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CHRUŠČËV, Nikita Sergeevič

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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CHRUŠČËV, Nikita Sergeevič


Uomo politico sovietico nato a Kalinovka, distretto di Kursk in Ucraina il 17 aprile 1894, da una famiglia di piccoli proprietarî molto poveri. Giovanissimo iniziò la sua vita di lavoro quale fabbro, quindi come meccanico a Charkov - dove ebbe i primi contatti con i circoli rivoluzionarî - passando quindi al lavoro nelle miniere. Dopo l'affermarsi della rivoluzione bolscevica nel novembre 1917, già in dicembre il Ch., fu eletto membro del Soviet di Lugansk in Ucraina e partecipò alla guerra contro i Tedeschi al comando di un reggimento. Nell'aprile del 1918 divenne membro del partito comunista bolscevico, schierandosi poi decisamente, nelle lotte di partito, accanto a G. Stalin e contro i "deviazionisti" di destra e di sinistra. Nel 1934 fu nominato secondo segretario del Comitato di Mosca del partito e nel 1935 succedette a L. Kaganovič quale primo segretario. Poco dopo, durante la grande epurazione, Ch. fu inviato da Stalin nel Caucaso settentrionale con pieni poteri per liquidare l'opposizione e successivamente si recò (dicembre 1937) allo stesso scopo in Ucraina, con la qualifica di segretario del Comitato centrale di quel partito comunista. Insieme al colonnello Serov comandante delle truppe della NKVD, in breve tempo ebbe ragione dell'opposizione, conservando la carica di segretario sino al 1949 (salvo il periodo 1946-47 quando fu vicesegretario accanto a Kaganovič). Membro del Politburo nel 1939, nel corso della seconda guerra mondiale comandò in Ucraina dall'ottobre 1941 una "armata partigiana", impegnando duramente le truppe tedesche. La riunione nella sua persona della carica di partito con quella di primo ministro della Repubblica ucraina (1944-1947) consentì al Ch. di applicarsi alla ricostruzione della economia e della vita civile devastata dalla guerra.

Rientrato a Mosca nel 1949, egli succedette a A.A. Andreev quale specialista del partito per i problemi agricoli, e si applicò (dal marzo del 1950) a concentrare i kolchoz in unità più vaste. Dopo la morte di Stalin, il Ch., che nel settembre del 1953 sostituì Malenkov quale primo segretario del partito, si fece strada rapidamente: eliminato Beria con un processo clamoroso, insieme a Bulganin finì per scalzare la posizione di Malenkov che l'8 febbraio 1955 diede le dimissioni. La scialba figura di Bulganin quale primo ministro conferì, di fatto, il potere nelle mani del Ch., che inaugurò una politica nuova: da un lato, in risposta agli accordi di Parigi del 23 ottobre 1954 e alla sempre più stretta collaborazione in seno alla NATO, il 14 maggio 1955 legò l'URSS e le "democrazie popolari" nel cosiddetto "patto di Varsavia" di amicizia, cooperazione e mutua assistenza; dall'altro, diede l'avvio a una politica di "distensione" (conferenza di Ginevra, luglio 1955) e, attraverso viaggi in Asia e nel vicino Oriente mirò anche a consolidare il "neutralismo" afro-asiatico. Nel quadro di questo "nuovo corso" va collocato anche il discorso del Ch. al XX Congresso del partito (24-25 febbraio 1956) che, attraverso una severa esposizione di errori, intendeva porre fine al "culto" staliniano.

Il "nuovo corso" si concretò, all'interno, nel miglioramento delle condizioni di lavoro, scarcerazioni, maggiori contatti con l'Occidente, sforzo per aumentare la produzione di beni di consumo; sul piano internazionale nella formula della "coesistenza competitiva". Ma la rivolta di Poznań, e soprattutto la rivoluzione ungherese dell'ottobre 1956 servirono, con il duro intervento sovietico in Ungheria, a segnare limiti alla campagna contro Stalin. Nacque, anche, un tentativo di varî gruppi e uomini tendente a sostituire il Ch., ma questi riuscì a parare le manovre e nel marzo del 1958 sostituì Bulganin nella carica di primo ministro, conservando quella di primo segretario del partito. Accentrato così tutto il potere nelle proprie mani, come l'aveva avuto Stalin, il Ch., con piena consapevolezza della capacità e possibilità dell'URSS come una seconda grande potenza industriale del mondo e in concorrenza con gli S.U.A. in ogni campo, a cominciare da quello spaziale, ha sviluppato la linea della "coesistenza competitiva". Nel settembre 1959 si recò in visita negli S.U.A., ma successivamente, dopo pesanti accuse a Eisenhower durante il "vertice" a Parigi (16 maggio 1960) per l'invio sull'URSS di un aereo americano, il Ch. ritornò su posizioni aspramente antioccidentali. Nel corso della 15ª Assemblea delle N.U. del settembre-novembre 1960, ha cercato di far leva, contro gli Occidentali, sui nuovi stati ex coloniali, e ha affermato la necessità di una riforma nella struttura delle N.U.

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