Gogol', Nikolaj Vasilevič
, Il grande romanziere russo (1809-1852) conobbe D., leggendolo in italiano, durante il suo soggiorno romano.
In un momento in cui D. era ancora pressoché sconosciuto in Russia - le prime frammentarie traduzioni cominciavano ad apparire in quegli anni - soltanto G. e Puškin compresero appieno il valore della sua opera. In G. è naturalmente la Commedia (in particolare l'Inferno) che viene maggiormente recepita: sulla scorta della cultura romantica europea, egli vede là il momento più profondo della poesia dantesca.
Di D. non scrisse mai, salvo sporadici accenni nelle lettere: ma l'impronta dantesca si avverte esplicitamente nella concezione del suo capolavoro, Le anime morte, che volle chiamare " poema " progettandolo in tre parti, corrispondenti rispettivamente alle tre cantiche. Cosa che venne messa in rilievo da A. Herzen, nel 1842, quando nei suoi Diari paragonò brani del romanzo gogoliano a frammenti dell'Inferno, quasi a simbolizzare l'" inferno " della Russia sotto Nicola I. Com'è noto, una grave crisi etico-politica colse G. dopo la pubblicazione della prima parte de Le anime morte, ed egli in punto di morte diede alle fiamme quanto aveva fin lì scritto della seconda. Talché solo l'‛ Inferno ' (e qualche frammento di ‛ Purgatorio ') ci è rimasto di questa ‛ Commedia ' russa, di concezione veramente dantesca.
Bibl. - N.V. G., Polnoe sobranie sočinenij, in 13 voll., Ak. Nauk 1950-52. Un'ampia bibl. critica su G. può consultarsi in E. Lo Gatto, Storia della letter. russa, Firenze 1964, 308-309. In particolare si veda: J. Wittlin, Gogol's Inferno, in " The Polish Review " VII (1962); A.I. Herzen, Dnevniki za 1842 g., ora in Sobranie sočinenij, Mosca 1956, II 220.