Nizza
Città della Francia merid., sul Mediterraneo; capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime. Fondata dai coloni focei di Marsiglia come baluardo contro i liguri, per timore di questi si sottopose presto al dominio romano. Vi passava la via Iulia Augusta. Prefettura dei massalioti, non inclusa nella provincia delle Alpi Marittime, N. fu tuttavia il porto della primitiva capitale di essa (Cemenelo). Distrutta dalle invasioni barbariche e più tardi (secc. 8° e 9°) dai saraceni, dopo la crisi dell’impero carolingio N. entrò a far parte della contea di Provenza, riprendendo l’antica attività commerciale, e riuscendo ad affermare sin dal sec. 11°, contro il potere vescovile e comitale, l’autonomia del suo comune. Ma, alleata di Pisa, dovette subire le rappresaglie dei genovesi, i quali aiutarono i conti di Provenza a riaffermarvi il vincolo feudale; nel giugno 1176 passò sotto Alfonso II re d’Aragona e alla morte di questo a Raimondo Berengario IV (1209-45), conte di Provenza. Di quella regione N. seguì le successive vicende politiche, sinché nel 1388 si diede in signoria ad Amedeo VII di Savoia, in odio agli Angioini: da questo momento la sua storia fu strettamente legata a quella del ducato sabaudo, di cui venne a costituire il primo sbocco al mare. Dopo un periodo iniziale di prosperità nella prima metà del sec. 16° la città fu coinvolta nelle guerre tra Francia e impero e subì più volte i danni dell’occupazione militare; nel 1538 vi fu conclusa la tregua fra Carlo V e Francesco I; nel 1543 si difese contro la flotta franco-turca (celebre l’episodio di Caterina Segurana), ma non poté evitare il saccheggio dei turchi, mentre il castello rimaneva inespugnato. I tentativi francesi di impadronirsene cessarono temporaneamente col Trattato di Lione nel 1601; nel frattempo Emanuele Filiberto ne aveva favorito lo sviluppo a porto militare e Carlo Emanuele I vi aggiunse il porto franco; più volte minacciata da spagnoli e francesi nei secc. 17° e 18°, fu occupata dal maresciallo N. de Catinat nel 1691 e ancora da Luigi XIV nel 1706, dagli alleati franco-ispani nel 1744, durante la guerra di successione austriaca. Rifugio di emigrati dalla Francia rivoluzionaria, nel 1792 fu occupata dalle truppe della Repubblica e rimase quartier generale francese sino alla prima campagna napoleonica d’Italia. Capoluogo del dip. delle Alpi Marittime, nel 1815 tornò a Vittorio Emanuele I e rimase al regno di Sardegna finché Cavour riconobbe le aspirazioni francesi su di essa e sulla Savoia in cambio del riconoscimento, da parte di Napoleone III, delle annessioni nell’Italia centrale. Il trattato del 24 marzo 1860 sancì la cessione alla Francia, ratificata il 15 aprile di quell’anno da un plebiscito.
Il Consiglio europeo riunito a N. (7-11 dic. 2000) ha raggiunto l’intesa su temi largamente condivisi, quali l’autorità alimentare europea, controlli più severi per le navi in rotta nel Mediterraneo, la cooperazione giudiziaria, la politica comune sull’immigrazione, la forza militare di intervento rapido, il piano di protezione sociale, la lotta antidoping. Ma sui nodi istituzionali della nuova Europa i contrasti sono rimasti profondi; dopo lunghe trattative un accordo in extremis ha portato alla firma del Trattato di N., che riformava profondamente il Trattato di Amsterdam (1997) definendo il funzionamento delle istituzioni dell’Unione in vista del suo allargamento a partire dal 2004. Il punto più importante dell’accordo riguarda il peso dei singoli Stati membri nel Consiglio dei ministri; non si è invece raggiunto l’obiettivo di limitare il diritto di veto, che consente a un singolo Paese di bloccare la volontà degli altri; il voto a maggioranza è possibile solo su un limitato numero di argomenti. Il 7 dic. 2000 è stata inoltre sottoscritta la Carta di N., carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea; premessa di una Costituzione dell’UE, la Carta riafferma l’adesione degli Stati membri ai principi della libertà, della democrazia, del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali nonché dello stato di diritto.