NISIDA (Νησίς "isoletta"; A. T., 27-28-29)
Piccola isola del Golfo di Napoli, a SO. di Posillipo e quasi al limite orientale dell'insenatura che prende nome di Golfo di Pozzuoli: è alta 109 m. s. m. e ha un circuito di un paio di km. Di natura vulcanica, è costituita da un tipico cratere, rotto soltanto a SO., e parzialmente invaso dalle acque, che vi formano il piccolo Porto Paone. Sorse dal mare, come rivela il tufo giallo di cui è prevalentemente costituita, in quel secondo periodo delle eruzioni al quale si assegna la maggior parte del rilievo flegreo; ma fu ulteriormente ricoperta da materia vulcanica di colore grigio, che tuttora la riveste. Qualche avanzo antico di ormeggi e di costruzioni, nel mare e nell'isola, richiama alla memoria la parte che, secondo una tradizione, essa ebbe nelle ultime vicende della repubblica romana, quando vi si sarebbe ordita la congiura contro Cesare. Da accenni di Lucano e di Stazio si rileva che nell'antichità era boscosa, e in qualche punto esalazioni di gas ne rendevano l'aria poco salubre. L'isola è dominata dal vasto edifizio che nella parte più antica risale agli ultimi tempi angioini: è adesso sede di un penitenziario comune: sotto i Borboni fu anche un ergastolo per i condannati politici. Il censimento del 1931 le assegna 868 ab. presenti; ma i residenti non sono più di 500. Ha buoni vigneti e produce frutta e asparagi rinomati. È da poco legata alla terraferma attraverso lo scoglio del Lazzaretto; e lo specchio d'acqua tra l'isola e Coroglio è divenuto un idroscalo militare.