GUMILEV [pron. gumiljòf], Nikolaj Stepanovič
Poeta, prosatore e critico, nato a Kronstadt nel 1886. Studiò a Parigi e a Pietroburgo. Viaggiò molto, e fu, tra l'altro, in Abissinia e in Somalia. Nel 1914 si arruolò volontario. Nel 1918 partecipò ad azioni antibolsceviche e nel 1921 fu fucilato.
Il suo nome è strettamente legato alla scuola degli akmeisti (v.). Alla musicalità dei simbolisti egli contrappose una poesia realistica, di cui sono elementi essenziali il pittoresco e il plastico. Ma dopo la rivoluzione del 1917, si riavvicinò al simbolismo più consono a quel sentimento di solitudine e di fatalità mistica che la visione della nuova vita aveva generato in lui. Tra le sue raccolte di versi (ed. completa, Leningrado 1923) sono da rilevare come caratteristiche Romantičeskie cvety (Fiori romantici, 1908); Čužoe nebo (Cielo straniero, 1912); Ognennyj stolp (La colonna di fuoco, 1921). Da ricordare anche le Lettere intorno alla poesia russa (Pis′ma o russkoj poezii), pubblicate postume nel 1923, e una serie di articoli contro l'"immobilità" del simbolismo.
Bibl.: G. Ivanov, O poezii N. Gumileva (Sulla poesia di G.), in Letopis′ doma literatorov (Annali della casa dei letterati), 1921. Articoli di Blok e di Verehovskij nella raccolta Sovremennaja literatura (Letteratura contemporanea), Leningrado 1925; V. Brjusov, Sud Akmeista (Il giudizio di un akmeista), in Pečat′ i revoljucija (La stampa e la rivoluzione), 1923; E. Lo Gatto, Poesia russa della rivoluzione, Roma 1925.