NO-RESTRAINT (ingl. "nessuna coercizione")
Sistema di trattamento degli alienati che esclude l'uso dei mezzi di coercizione meccanica (no-restraint assoluto) o lo consente soltanto in casi estremi, per lesioni fisiche che reclamino l'immobilità, per agitazione continua ed estenuante, per tendenze all'auto-mutilazione e simili (no-restraint relativo).
Già anticamente Asclepiade, e più tardi Sorano e Celio Aureliano raccomandavano un trattamento blando; Celso era invece partigiano dei vincoli, delle minacce e dei castighi. Sul principio del sec. XVIII A.M. Valsalva rimise in vigore a Bologna i precetti avversi alla coercizione, ma dopo la sua morte il sistema della dolcezza cadde in disuso. V. Chiarugi, a Firenze, tornò a sopprimere i mezzi più severi di coercizione nel 1779. Lo stesso fece J. Daquin a Chambéry circa alla stessa epoca. Un'eco più larga suscitò l'esempio di P. Pinel, che nel 1792 a Bicêtre e nel 1795 alla Salpêtrière soppresse l'uso delle catene. Nel 1796 W. Tuke aperse a York il Friends Retreat, piccolo istituto manicomiale nel quale la coercizione era totalmente soppressa.
Il primo tentativo su larga scala di no-restraint assoluto fu fatto nel 1835 da Charlesworth e Gardiner Hill nel manicomio di Lincoln; nel 1839 J. Conolly applicò questo sistema nel manicomio di Hanwell popolato di ben 1000 malati. Da allora le simpatie per il no-restraint si sono divulgate dappertutto, trovando applicazioni più o meno estese, e più spesso relative che rigorose. Condizioni arretrate di civiltà, ristrettezza di locali, ostinate tradizioni, grettezza amministrativa, difetto di risorse economiche sono gli ostacoli all'applicazione sistematica del no-restraint, che dagli alienisti è teoricamente caldeggiato senza grandi contrasti. L'applicazione metodica e rigorosa del no-restraint è possibile soltanto nei manicomî moderni e ben costruiti, non troppo grandi né affollati, ricchi di personale medico e di assistenza, ove le cure mediche, la degenza a letto, i bagni tepidi prolungati trovano largo impiego, e non mancano colonie agricole e officine dove i malati possano trovare, appena siano tranquilli, un'occupazione piacevole.
In certi reparti si può applicare senza inconvenienti il sistema scozzese delle "porte aperte" (open door).