla parrocchia di Curtarolo, a chiese, monasteri, a familiari e a nubende, il C. lasciava la maggior parte della sua proprietà al signore di Padova, Francesco Novello, incluse "tutte le sue possessioni di Curtarolo e d'oltre il Brenta, le sue case in Padova e quelle già di Oliviero di Curtarolo, ereditate dalla moglie, tutti i diritti sui suoi creditori e i 3.000 ducati che avanza dal marchese di Ferrara, le possessioni di Villa Camini e (morendo il figlio in età pupillare) i beni di Conselve e di Contrà Casara..." (Liberali, p. 97). Ai suoi eredi universali, Francesco di Matteo e Pietro Piccinino di Pietro Curtarolo, egli lasciava il resto delle sue proprietà. In compenso per tutti questi beni Francesco Novello doveva soltanto elargire una rendita annua di 200 lire alla sorella India per il mantenimento del figlio naturale, Nicolo iunior. Gli esecutori testamentari erano importanti membri della cerchia carrarese, inclusi Paolo e Luca Leone, Biasio degli Ovetari e il professore di diritto G. Porcellini.Poco dopo aver fatto testamento in Treviso, il C. tornò a Padova e lì morì prima della fine del 1388, probabilmente nel novembre: era infatti già morto nel dicembre, quando i vicari viscontei a Padova decretarono la confisca delle sue proprietà in Padova e nel Padovano.
Nella sentenza il C. fu definito avido dei beni di chiese e di monasteri e nemico delle vedove e dei poveri di Padova. Il testamento provocò alcune liti, poiché il 9 marzo 1390 Guglielmo di Pietro e Pietro Piccinino di Pietro Curtarolo a nome loro e del loro pronipote Francesco di Matteo si appellarono contro il legato in favore del figlio naturale del C., Nicolò iunior e del suo tutore Luca Leone. Il risultato della controversia non è noto.
Fonti e Bibl.: G. B. e A. Gatari, Cronaca Carrarese, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVII, 1, a cura di A. Medin-G. Tolomei, pp. 63, 227, 251, 295, 311 ss., 329, 354; Monum. della Univers. di Padova(1222-1318), a cura di A. Gloria, II, Venezia 1884, p. 29; Idem, (1318-1405), II, Padova 1888, pp. 113, 140, 150, 159, 165, 171, 175 s., 192, 200 s., 203, 238 s.; R. Cessi, Prigionieri illustri durante la guerra fra Scaligeri e Carraresi, in Atti della R. Acc. di sc. di Torino, XL (1904-05), p. 986; Id., Un processo carrarese del 1389, in Mem. stor. cividalesi, II (1906), pp. 33 s.; Id., Il malgoverno di Francesco il Vecchio signore di Padova, in Atti del R. Ist. veneto..., LXVI (1906-07), 2, pp. 741, 746; E. Bertanza-G. Della Santa, Documenti per la storia della cultura in Venezia, Venezia 1907, pp. 147, 160 s.; A. Medin, Un familiare dei Carraresi: N. da C., in Atti e mem. dell'Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova, n. s., XXXII (1915-16), pp. 171-92; R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna, insigne figura d'umanista (1343-1408) Como 1924, pp. 47, 54 s., 160, 186 s.; G. Liberali, La dominazione carrarese in Treviso, Padova 1935, pp. 74, 87, 96 s., 102, 160, 162, 196; A. Simioni, Storia di Padova, Padova 1969, pp. 520 s., 545, 576.