NICOTINA
. Ha la formula: C10H14N2. È l'alcaloide principale delle nicotiane, così chiamate dal nome del diplomatico francese Jean Nicot de Villemain (1530-1600), introduttore del tabacco in Francia dopo il 1560.
Abbonda, allo stato di malato e citrato, nelle foglie (0,6-8%: media 2%) dell'ordinario tabacco (Nicotiana tabacum L.) dove l'accompagnano: nicotimina, nicoteina (isonicoteina), nicotellina, nicotoina, pirrolidina, N-metilpirrolina, betaina, ecc. Nessun alcaloide specifico del tabacco contiene ossigeno.
L.-N. Vauquelin (1809) riscontrò nel tabacco un principio velenoso volatile, Posselt e K.L. Reimann (1828) isolarono la nicotina, che fu ritenuta per lungo tempo l'unico alcaloide del tabacco. A. Pinner (1893), in base al contegno chimico ed ai prodotti di scomposizione ossidativa, ne stabilì la costituzione, riconfermata dalla sintesi di A. Pictet (1904) [mucato di β - aminopiridina → N-β-piridil-pirrolo → a-β-piridil-pirrolo → nicotirin-iodometilato → nicotirina → tetraidro-nicotirina, cioè nicotina racemica sdoppiahile con l'acido tartarico], dalle ricerche di P. Karrer (1925) e dalla nuova sintesi di E. Späth (1928) [estere etilico dell'acido nicotico → β-piridil- β′-(N′-metil-a′-pirrolidoil)-chetone → β-piridil-(γ′-metilamino-n-propil)-chetone → nicotina racemica]. Essa è a-(β-piridil)-N-metil-pirrolidina:
Si può estrarre direttamente dalle foglie (o dagli scarti industriali) del tabacco o dagli estratti commerciali delle manifatture di questo: d'ordinario il tabacco tagliuzzato viene sottoposto a una sistematica lisciviazione (o infusione) con acqua semplice o acidificata, poi, a pressione ridotta, si concentra l'estratto, si alcalinizza mediante latte di calce e si separa per distillazione in corrente di vapor acqueo la nicotina greggia, che viene quindi purificata attraverso all'ossalato, rimessa in libertà con alcali e rettificata in corrente d'idrogeno. Più recentemente è stato proposto di trattare il tabacco greggio, o i suoi scarti, con miscela di calce spenta e idrossido di sodio e poi estrarre con solventi volatili (tricloroetilene).
Nel tabacco da pipa ve ne ha 0,5-0,85%, nei sigari 0,8-2,8%: i tabacchi fini ne contengono meno che gli ordinarî. Si ritiene che il rapporto dei principali alcaloidi contenuti nell'acqua concentrata della lavorazione del tabacco sia: nicotina gr. 100; nicoteina gr. 2; nicotimina gr. o,5; nicotellina gr. 0,1. I migliori estratti di tabacco del commercio impiegati per combattere gl'insetti nocivi alle piante possono contenere fino a 96-98% di nicotina.
La nicotina pura estratta dal tabacco è levogira [α]D = − 168° ed è due volte più velenosa della d-nicotina: è un liquido senza colore, di lieve odore, bollente a 247° con decomposizione: può distillare inalterata solo in corrente d'idrogeno o in vapor d'acqua o nel vuoto. All'aria imbrunisce e assume l'odore caratteristico del tabacco. È base biacida forte (azzurra il tornasole, non agisce sulla fenolftaleina), caustica, molto velenosa: ha persistente sapore acre e bruciante, si scioglie in acqua e nei comuni solventi organici. Per ossidazione con acido nitrico, o cromico, o permanganato potassico, dà acido nicotinico che ha servito a stabilire la costituzione. I sali, deliquescenti, solubilissimi in acqua e alcool, sono destrogiri. Dà tutte le reazioni generali di precipitazione degli alcaloidi: quelle di colorazione sono poco caratteristiche. Non si conoscono reazioni semplici e sicure per rintracciarla nelle piante, però si sa che scaldata con poco acido cloridrico si colora in rosso bruno, colore che, per aggiunta di acido nitrico, passa al violetto e poi all'arancio. Se si mescola una soluzione eterea di iodio con quella pure eterea di nicotina, si ha separazione di un olio brunastro che col tempo solidifica in aghetti rosso rubino a riflessi azzurri (perioduro C10H14N2•J2•HJ: cristalli di Roussin). Anche il tetracloroioduro C10H14N2•2HJCl4, ottenibile dal cloridrato della base e dal tricloruro di iodio, può servire al riconoscimento e al dosamento.
Altri alcaloidi del tabacco. - La costituzione degli altri alcaloidi del tabacco non è ancora completamente stabilita. La nicoteina C10H12N2, liquido bollente a 267°, levogiro, contiene due atomi d'idrogeno in meno della nicotina: la si ritiene α-[β-piridil]-N-metil-pirrolina; l'isonicoteina (Noga) bollente a 293° è liquido viscoso, inattivo; la nicotimina C10H14N2, isomera della nicotina, possiede quasi le stesse proprietà fisiche (ebollizione 250-255°): è forse una piridil-piperidina; la nicotellina C10H8N2, cristalli p. f. 148°, è una dipiridina; la nicotoina (Noga) C8H11N è liquido bollente a 208° che forma sali ben cristallizzati.
Farmacologia. - Piccole dosi producono acceleramento del respiro, rallentamento del polso, miosi, salivazione, nausea, vomito, vertigini. Dosi più forti provocano convulsioni, paralisi del centro respiratorio e morte, la quale può essere rapidissima: alcune gocce instillate nella congiuntiva uccidono un cane in pochi istanti. L'azione sul sistema nervoso centrale si manifesta con un eccitamento di tutto l'asse cerebrospinale, seguito ben presto da depressione: l'azione periferica è stata localizzata da J. Langley (1890) nei ganglî del sistema nervoso autonomo. Sulle terminazioni nervose motrici esercita un'azione curarica che, secondo le recenti ricerche di F. Franke e J. Thomas (1933), sarebbe la vera causa della morte che avviene per asfissia. Sul circolo produce dapprima un notevole rallentamento dei battiti cardiaci, che nella rana può andare fino a un temporaneo arresto e ciò per una forte eccitazione del vago: la pressione per uno stimolo dei centri vasocostrittori s'innalza molto: in seguito i battiti del cuore si fanno frequenti e deboli, ma, rimanendo inalterato il lavoro meccanico del cuore, la pressione si conserva per un certo tempo elevata. Più tardi il polso si fa debole, aritmico e la pressione s'abbassa. Le secrezioni, e in specie quella salivare, sono aumentate. L'intossicazione cronica prodotta dal fumo del tabacco, che contiene non solamente nicotina, ma piridina, collidina, alcool metilico, ossido di carbonio, acido cianidrico, ecc., si manifesta con lesioni della vista (scotomi centrali per il rosso o altri colori) e alterazioni del circolo. L'angina pectoris da tabacco, dovuta a spasmo delle arterie coronarie, diminuzione dell'elasticità delle pareti arteriose e, secondariamente, ad alterata funzione del cuore, è sintomo di profonda intossicazione. In passato il tabacco era usato come polvere da fiuto nelle emicranie: con le foglie si facevano decotti da usarsi per clistere nella stitichezza cronica, ma, data la sua tossicità, è, come rimedio, abbandonato.