LOSSKIJ, Nikolaj Onufrievič
Filosofo russo, nato il 6 dicembre 1870; dal 1900 insegnò filosofia all'università di Pietroburgo; nel 1922 fu dal governo sovietico esiliato dalla Russia per il carattere religioso del suo pensiero e da allora vive a Praga dove insegna nella facoltà giuridica russa.
Nella sua metafisica, definita da lui come il sistema dell'"organico e concreto ideal-realismo", il L. vigorosamente afferma la realtà ideale che esiste ontologicamente e costituisce il fondamento dell'esistenza empirica. Basandosi su una sintesi originale della monadologia di Leibniz con la teoria delle idee di Plotino, il L. concepisce questa realtà ideale come concreta, formata cioè non di idee astratte, bensì di principî ideali concreti (gli "agenti substanziali"). La gnoseologia del L. si presenta come l'intuitivismo, in quanto concepisce la conoscenza come l'atto di intuizione, per mezzo del quale l'oggetto della conoscenza (anche se appartiene al mondo esterno) entra realmente nella coscienza del soggetto conoscente e per ciò viene conosciuto così come esiste in sé indipendentemente dalla conoscenza. La libertà morale, il L. la difende affermando la "superqualitatività" del soggetto agente, il quale crea le sue determinazioni qualitative.
Opere principali: sono tradotte: Die Grundlehren der Psychologie vom Standpunkte des Voluntarismus (Lipsia 1904); Die Grundlegung des Intuitivismus (1908; anche in ingl.); Handbuch der Logik (Lipsia 1927); [Lossky] The World as an Organic Whole (Oxford 1928); L'intuition, la matière et la vie (Parigi 1928); Freedom of Will (Londra 1932); Value and Existence (1935); Der Intuitivismus und die Lehre von der Transsubjectivität der sinnlichen Qualitäten (1933); La trasformazione del concetto della coscienza nella Teoria della conoscenza (in Enciclopedia delle scienze filosofiche di A. Ruge, I, Logica, Milano 1914).