MANFREDI, Nicolò
Nacque a Bosco Marengo, nell'Alessandrino, il 3 apr. 1836, in una distinta famiglia piemontese, secondogenito dei tre figli di Carlo Andrea, avvocato e più volte sindaco della città, e di Teresa Polastri, proveniente da una famiglia di medici di Tortona (il fratello Giuseppe Antonio era stato protomedico di Alessandria).
Compiuti gli studi classici in Alessandria, usufruendo di una borsa di studio presso il Real Collegio delle provincie si iscrisse alla facoltà medica dell'Università di Torino, ove, allievo interno durante gli anni del corso nell'ospedale Maggiore, si laureò il 18 luglio 1860 discutendo una tesi sugli effetti terapeutici della musica. Successivamente, dopo aver prestato il servizio militare nella Guardia nazionale, nel 1861, grazie a una borsa di studio per perfezionamento, si recò a Parigi, ove frequentò le cliniche oculistica e chirurgica dirette rispettivamente da L.-A. Desmarres e da A. Nélaton.
Tornato a Torino, si indirizzò allo studio dell'oftalmoiatria e prestò servizio come assistente presso la clinica oculistica universitaria diretta da C. Sperino. Nel 1865, vinto il relativo concorso, ottenne il posto di assistente nella clinica oculistica dell'Università di Pavia diretta da A. Quaglino, allora impegnato nelle prime applicazioni cliniche dell'oftalmoscopio. Durante gli anni trascorsi nell'ateneo pavese coltivò in particolare gli studi di istologia normale e patologica presso l'istituto di patologia generale, diretto dapprima da P. Mantegazza e poi da G. Bizzozero, al quale si legò subito con amicizia e col quale tra il 1867 e il 1868 trascorse alcuni mesi a Berlino, presso l'istituto di clinica oculistica diretto da A. von Graefe e il laboratorio di patologia di R. Virchow. A Pavia il M. fu inoltre assiduo di C. Golgi, col quale lavorò nel laboratorio di patologia sperimentale fondato dal Bizzozero, di E. Bottini e di C. Forlanini.
Assunta a seguito di pubblico concorso nel 1874 la direzione della cattedra di clinica oculistica dell'Università di Modena, succedendo a F. Businelli, vi rimase per 10 anni. Nel 1884, infine, vinto il concorso per professore ordinario, fu chiamato all'Università di Pisa a fondarvi e dirigervi la clinica oculistica: sarebbe stata questa la sua sede definitiva, poiché nel 1886, forse anche per una certa diffidenza manifestata nei suoi confronti dall'antico maestro, non riuscì a superare il concorso per la successione al Quaglino alla direzione della cattedra di Pavia.
All'efficace attività didattico-formativa, il M. unì quella altrettanto encomiabile di clinico e di ricercatore: particolarmente curato nella semeiotica e nella diagnostica, valente chirurgo, condusse interessanti studi di patologia e clinica oculistica.
Recò contributi soprattutto di ordine istologico alla conoscenza della struttura dell'apparecchio visivo e fu tra i primi a dare un fondamento anatomopatologico all'oftalmoiatria. Iniziò le sue prime ricerche in tale settore quando era a Pavia: dopo un contributo clinico sulla terapia delle vie lacrimali (Della cura radicale del tumore e della fistola del sacco lagrimale, Torino 1864), pubblicò uno studio istologico di un glioma retinico in una bambina, del quale sostenne la probabile origine nella membrana limitante interna (Un caso di glioma della retina. Nota clinica ed anatomica, in Riv. clinica di Bologna, 1868, vol. 7, pp. 168-172; 1869, vol. 8, pp. 129 s.; Due parole al prof. Arcoleo sullo sviluppo del glioma della retina, ibid., pp. 344 s.), di altre neoplasie oculari (Mixoma del nervo ottico. Esame anatomico, in Annali di ottalmologia, I [1871], pp. 337-341; Contribuzione alla storia clinica ed anatomica dei tumori intra ed extra-oculari, ibid., III [1873], pp. 3-23; III [1874], pp. 182-200, in collab. con A. Quaglino) e della tubercolosi (Riassunto preventivo di uno studio clinico istologico di un caso a contribuzione della tubercolosi oculare, ibid., pp. 439-446); descrisse inoltre accuratamente alcune strutture oculari (Sulla struttura della parte ciliare della retina, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 6, III [1870], p. 89; Annotazioni istologiche sulla retina del cavallo. Studio fatto con la collaborazione del prof. Golgi, in Giorn. della R. Accademia medica di Torino, s. 3, XII [1872], pp. 289-307, 351-356). Allo stesso periodo risale anche la sua collaborazione al Dizionario delle scienze mediche (I-II, Milano 1871-74), per il quale redasse le voci Canale ciliare, Cornea, Coroidea, Corpo ciliare, Cristallino, Vasi ciliari.
