ZABOLOCKIJ, Nikolaj Alekseevič
Poeta russo, nato a Kazan′ il 24 aprile 1903 e morto a Mosca il 14 ottobre 1958. Figlio di un agronomo, seguì il padre negli spostamenti di sede; quindi dalla provincia si trasferì a Leningrado, dove terminò gli studî (1921 1925) nell'Istituto Pedagogico Gercen. Dopo aver servito nell'armata rossa, intorno al 1927 cominciò a pubblicare poesie nelle riviste letterarie. Attaccato da A.I. Bezymenskij al primo Congresso degli scrittori sovietici (1934) come nemico del partito, scomparve dalla letteratura per molti anni (1937-47), che trascorse in gran parte in campo di concentramento.
Uno dei più dotati e brillanti poeti russi delle ultime generazioni, passò dall'iniziale tono grottesco, fantastico, iperbolico, espresso in forme futuriste alla Chlebnikov, a una poesia semplice, limpida, austera, a volte forse troppo chiusa, rigida, ma sempre ricca di colore e di musicalità. Nel 1929 uscì la sua prima raccolta di versi, Stolbcy ("Colonne"), nel 1930 il poemetto burlesco Toržestvo zemledelija ("Il trionfo dell'agricoltura"). Un "secondo libro di versi" (Vtoraja kniga stichov), dal tono già più pacato e pensoso, è del 1937. Solo nel 1948 e poi nel 1956 pubblicò altre due raccolte di poesie (Stichotvorenija), politicamente molto più ortodosse, ma sempre interessanti.
Z. è noto anche come traduttore, soprattutto per la versione russa del Canto della schiera di Igor e per le traduzioni di poesie georgiane: Gruzinskaja klassičeskaja poezija v perevodach N. Zabolockogo ("Poesia classica georgiana nelle traduzioni di N. Zabolockij" 1958).
Bibl.: A. Tarasenkov, Pochvala Zabolockomu, in Krasnaja Nov', IX (1933); V. Zavalisin, N. Z., in Novyj Zurnal, LVIII, New York 1959; A. M. Ripellino, Diario con Z., in L'Europa letteraria, n. 5-6, 1960; A. V. Makedonov, Puti i pereput'ja Nikolaja Zabolockogo, in Ocerki sovestkoj poezii, Smolensk 1960; A. M. Ripellino, Nuovi poeti sovietici, Torino 1961.