Poeta siriano (Damasco 1923 - Londra 1998). Ritiratosi (1966) dalla carriera diplomatica, si trasferì a Beirut, dove nel 1967 fondò una casa editrice (Manshurāt Nizār Qabbānī). La sua opera poetica, caratterizzata da un forte lirismo romantico in cui l'amore e la donna sono fra gli interpreti principali (Qālat lī᾿s-samrā' "Mi disse la bruna", 1944; Ḥabībatī "La mia amata", 1961; Ilā Bayrūt al-unthā ma῾a ḥubbī "Verso Beirut, la mia amata donna", 1977), trattò anche temi politici, soprattutto dopo la disfatta araba del 1967 (Shu῾arā' al-arḍ al-muḥtalla "Poeti dei territori occupati", 1968; Qaṣā'id mutawāḥḥisha "Poesie selvagge", 1970; al-A῾māl al-siyāsiyya "Opere politiche", 1974). Nel 1973 pubblicò il saggio autobiografico Qiṣṣatī ma῾a ash-shi῾r ("La mia storia con la poesia"), in cui Q. espose le sue teorie poetiche e il suo impegno sociale e politico. Tutte le sue opere sono state raccolte in al-A῾māl ash-shi῾riyya al-kāmila ("Opere poetiche complete", 2 voll., I, 1971 e II, 1980). Una parte delle sue poesie sono state tradotte in italiano (Poesie, 1976).