NIẒĀMĪ (Niẓām ad-dīn Abū Muḥammad Ilyās ibn Yūsuf)
Famoso poeta persiano, nato a a Gangiah, nell'attuale Ādharbaigiān, nel 535 eg., 1141 d. C., dove morì nel 599/1203. La sua fama è fondata su cinque poemi di argomento epico-romanzesco, rimasti modello insuperato di numerosissime imitazioni nella letteratura persiana stessa, in quelle turche (‛osmānlī e ciaghataica) e in quella indostana.
Il "quintetto" (khamsah) dei poemi niẓāmiani è così composto (secondo l'ordine cronologico di redazione): Makhzan ul-asrār ("il Tesoro dei misteri"; ed. Bland, Londra 1844) di argomento miscellaneo, mistico-didattico; Khusraw we Shīrīn (ed. Lahore 1871; libera trad. di J. v. Hammer-Purgstall, Lipsia 1809) narrante i leggendarî amori del re sasanide Cosroe Parwīz con la principessa armena Shīrīn; Lailà we Mag???nūn (ed. Lucknow 1879; trad. J. Atkinson, Londra 1836) sulla passione del beduino arabo Mag???nūn per la bella Lailà; Haft Paikar ("Sette bellezze"; ed. H. Ritter e J. Rypka, Praga 1934; trad. C. E. Wilson, Londra 1924), con le sette storie narrate dalle amate del re Bahrāmgūr, una delle quali contiene lo spunto della fiaba di Turandot; Iskandarnāmeh ("Libro di Alessandro"; ed. Lucknow 1865 e trad. [la sola prima parte] di H. Wilberforce Clarke, Londra 1881; la seconda parte ed. da Sprenger, Calcutta 1852 e 1869), elaborazione rimasta classica della leggenda orientale di Alessandro.
Bibl.: W. Bacher, Nizâmi's Leben und Werke, Lipsia 1871; H. Ritter, Über die Bildersprache Nizamis, Berlino 1927; I. Pizzi, Storia della poesia persiana, Torino 1894, I, pp. 217-219, 254-258 e II, pp. 178-196, 252-273.