A Modena il M. inaugurò il corso con una dotta prelezione sui rapporti tra la specialità e le altre branche della medicina (Importanza e rapporti dei rami principali della medicina con l'oftalmojatria, in Lo Spallanzani, XIII [1875], pp. 49-66). Proseguì i suoi studi istopatologici, in particolare sulla tubercolosi (Contribuzione clinica ed anatomo-patologica alla tubercolosi oculare, in Annali di ottalmologia, IV [1875], pp. 265-314; Esame anatomico di un piccolo settore di neoplasia iridocigliare e considerazioni critiche per la relativa diagnosi di tubercolosi primitiva, ibid., IX [1880], pp. 75-88), che dimostrò essere la causa dei piccoli noduli dell'iride sino ad allora interpretati come granulomi; sul glaucoma, di cui fu il primo a sospettare l'origine dall'occlusione degli spazi di Fontana per l'aderenza alla base dell'iride della faccia posteriore della cornea (Esame anatomico su un occhio glaucomatoso, ibid., V [1876], pp. 363-369, edito contestualmente con il lavoro di F. Gosetti Glaucoma cronico semplice dell'occhio destro ribelle all'iridectomia. Fenomeni simpatici consecutivi all'atto operativo. Guarigione della forma glaucomatosa dopo l'enucleazione dell'occhio sinistro. Da parecchi anni cieco per glaucoma conclamato); sul cosiddetto mollusco contagioso, del quale dimostrò la natura epidermica escludendone la contagiosità (Sul mollusco contagioso: studio anatomico ed istologico, in Arch. per le scienze mediche, I [1876-77], pp. 1-26, in collab. con G. Bizzozero). Recò inoltre importanti contributi clinici: ancora sulla tubercolosi (in collaborazione con A.A. Cofler, Contribution à l'étude clinique et anatomique de la tuberculose oculaire, in Archives d'ophthalmologie, I [1880-81], pp. 44-48 e Note de contribution à l'étude clinique et anatomique de l'ophthalmie sympathique suite d'iridectomie, et à la tuberculose oculaire, in Comptes-rendus du Congrès périodique international d'ophthalmologie, 1880, Milano 1881, VI, 2, pp. 3-13); sulla necessità di effettuare la profilassi antisettica del campo operatorio mediante nebulizzazioni con soluzioni di acido fenico nella chirurgia oculare (La profilassi antisettica nella chirurgia oculare, in Collezione italiana di letture sulla medicina, s. 1, III, pp. 145-178); sull'impiego dei semi di jequirity nella terapia del tracoma (La congiuntivite jequiritica e la sua efficacia nella cura del tracoma, in Bollettino d'oculistica, V [1882-83], pp. 297-305), sulla lussazione spontanea del cristallino (La lussazione spontanea del cristallino da ectopia lentis congenita ed il glaucoma secondario consecutivo, in Arch. per le scienze mediche, VIII [1884-85], pp. 161-214). Pubblicò inoltre la descrizione di vari casi clinici.
Il M. resse la cattedra di Pisa fino al 1906, quando fu collocato a riposo. Per i meriti acquisiti nella ricerca scientifica e nell'attività universitaria fu insignito dell'Ordine reale della Corona d'Italia. Aveva sposato Maria Gallarati, dalla quale ebbe 4 figli.
Ritiratosi a Bosco Marengo, vi morì il 20 sett. 1916.
Fonti e Bibl.: Bosco Marengo, Arch. privato della famiglia Manfredi; necr., in Arch. di ottalmologia, XXIII (1916), pp. 405-410; in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, XL (1917), pp. 155-159; G. Gonella, M. N., in Annuario della R. Università di Pisa, a.a. 1922-23, Pisa 1923, pp. 473-478; G. Ovio, L'oculistica di A. Scarpa e due secoli di storia, II, Napoli 1936, pp. 1329 s.; Id., Storia dell'oculistica, II, Cuneo 1952, pp. 825 s.; Memor, N. M. (1836-1916), oculista ed istologo dell'Ottocento, in Iulia Dertona, s. 2, IV (1957), 8-10, pp. 25-38; G.M. Delle Piane, Nel cinquantenario della morte di N. M., in La Provincia di Alessandria, 7-8 luglio 1966, pp. 21-23; G. Gorin, History of ophthalmology, Wilmington 1982, pp. 203, 205; P. Mazzarello, La struttura nascosta. La vita di Camillo Golgi, Bologna 1996, pp. 61 s., 213 s.; G. Manarolo, N. M., in Nuova Alexandria: ieri, oggi e domani. Riv. di cultura e varia umanità, III (1997), 5, p. 23; P. Mazzarello - A.L. Calligaro, Gli anni pavesi di Giulio Bizzozero, in Atti del Convegno per il centenario della morte di G. Bizzozero, Torino-Varese... 2001, Varese 2002, pp. 187-192; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärtze, IV, pp. 55 s.