NISIRO (Νίσυρος; Nisyros, Nissari, in turco Ingirlì: A. T., 90)
Una delle isole italiane dell'Egeo, che giace a 36° 35 di lat. N. e a 27°10′ di long. E. È posta tra Coo e Piscopi, dalle quali dista una quindicina di chilometri. L'isola ha una forma subpentagonale con un diametro massimo di 8 km.; la superficie è di kmq. 41,13 e con gl'isolotti dipendenti di 50 kmq. Questi ultimi sono distribuiti in lunga fila a ponente dell'isola principale e prendono i nomi di Ialli (Ialì), S. Antonio, Strongili, Pascià (Rachià), Pirgusa e Candeliusa (Punteliusa), la quale dista già 13 km. da Nisiro.
Dal punto di vista orografico l'isola principale risulta formata da un unico rilievo a cono tronco, di natura vulcanica. Nella parte centrale si apre il cratere, di forma ovale, con un diametro massimo di km. 3,5 e un recinto squarciato verso S.O. La cresta anulare che recinge il cratere culmina sulla vetta del Monte S. Elia a 698 m. sul livello del mare, mentre il fondo pianeggiante del cratere stesso giace quasi 600 m. più in basso.
Le lave che compongono il rilievo vulcanico sono, in ordine di età e incominciando dalle più antiche, andesiti, trachiandesiti, trachiti e trachidaciti. Con esse sono associati, specie nel settore settentrionale, tufi trachiandesitici e pomicei. Nell'isolotto di Ialli compaiono anche delle lipariti. Non si ha notizia di eruzioni vulcaniche avvenute in epoca storica, ma non mancano però tracce di una certa attività endogena che si manifesta con emissioni di acque bollenti, di vapori e di gas specialmente nell'interno del cratere. Fra il 1871 e il 1873, come pure più tardi, nel 1887, si ebbero manifestazioni più intense; ma anche queste rientrano nel quadro dello stadio solfatarico del vulcano. Dal punto di vista economico hanno importanza le sorgenti termo-minerali che sgorgano a Scopi, presso Mandracchio, alla temperatura di 50°-55° e a Palo a 45°-50° e che sono state utilizzate a scopo terapeutico fino dall'antichità.
I centri abitati principali sono tre, che costituiscono altrettanti comuni, e cioè: Mandracchio (1860 ab.) presso il mare, Emboriò (900 ab.), Nichià (480 ab.) sull'orlo del cratere nel settore orientale. Secondo il censimento del 21 aprile 1931 la popolazione dell'isola, formata in buona parte da greco-ortodossi, ammonta a 3436 ab. Le risorse sono date principalmente dagli stabilimenti termali di Palo e di Mandracchio. L'agricoltura (orzo, grano, uva, mandorle, ulive) è poco sviluppata; mediocremente la pastorizia. Un tempo si esportava lo zolfo scavato nell'interno del cratere.
Nisiro fu occupata dall'Italia il 12 maggio 1912.
La leggenda (più volte rappresentata nella ceramica attica) narra della sua formazione per opera di Posidone che avrebbe strappato un tratto della vicina Coo per scagliarlo contro il gigante Polibote, rimasto seppellito sotto all'isola che lo abbatté. La città principale omonima era situata sulla punta nord-occidentale, e si conservano cospicui resti della cinta della sua acropoli, mentre tutto intorno sono state scavate importanti tombe delle sue necropoli, che risalgono fino all'epoca arcaica; al contrario il suo porto è oggi insabbiato.
La sua popolazione in epoca storica era formata da Dori venuti da Rodi, con la quale isola Nisiro palesa grande comunità di cultura e d'istituzioni. Unita alla Lega attica durante la guerra del Peloponneso, pagando un tributo mensile di 100 dracme, dopo Egospotami passò agli Spartani, ma fu ricondotta alla lega di Atene già da Conone nel 394 a. C.; al tempo di Filippo V riappare libera. Erano famose anche nell'antichità le sue fonti calde sulfuree.
Bibl.: L. Ross, Reisen auf den griech. Inseln, II, Stoccarda e Tubinga 1840-1845, p. 61 segg.; R. M. Dawkins e J. B. Wace, Annual British School, XII (1905-06), p. 165 segg.; G. Jacopi, Clara Rhodos, VI-VII (1932-1933), p. 471 segg.