SIGNORILI, Nicolò (Nicolaus de Signorilis). – Nacque a Roma presumibilmente nel terzo quarto del XIV secolo, da Antonio, esponente di una famiglia di tradizione notarile: risultano infatti attivi, al servizio della Curia e della famiglia Colonna (ramo di Genazzano), l’avo Nicola, lo zio Pietro e il cugino Coluzza (Lori Sanfilippo, 2007, p. 51)
Il nome della madre è ignoto.
Nulla è noto della formazione di Signorili, che nel 1400 contrasse matrimonio con Angela, figlia del medico Andrea di Nicola de Baractis, scomparsa nel 1419 (Roma, Archivio storico capitolino, Camera Capitolina, Notarile, sez. 1, 785 bis/3, cc. 22r-23r; P. Egidi, Liber anniversariorum..., I, 1908, p. 340). La cospicua dote di 300 fiorini consolidò la posizione economica di Signorili, già investitore nell’appalto per la riscossione della gabella per il pescato di Sant’Angelo (cfr. il testamento, redatto in quell’anno: Roma, Archivio storico capitolino, Camera Capitolina, Notarile, sez. 1, 785 bis/3, cc. 22r-23r; Lori Sanfilippo, 2001, pp. 446, 449).
Le prime attestazioni della sua attività notarile risalgono al 1401, quando rogò per il monastero camaldolese dei Ss. Andrea e Gregorio al Monte Celio atti relativi al prelievo del sale (G.B. Mitterelli - A. Costadoni, Annales Camaldulenses, VI, 1761, coll. 573-586; A. Bartola, Il regesto del monastero dei SS. Andrea e Gregorio..., II, 2003, pp. 293-295). Nel 1407 divenne notaio a vita dell’ars bobacteriorum (gli allevatori di bestiame), della quale compilò gli statuti (Ricci, 1893); dall’anno successivo iniziò a prestare i suoi servizi alla famiglia Colonna.
Per essa rogò atti importanti: il testamento della moglie di Fabrizio Colonna, Nanna di Supino (1408; Subiaco, Biblioteca di S. Scolastica, Archivio Colonna, perg. LII, 31); gli accordi matrimoniali tra Caterina Colonna e Guidantonio da Montefeltro (ibid., pergg. I, 43; LVI, 101; cfr. Rehberg, 1992, p. 239).
Ascritto dal 1408 alla Societas raccomandatorum imaginis Salvatoris nostri ad Sancta Sanctorum (la potente e ricca confraternita romana strettamente legata al casato colonnese, amministratrice dell’omonimo ospedale e deputata a custodire la venerata immagine acheropita del Salvatore custodita nel Sancta Sanctorum), della quale divenne notaio e segretario perpetuo, ne ordinò l’archivio e ne redasse (1419) il Liber anniversariorum contenente l’elenco degli anniversari dei soci, il luogo di sepoltura e di celebrazione della ricorrenza, i lasciti dei raccomandati (Archivio di Stato di Roma, Sancta Sanctorum, 1006; edito in P. Egidi, Liber anniversariorum..., cit.; 1908, cfr. Pavan, 1984, p. 86). Nel frattempo era divenuto (12 ottobre 1417) caporione della regione Monti (Diarium Romanum..., 1738, p. 1059).
La sua carriera fece un salto di qualità, consentendogli di entrare nell’amministrazione del Comune di Roma, quando Oddone Colonna divenne papa (1419). Fu notaio dei conservatori, scribasenato e commissario della Camera Urbis; nel 1421 incominciò la compilazione del Liber grossus, un importante registro amministrativo (Archivio di Stato di Roma, Camera Urbis, 1; cfr. Lombardo, 2005). Nel 1422 Martino V lo nominò (con Nardo Venettini e Luca Nannoli) nella commissione che controllava i versamenti degli appaltatori del comune di Roma (Archivio di Stato di Roma, Camera Urbis, 1, cc. 125r-126v). Tra il 1422 e il 1424 applicò i privilegi di esenzione del patrimonio colonnese dalla gabella del sale (Subiaco, Biblioteca di S. Scolastica, Archivio Colonna, pergg. IV.37-41, cfr. Tomassetti, 1897, pp. 339-343; Rehberg, 1992, pp. 248 s.). Al 1425 risale il De iuribus et excellentiis Urbis Romae, scritto su commissione dei conservatori di quell’anno, Giorgio Marcellini, Giovanni Damiani e Giovanni Paolo della Torre, affinché si redigesse un elenco dei diritti e delle giurisdizioni del comune di Roma.
