QABBĀNĪ, Nizār
Poeta arabo di Siria, nato a Damasco nel 1923. Ritiratosi nel 1966 dalla carriera diplomatica, si è tutto consacrato alla sua opera letteraria, in cui sono distinguibili due fasi. In una prima, egli è soprattutto un romantico: l'amore, il fascino di terre lontane, la gioia di vivere, pervadono le sue prime raccolte (Qālat lī's-samrī', "Mi disse la bruna", 1944; Anti lī, "Tu sei mia", 1950; Ḥabībatī, "La mia amata", 1961, ecc.). Poi, la catastrofe araba del 1967 nella guerra con Israele coagulò i motivi dell'amor patrio e della solidarietà col suo popolo, già affioranti nella produzione precedente, e fece di questo poeta un acceso portavoce della Resistenza. Ciò appare già dai titoli delle susseguite raccolte poetiche: Shu‛arā' al-arÿ al-muḥtalla, "Poeti della terra occupata", 1968; Fatḥ (l'organizzazione di resistenza palestinese), 1968; Manshūrāt fidā'iyya ‛alā giudrān Isrā'īl, "Manifesti dei Fidai sulle mura d'Israele", 1969; Qaṣā'id mutawaḥḥisha, "Poesie selvagge", 1970; ecc. L'adesione del poeta alla causa araba è, in questa e altre parti della sua produzione, tutta d'istinto e di sentimento; la sua accorata rievocazione di Nasser ("ultimo dei profeti") lo mostra interamente partecipe del mito del leader egiziano come unificatore e liberatore degli Arabi. Ma anche in questo secondo periodo non mancano ritorni ai primi motivi della sua lirica; vagheggiamento appassionato della donna, e insieme esigenza di una sua dignità, di un'auspicata sua resurrezione in seno alla società araba, di cui sono bollate le arretratezze. Impulsiva e immatura nella presa di posizione politica, l'arte di Q. è uno dei più schietti prodotti lirici dell'arabismo nell'ultimo trentennio. Da ricordare, come raro caso in ambiente arabo, la sua conoscenza e adesione al pensiero estetico di B. Croce. Trad. it.: N. Qabbānī, Poesie, Roma 1976.
Bibl.: G. Canova, in Oriente moderno, LII (1972), pp. 451-66.