BUCHARIN, Nikolaj Ivanovič
Uomo politico e uno dei principali teorizzatori del comunismo dopo N. Lenin. Nato a Mosca il 27 settembre (vecchio stile) 1888, morto nel marzo 1938. Studiò a Mosca; diciottenne, aderì al bolscevismo. Nel 1910 fu relegato a Onega; fuggito all'estero, entrò in relazioni con N. Lenin. Durante la guerra mondiale, in Svizzera, nei paesi scandinavi e a New York collaborò con gl'internazionalisti rivoluzionarî. Dopo la rivoluzione del febbraio 1917, tornato in Russia, fu tra gli organizzatori della sommossa dell'ottobre. Nel dicembre 1917 divenne direttore del giornale Pravda, organo del partito bolscevico; poi, membro del consiglio superiore dell'economia; nel 1926 successe a Zinov′ev come presidente del comitato esecutivo dell'internazionale comunista.
Nei suoi scritti (raccolti nel volume Ataka, "L'assalto", Mosca 1924) criticò da un punto di vista marxistico l'economia borghese (Struve, Tugan-Baranovskij). Il suo primo lavoro di polso, Političeskaja ekonomija rant′e ("L'economia politica del capitalista", Mosca 1919; trad. ted., Berlino 1926 e 1932) attacca la cosiddetta "scuola austriaca". Durante la guerra mondiale, nel libro Mirovoe chozjajstvo i imperializm (ivi 1918; trad. ted., Imperialismus urd Weltwirtschaft, Berlino 1929; franc. [Boukharine], Parigi 1928) volle analizzare sistematicamente le varie manifestazioni della modema economia capitalistica mondiale; la sua Teorija istoričeskogo materializma ("Teoria del materialismo storico" ivi 1921; trad. ted., Amburgo 1922; franc., Parigi 1928) polemizza contro Kautsky e i riformisti, e l'altro scritto: Imperializm i nakoplenie kapitala ("L'imperialismo e l'accumulazione del capitale" ivi e Leningrado 1925; trad. ted., Berlino 1927 e 1932) contro Rosa Luxemburg.
Per la sua tendenza alla trattazione astratta e sociologica dei problemi sociali, per cui la sua Ekonomjia perechodnogo perioda, "Economia dei periodi di trasformazione", I, Mosca 1920 (traduzione ted., Amburgo 1922) gli attirò dal Lenin il rimprovero di falsare il marxismo attraverso una "scolastica sociologica" (cfr. Leniskij Sbornik, XI, 1929), e per le sue dottrine (equilibrio tra industria e agricoltura; la realizzata dittatura del proletariato termine della rivoluzione ed esaurimento della lotta di classe; ulteriore propagazione del comunismo per evoluzione naturale; possibilità di inserire pacificamente nel socialismo elementi capitalistici, in particolare i kulaki o grandi coltivatori), il B. si trovò varie volte in contrasto con le direttive del partito. Come teorico dell'"opposizione di destra" nel partito, fu nel novembre 1929 allontanato dall'ufficio politico del comitato centrale del partito e da altre cariche. Dopo ripetuti atti di sottomissione e di contrizione, il B. riacquistò una posizione politica influente, avendo ottenuto nel febbraio 1934 il posto di redattore capo del giornale Izvestija. Ma durante i grandi processi seguiti all'uccisione di Kirov, il B., pur appartenendo tradizionalmente all'opposizione di destra, fu coinvolto negli attacchi della stampa e fu accusato di legami con il trotzkismo. In seguito a ciò cadde completamente in disgrazia e il bucharinismo venne considerato uno dei principali movimenti ideologicamente invisi al regime.
Nel marzo del 1938, sottoposto a processo con alcune altre notevoli personalità politiche della Russia bolscevica, fu condannato a morte.
Bibl.: D. Mareckij, in Bol′šaja Sovetskaja. Enciklopedija, VIII (1927), coll. 271-284; contro il B.: I. Dvorkin, Metod tov. Bucharina (Il metodo del compagno B.), Mosca 1930; N. Leman e S. Pokrovskij, Ideinye istoki pravogo uklona. Ob ošibkach i uklonach tov. Bucharina (Le sorgenti ideologiche della deviazione di destra; sugli errori e deviazioni del compagno B.), ivi 1930; J. Z. Cernjak, Političeskoe zaveščanie Lenina v izobraženii tov. Bucharina (Il testamento politico di Lenin nella concezione del comp. B.), ivi 1930.