L’opera, dedicata a papa Colonna, al quale risale certo l’input dato ai conservatori, ebbe lo scopo di legittimare il potere pontificio che Martino V stava restaurando su Roma, attraverso una raccolta di norme dimenticate, se non addirittura soppresse, durante i caotici anni della cattività avignonese e dello scisma (Franceschini, 1992; Pavan, 1992; McCahill, 2013). Signorili fu scelto per la redazione di tale impresa grazie alla conoscenza della macchina amministrativa capitolina e della città di Roma nonché per la sua vicinanza alla famiglia Colonna. Il De iuribus ha una struttura complessa: il proemio, la Descriptio (comprensiva di una trattazione storica su Roma, le sue istituzioni e i suoi diritti), la descrizione sommaria dei rioni e degli uffici statali, dei poteri (spirituale e temporale) del papato sulla città; quindi la lista delle basiliche e delle chiese titolari e diaconali, le modalità di elezione papale e imperiale, l’amministrazione delle chiese romane, l’elenco delle reliquie possedute dalle singole chiese e, in chiusura, una retorica esaltazione di Roma. Completa il De iuribus una silloge epigrafica datata al 1409, la cui paternità, una volta assegnata a Cola di Rienzo, poi a Signorili o Poggio Bracciolini, è dibattuta (Petoletti, 2003).
Morì a Roma tra il 1428 e il 1429 (P. Egidi, Liber anniversariorum..., cit., p. 346).
L’appartenenza di Signorili ai circoli umanistici romani e la vicinanza ad Antonio Loschi, Poggio Bracciolini e Cencio de Rustici (Valentini - Zucchetti, 1953, p. 158) non è suffragata da alcuna prova. I suoi documenti e protocolli confluirono per testamento alla società del Salvatore ad Sancta Sanctorum, ove furono dispersi in epoca ignota (Lori Sanfilippo, 2007, p. 104).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico capitolino, Camera Capitolina, Notarile, sez. 1, 785 bis/3, cc. 22r-23r; Archivio di Stato di Roma, Camera Urbis, 1; Sancta Sanctorum, 1006; Subiaco, Biblioteca di S. Scolastica, Archivio Colonna, Mss., A.II.50 (De iuribus..., non autografo); Archivio Colonna, pergg., I.43; IV.37-41; LII.31; LVI.101; Diarium Romanum [...] auctore Antonio Petri, in RIS, XXIV, Mediolani 1738, p. 1059; G.B. Mittarelli - A. Costadoni, Annales Camaldulenses, VI, Venetiis 1761, coll. 573-586; P. Egidi, Liber anniversariorum della fraternita dei Raccomandati del SS. Salvatore ad Sancta Sanctorum, in Id., Necrologi e libri affini della provincia romana, I, Roma 1908, pp. 310-541 (in partic. pp. 340, 346); A. Bartola, Il regesto del monastero dei SS. Andrea e Gregorio ad Clivum Scauri, II, Roma 2003, pp. 293-295.
G. Ricci, La «Nobilis universitas bobacteriorum Urbis», in Archivio della Società romana di storia patria, XVI (1893), p. 179; G. Tomassetti, Del sale e focatico del Comune di Roma nel medio evo, ibid., XX (1897), pp. 339-343, 347; R. Valentini - G. Zuchetti, Codice topografico della città di Roma, IV, Roma 1953, pp. 151-208 (ediz. parziale del De iuribus con segnalazione di altri codici totali o parziali); P. Pavan, Gli Statuti della Società dei Raccomandati del Salvatore ad Sancta Sanctorum (1331-1496), ibid., CI (1978), pp. 35-96; Id., La confraternita del Salvatore nella società romana del Tre-Quattrocento, in Ricerche per la storia religiosa di Roma, V (1984), pp. 81-90; A. Rehberg, Etsi prudens paterfamilias [...] pro pace suorum sapienter providet. Le ripercussioni del nepotismo di Martino V a Roma e nel Lazio, in Alle origini della nuova Roma. Martino V (1417-1431), Atti del Convegno... 1992, a cura di M. Chiabò et al., Roma 1992, pp. 225-282 (in partic. pp. 248 s.); M. Franceschini, Populares, cavallorocti, miles vel doctores. Consorterie, fazioni e magistrature cittadine, ibid., pp. 291-300; P. Pavan, «Inclitae Urbis Romae iura, iurisdictiones et honores»: un caso di damnatio memoriae?, ibid., pp. 301-310; G. Barone, Presenza degli ordini religiosi nella Roma di Martino V, ibid., pp. 354-365 (in partic. pp. 362 s.); L. Palermo, Capitali pubblici e investimenti privati nell’amministrazione finanziaria della città di Roma all’epoca di Martino V, ibid., pp. 537-544; I. Lori Sanfilippo, La Roma dei romani, Roma 2001, ad ind.; M. Petoletti, Testimonianze sulla fortuna di epigrafi classiche latine all’inizio dell’Umanesimo, in Italia medioevale e umanistica, XLIV (2003), pp. 5 s.; M.L. Lombardo, Le gabelle della città di Roma nel quadro dell’attività amministrativo-finanziaria della Camera Urbis nel secolo XV, in Economia e società a Roma tra Medioevo e Rinascimento, a cura di A. Esposito - L. Palermo, Roma 2005, pp. 220 s.; I. Lori Sanfilippo, Constitutiones et Reformationes del Collegio dei notai di Roma (1446), Roma 2007, ad ind.; E. McCahill, Reviving the eternal city, Cambridge-London 2013, pp. 20-44; Tra Campidoglio e curia. L’Ospedale del SS. Salvatore ad Sancta Sanctorum dal Medioevo all’età moderna, a cura di P. Helas - P. Tosini, Roma 2017, ad indicem.