Uomo politico sovietico (Pietroburgo 1895 - Mosca 1940). Di umili origini, ebbe un'infanza travagliata, prendendo parte alle manifestazioni che agitarono la Russia di inizio secolo. Partecipò, tra il 1915 e il 1917, alla prima guerra mondiale. Attivo nelle organizzazioni politiche protagoniste della rivoluzione del febbr. 1917, dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi prestò servizio nell'Armata rossa, partecipando alla Guerra civile (1919-21). Nel 1922 iniziò la carriera politica nel partito comunista. Delegato del commissariato del popolo per l'Agricoltura (1929-30), membro (1934) e poi segretario (1935) del comitato centrale del partito comunista, E. iniziò a occuparsi, incaricato da Stalin, dei processi agli oppositori del partito, distinguendosi per la sua fermezza. Dal sett. 1936 al dic. 1938 fu capo del commissariato degli interni (NKVD), prendendo il posto di G. Jagoda. L'eliminazione degli oppositori politici divenne, con lui, particolarmente spietata; la sua fama di "commissario di ferro" gli valse, nel genn. 1937, il titolo di commissario generale della sicurezza dello Stato. Nel nov. 1938, criticato per i suoi metodi dallo stesso Stalin, fu sostituito da L. Berija in seno al NKVD. Nel marzo 1939 fu quindi sollevato da tutti gli incarichi di partito e, nel giro di un mese, arrestato e processato con le accuse di spionaggio e tradimento. Venne fucilato nel febbr. 1940.