niente (neente)
Con il valore di pronome, nel senso di " nessuna cosa ", in Vn XL 2 non ne sanno neente; Fiore LV 8 partiti da lei san dir niente; CLXVIII 9 Ché non si vuol lasciar già lor niente / di che potesser far grande 'ngrassata. La frase è costruita alla latina, senza la negazione ‛ non ', quando il pronome precede il verbo: Rime LXVIII 28 ricordando la gio' del dolce viso, / a. che niente par lo paradiso; If XXIV 75 com'i' odo quinci e non intendo, / così giù veggio e neente affiguro; Pd IV 74 Se vïolenza è quando quel che pate / nïente conferisce a quel che sforza.
Con il valore di " inezia ", " cosa di poco conto ", in Pd XXVII 94 se natura... fé pasture / da pigliare occhi... / tutte adunate, parrebber nïente / ver' lo piacer divin che mi refulse, / quando...
La locuzione ‛ esser n. ' vale " essere cosa impossibile ", e la preposizione ‛ di ' equivale a un de latino, nel senso di " quanto a " (Torraca), in If XXII 143 di levarsi era neente, / sì avieno inviscate l'ali sue (cfr. anche IX 57). Il sintagma ‛ esser da n. ' per " non valere nulla ", in Cv IV Le dolci rime 37 ‛ Io fui / nepote, o figlio, di cotal valente ', / benché sia da niente, ripreso in VII 2 (due volte).
Con il valore di avverbio, in frase negativa, nel senso di " affatto ", n. è preceduto o no dalla negazione: cfr. Vn XL 9 7 quelle persone che neente / par che 'ntendesser la sua gravitate; Fiore XLVI 11 per me non è savia niente; nel senso di " invano " la locuzione ‛ per n. ', in Rime LIX 13 vuo' tu per neente / a li occhi tuoi sì bella donna torre?; Fiore XL 4 ella [la Ragione] nol v'assise / già per niente, ché non è sì vana, e CCV 14 Per niente bele, " supplichi inutilmente "; Detto 288 Per neente t'aggire.