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CHRUŠČËV, Nikita Sergeevic

di Domenico Caccamo - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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CHRUŠČËV, Nikita Sergeevic (App. III, 1, p. 367)

Domenico Caccamo

Uomo politico sovietico, morto a Mosca l'11 settembre 1971. Riconosciuto formalmente quale primo segretario del Comitato centrale del partito comunista nel settembre 1953, Ch. rilanciò subito il piano per la colonizzazione delle terre vergini (febbraio 1954), facendo appello con successo alle organizzazioni di massa, nell'estate compì una serie di viaggi nel territorio dell'Unione e presenziò ai congressi dei partiti cecoslovacco e polacco, travagliati anch'essi dal logoramento della vecchia leadership stalinista; nel dicembre si recò in Cina, concludendo un accordo che prevedeva cospicui prestiti e investimenti. Quando G. Malenkov, l'8 febbraio 1955, presentò al soviet supremo le sue dimissioni, lo stesso Ch. propose la successione di N. Bulganin. Tuttavia il successo personale del primo segretario non fu mai assoluto: nel 1957 dovette affrontare l'opposizione del "gruppo antipartito" (G. Malenkov, L. M. Kaganovič, V. Molotov); sebbene dal marzo 1958 fosse anche a capo del governo, due anni dopo si trovò a combattere una nuova opposizione, animata principalmente da M. Suslov e F. Kozlov. Il tramonto di Ch. è connesso, in primo luogo, a mutamenti della situazione interna e internazionale: le persistenti difficoltà dell'agricoltura, rese evidenti dal cattivo raccolto del 1963; il calo del tasso d'incremento del prodotto nazionale lordo, sensibile già alla fine degli anni Cinquanta; la crisi dell'unità del movimento comunista internazionale, che dal 1960 oppose i dirigenti sovietici a quelli cinesi, albanesi, romeni (v. comunismo, in questa App.). Ma è anche legato allo stile della sua gestione degli affari internazionali, troppo informale (per es. durante il dibattito all'ONU sulla decolonizzazione in Africa, nell'ottobre 1960) e spesso, secondo la definizione di parte cinese, viziato da "avventurismo" (per es. in occasione della crisi dei missili a Cuba nel 1962). Una iniziativa diplomatica verso la RFG, con la visita del genero A. Adžubej a Bonn, e i dubbi avanzati sulla priorità assoluta dell'industria pesante suscitarono nuove resistenze, che lo travolsero al plenum del 14 ottobre 1964; dopo di che si ritirò dalla vita pubblica. La leadership di Ch. resta legata alla politica di coesistenza pacifica (v., in questa App.), che trovò l'espressione più appariscente nell'incontro di Camp David (settembre 1959); e nelle campagne di destalinizzazione lanciate al XX congresso (rapporto segreto del 24 febbraio 1956) e al XXII (rapporto del 27 ottobre 1961). L'iniziale riconoscimento delle vie nazionali al socialismo, invece, fu presto smentito dall'intervento in Ungheria; mentre alcune riforme in senso antiburocratico, pur rispondenti a esigenze reali, furono condotte nel segno dell'improvvisazione. Il programma di organizzazione dello spazio, entro i confini dell'Unione (istituzione delle "grandi regioni economiche") e nell'ambito del sistema socialista mondiale ("divisione internazionale del lavoro" fra i paesi del Comecon), rappresenta tuttora, invece, un elemento fondamentale della politica sovietica.

Bibl.: I discorsi di Ch. sono stati pubblicati annualmente, a partire da quelli pronunciati durante il 1957 (Za pročnyj mir i mirnoe sosuščetvovanie, Mosca 1958) fino a quelli pronunciati nel 1962 (Preotvratit' vojnu, otstojat' mir!, ivi 1963). I suoi interventi sui problemi dell'agricoltura (1953-64), sono stati raccolti in Striotel'stvo kommunizma v SSSR i razvitie sel'skogo chozjajstva, voll. 8, ivi 1962-64. Il rapporto segreto al XX congresso, mai apparso in lingua russa, si trova in Khrushchev and Stalin's ghost. Text, background and meaning of Khrushchev's secret report to the twentieth congress on the night of february 24-25, 1956, a cura di B. D. Wolfe, Londra 1957 (trad. it. 1957). Le memorie di Ch., redatte dopo la deposizione, sono state anch'esse pubblicate in Occidente col titolo Khrushchev remembers, a cura di E. Crankshaw, S. Talbott, Boston 1970 (trad. it. 1970). Per le vicende biografiche e politiche, v. L. Pistrak, The grand tactician: Khrushchev's rise to power, Londra-New York 1961; W. Leonhard, Nikita Segejwitsch Chruschtschow. Aufstieg und Fall eines Sowjetführers, Lucerna-Francoforte 1965; E. Crankshaw, Kruscev, Milano 1967; M. Tatu, La lotta per il potere in URSS (1960-1956), ivi 1969; R. e Z. Medvedev, Kruscev. Gli anni del potere, ivi 1977.

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