FERRACCIU, Nicolò
Nato a Calangianus (Sassari) il 10 maggio 1815 da Antonio e Lucia Mossa, studiò giurisprudenza all'università di Sassari e si laureò nel 1836. Aggregato ben presto al Collegio di giurisprudenza di quell'università, si dedicò contemporaneamente all'attività forense, divenendo uno stimato avvocato civilista e penalista. Nel 1847 fu nominato professore di economia e diritto commerciale nell'università sassarese, per la quale si batterà alla Camera contro la decretata soppressione.
Nel 1849, eletto deputato nel II collegio di Sassari, iniziava una lunga attività di parlamentare durata - con la sola eccezione della XII legislatura (1874-76) - fino alla morte.
Nel Parlamento subalpino sedette a sinistra e si pronunciò subito contro l'armistizio di Novara, ritenendolo un attentato allo statuto e all'onore dell'Italia (Atti parl., Camera, Discussioni, tornata 27 marzo 1849). Sempre vicino ai problemi della sua isola, fu più volte eletto presidente del Consiglio divisionale della Gallura e dei Consiglio provinciale di Sassari. Nel 1852 si pronunciò alla Camera contro lo stato d'assedio decretato dal governo nella provincia di Sassari; quando nel 1855 scoppiò il colera nella città si distinse nel promuovere iniziative per combattere l'epidemia. Nello stesso anno morì la moglie, dalla quale aveva avuto quattro figli. Nel 1860 prendeva posizione contro la cessione di Nizza e Savoia alla Francia (Parole del deputato N. Ferracciu..., Torino 1860).
Nel 1861, con il grado di maggiore, comandò il battaglione della guardia nazionale di Sassari distaccato ad Orvieto; i buoni rapporti istaurati con la popolazione gli valsero l'elezione a deputato (XI legislatura) in quella stessa circoscrizione. Nel Parlamento si schierò con la Sinistra moderata; vicino al terzo partito di A. Mordini, si mantenne sempre indipendente. Quando nel 1865 G. Lanza, che cercava accordi con la Sinistra moderata per allargare la base parlamentare del governo, lo contattò per il ministero della Pubblica Istruzione, rifiutò non ritenendo ancora opportuna la sua partecipazione al governo.
Furono gli anni più fecondi della sua attività politica e parlamentare. Fu membro di numerose commissioni, tra le quali quella per l'esame dei resoconti amministrativi (nel 1865), per il bilancio (fu confermato in più legislature), per le inchieste sulla costruzione del carcere giudiziario di Sassari, sui fatti della Regia cointeressata per la fabbricazione dei tabacchi (che si proponeva di indagare i rapporti intercorrenti tra politica e ambienti affaristici) e sulle condizioni della Sardegna (nel 1868). Concentrò l'attenzione sui rapporti Stato e Chiesa, sostenendo la piena libertà di questa sotto la protezione delle leggi o delle istituzioni di quello senza alcun privilegio. Quindi, nel 1864, presentò un progetto di legge per abrogare gli articoli riguardanti l'esenzione dei chierici dalla leva e nel febbraio 1871 si pronunciò contro il progetto di legge sulle guarentigie (stampato nello stesso anno a Firenze). La sua competenza lo portò ad essere eletto nel 1872 nella commissione incaricata di esaminare il progetto ministeriale sulle Corporazioni religiose nella provincia romana; insieme con S. Mancini e N. Zanardelli portò avanti nella commissione la posizione della Sinistra, che chiedeva di estendere alla provincia romana le leggi del 1866-67 senza alcuna deroga, ma non desiderava sabotare la legge temendone il rinvio, e riuscì ad ottenere soltanto alcune modifiche. A coronamento della sua attività parlamentare venne eletto nella XI legislatura vice presidente della Camera, carica rinnovatagli nella XVII legislatura.
Nel 1874, coerentemente con la linea politica perseguita fino a quel momento, fece parte del comitato direttivo della "Giovane Sinistra": essa esprimeva la nuova tendenza della Sinistra moderata, che anteponeva alle riforme politiche quelle amministrative e finanziarie, cercando nuove alleanze per governare. Questa linea non fu premiata dall'elettorato, e il F. non fu rieletto in quella legislatura. La sua posizione si rafforzò dopo il 1876, con l'avvento della Sinistra ai potere. Nel dicembre 1878 fu chiamato a reggere il ministero della Marina nel terzo governo Depretis (19 dic. 1878-14 luglio 1879).
Il 30 marzo 1884 fu chiamato a reggere il ministero di Grazia, Giustizia e Culti nel sesto governo Depretis. Accusato di aver indirizzato una lettera augurale a P. Sbarbaro, fu contestato perché troppo debolmente procedeva contro il giornale scandalistico Le Forche caudine, sul quale scriveva lo stesso Sbarbaro; amareggiato e stanco, si dimise il 24 novembre. Da quel momento tenne alla Camera un atteggiamento indipendente, votando spesso contro i provvedimenti del governo.
Morì a Roma il 2 marzo 1892.
Fonti e Bibl.: Nel Museo centrale del Risorgimento a Roma si conserva il manifesto del F. indirizzato ai cittadini di Orvieto (b. 1097, f. 3) e alcuni documenti che lo riguardano (b. 620, f. 1; b. 640, f. 14; b. 708, f. 21). Si vedano gli Atti parlamentari, Camera, Discussioni, legislature II-XVII, ad Indices. Necrol. in Annuario dell'Università di Sassari 1892-93, e in L'Illustraz. ital., 6marzo 1892, p. 159; P. Salis, Commemor. di N. F., Sassari 1892. Notizie sul F.: P. Tola, Notizie storiche dell'univer sità di Sassari, Genova 1866, p. 82; P. Vigo, Storia degli ultimi trent'anni del secolo XIX, Milano 1910, pp. 121, 188 s.; G. Carocci, A. Depretis e la politica interna ital. dal 1876 al 1887, Torino 1956, pp. 222, 607; A. Berselli, La Destra storica dopo l'Unità, I, Bologna 1963, p. 348; II, ibid. 1965, p. 287; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, V, Milano 1968, p. 360; VI, ibid. 1970, pp. 145, 146 n., 299, 314s.; M. Belardinelli, Il conflitto per gli exequatur (1871-1878), Roma 1971, p. 75; L. Del Piano, La Sardegna nell'Ottocento, Sassari 1984, ad Ind.;G. Sotgiu, Storia della Sardegna dopo l'unità, Bari 1986, ad Ind.;P. Zannoni, N. F., dimenticato in "patria" non dalla storia, in Periodico della Comunità montana, 3 (Gallura), maggio-giugno 1987, pp. 22-25; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Terni 1890, pp. 452 s.; A. Moscati, Iministri del Regno d'Italia, Salerno 1964, IV, pp. 358-369; A. Satta Branca, Rappresentanti sardi al Parlam. subalpino, Cagliari 1985, ad Ind.