NIŠ (antica Naissus, italiano Nissa; A. T., 77-78)
Città della vecchia Serbia, ora capoluogo del banato della Morava. Si leva a 207 m. s. m. in un'ampia conca intermontana, sulla sinistra della Nišava, 12 km. a O. della sua influenza nella Morava Meridionale. La posizione domina strategicamente le grandi direttrici della Morava (verso la Serbia settentrionale e verso la Macedonia) e della Nišava (verso la Bulgaria) come pure la via per la valle del Timok al basso Danubio. Con la costruzione delle ferrovie è divenuta un nodo fra i più vitali della rete balcanica, alla biforcazione della linea di Belgrado nella Sofia-Istanbul e nella Skoplje-Salonicco. Altra linea vi si distacca a raggiungere la valle del Timok, alla volta di Zaječar, di Negotin e di Radujevac sul Danubio. Poco a SO. si distacca pure la linea che risale la valle della Toplica verso Kuršumliia e Priština (Kosovo). La popolazione, di poco accresciuta nel primo ventennio del secolo (24.593 ab. nel 1900, poi 24.949 nel 1910 e 25.096 nel 1921), è rapidamente aumentata nell'ultimo decennio (35.384 nel 1931).
Nel 1921 i nove decimi erano censiti come Serbi ortodossi, il rimanente di altre stirpi, di cui 1.700 musulmani, 1.300 cattolici e 537 israeliti.
L'economia è prevalentemente commerciale, con piccole industrie tradizionali (tappeti, filigrane): i dintorni sono coltivati a vigneti, orzo e granoturco; non mancano buschi e pascoli. Nella città si notano il Palazzo reale (antico konak dei pascià turchi), il duomo e il vescovado ortodosso, giardini e fontane.
Intorno rimangono in parte, le fortificazioni austriache del 1737; presso il borgo di Brzibrod, a O., rovine dell'antica Naissus.
Storia. - Naissus fu capoluogo della popolazione illirica dei Dardani, poi importante nodo stradale e piazzaforte. Sotto Augusto, costituito un comando militare nella Dardania, servì da accampamento legionario, ma quando Tiberio spostò le legioni sino al Danubio, a Naisso stanziavano truppe ausiliarie con alcuni distaccamenti della legione VII Claudia. Durante la guerra contro i Daci dell'85-86 d. C. Domiziano vi tenne il suo quartiere generale. Nella guerra dei Marcomanni, quale stazione della coorte I Aurelia dei Dardani, allora creata, fu il centro per la difesa dei confini della Dardania settentrionale. Non ebbe ordinamento municipale romano che dopo il 169. La flotta Flavia Moesica vi ebbe il suo porto alla confluenza dei fiumi Nišava e Morava (Margus). Nel sec. III, al tempo degl'imperatori Eliogabalo e Severo Alessandro, Naisso fu sede di un equile militare e di una stazione di monta sotto il comando di stratores consulares distaccati dalle legioni IV Flavia e VII Claudia. Notevole il culto locale di un Giove culminale e di un Mercurio Naissate di origine dardanica o tracica. Dopo Diocleziano il territorio di Naisso appartenne alla nuova provincia della Dardania.
Patria di Costantino il Grande e di Costanzo III (v.), correggente di Onorio (395-423), fu espugnata e distrutta dopo furibonda battaglia, tra il 441 e il 447, da Attila, e ricostruita e ripopolata da Giustiniano, che ne cinse il territorio di castelli. Una nuova distruzione subì per opera degli Avaro-slavi al principio del sec. VII.
Fece in seguito parte, nel sec. X, del regno dei Bulgari, senza che però l'impero d'Oriente ne perdesse totalmente il controllo. Emanuele Comneno (1143-1180) la tenne fortemente. Dopo la morte di questo imperatore i Serbi, espandendosi dalla Rascia e cozzando con i Bulgari, ne occuparono prima il territorio, poi s'insediarono nella città. Nel 1187, Nemania, grangiuppano di Serbia, accolse in Niš, come signore, l'imperatore Federico I con l'esercito crociato. Appartenne quindi, con qualche intervallo di dominio bizantino e bulgaro, al regno di Serbia. Nel 1386, fu conquistata dai Turchi che la tennero sino al 1878. In quest'anno, il Congresso di Berlino, togliendola ai Bulgari che l'avevano occupata, l'assegnò alla Serbia. Una nuova occupazione bulgara ebbe luogo durante la guerra mondiale.
Bibl.: C. Jireček, Die Heerstrasse von Belgrad nach Constantinopel und die Balknapässe, Praga 1877; Ch. Huelsen (relazione al card. D. Passionei su scoperte romane fatte a Nissa nel 1837), in Archäol.-epigr. Mitteil. aus Österr.-Ungarn, XII, p. 175; A. v. Premerstein e N. Vulić, in Jahresh. österr. archäol. Inst., III, Beibl. p. 128; F. Ladek, A. v. Premerstein e N. Vulić, ibid., IV, p. 135; VI, p. 40; N. Vulić, ibid., XII, p. 173; Br. Lovrić, Istorija Niša (Storia di Niš), Niš 1927.