Krjukov, Nikolaj Nikolaevič
Musicista russo, nato a Mosca il 2 febbraio 1908 e morto ivi il 5 aprile 1961. Retorica e suggestiva, di immediato impatto emotivo, con una cantabilità sorgiva e spesso elementare, la musica di K. ha una cifra nazional-popolare che ben si accordava con il cinema del realismo socialista. Compositore di propaganda, ma autenticamente radicato nella propria cultura (in varie partiture si avvalse del patrimonio musicale etnico), non senza contraccolpi K. fu un fedele servitore del suo 'sistema': entrata l'Unione Sovietica negli 'anni del disgelo', morì suicida.
Fratello minore del più noto Vladimir Nikolaevič (l'autore dell'opera Il maestro di posta, tratta da A.S. Puškin) con cui lavorò tra il 1930 e il 1931 alla radio sovietica, divenne in breve tempo il redattore musicale della radiofonia e, successivamente, anche il responsabile per la musica della casa produttrice cinematografica Mosfil′m. Partì da lì la fortuna di K. come autore di colonne sonore. Per quanto non vada dimenticata la sua produzione come sinfonista e compositore di musica da camera (un quartetto per archi, varie romanze), nonché di autore di musiche per bambini, fu tuttavia la musica da film ad assicurargli notorietà, grazie alla collaborazione sistematica con un gruppo di registi prestigiosi ‒ Vsevolod I. Pudovkin, Ivan A. Pyr′ev, Aleksander B. Stolper, i fratelli Georgij N. e Sergej D. Vasil′ev ‒ che trovarono in lui un interlocutore ideale.Va ricordato che nel 1932 era stata istituita, anche per la musica, una struttura, l'Unione dei compositori sovietici, chiamata a sancire criteri estetici 'di regime'. I musicisti si ponevano al servizio della causa socialista e, con essa, della retorica celebrativa: qualunque sospetto di tendenza modernista veniva bollato come individualismo borghese. Si arrivò così alla codificazione di un'arte musicale 'proletaria' (e quindi organica alla condizione rivoluzionaria, nel momento in cui rendeva possibile al popolo la comprensione dell'arte stessa), incentrata sulla facilità tonale contro qualunque, anche cauto, tentativo di sperimentalismo linguistico. Perciò furono proprio gli artigiani come K., più che i grandi compositori come Sergej S. Prokof′ev e Dmitrij D. Šostakovič (peraltro prestati al cinema in via tutt'altro che occasionale), a illustrare meglio questa tendenza e nella produzione di K. sono specchio fedele di ciò film come Admiral Nachimov (1947; L'ammiraglio Nachimov) di Pudovkin; Skazanie o zemle Sibirskoj (1948, La leggenda della terra di Siberia: una pagina sinfonico-corale di quest'ultimo circolò anche nelle sale da concerto) di Pyr′ev; Povest′ o nastojaščem čeloveke (1948, Racconto su un vero uomo) e Daleko ot Moskvy (1950, Lontano da Mosca), entrambi diretti da Stolper; Geroi Šipki (1955, Gli eroi di Šipka) di S.D. Vasil′ev.
La cadenza eroica delle partiture di K. trovò terreno ancora più fertile in certi film a tema rivoluzionario tipici degli anni Trenta, come My iz Kronštadta (1936; Noi di Kronstadt) di Efim L. Dzigan. Tuttavia la fama gli arrivò con la musica vigorosa e solenne della colonna sonora realizzata nel 1951 per Bronenosec Potëmkin (La corazzata Potëmkin), che Sergej M. Ejzenštejn aveva girato nel 1925 e che ventisei anni più tardi conobbe un'edizione sonorizzata.
I. Ioffe, Muzyka sovetskogo kino (La musica del cinema sovietico), Leningrad 1938.
Istorija russkoj sovetskoj muzyki (Storia della musica russo-sovietica), a cura di A.D. Alekseev et al., 2° vol., Moskva 1959.
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G. Rondolino, Cinema e musica, Torino 1997, p. 96.