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nocicettore

Dizionario di Medicina (2010)
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nocicettore


Neurone sensoriale dotato di sensibilità agli stimoli dolorifici. I neuroni nocicettivi hanno il loro corpo cellulare all’interno dei gangli spinali (gangli delle radici dorsali) situati in prossimità della colonna vertebrale. Questi neuroni sono tipiche cellule a T, in quanto possiedono una branca diretta in periferia (responsabile della trasduzione dello stimolo doloroso) e una branca che si dirige centralmente, e stringe contatti sinaptici con i neuroni delle lamine superficiali delle corna dorsali del midollo spinale. I neuroni dei gangli spinali mediano la sensibilità dolorifica proveniente da tutte le parti del corpo, a parte il distretto facciale, che è innervato da n. situati alla base del cranio, nei nuclei del trigemino. I n. inviano le loro terminazioni a cute, muscoli, articolazioni, meningi e tessuti somatici profondi.

nocicettore

Tipi di nocicettore

I n. si possono suddividere a seconda delle loro proprietà funzionali in n. meccanici, termici, polimodali e silenti.

Nocicettori meccanici. Rispondono a stimoli cutanei intensi (pizzicotto, puntura, schiacciamento) e danno una sensazione di dolore vivo. Il segnale è raccolto da terminazioni nervose nude ed è trasportato all’snc da fibre mielinizzate, dette Aδ, con velocità di conduzione di 5÷30 m/s.

Nocicettori termici. Sono eccitati da temperature estreme (maggiori di 45 °C o minori di 5 °C); anch’essi trasmettono il segnale attraverso fibre mielinizzate Aδ.

Nocicettori polimodali. Sono attivati da una varietà di stimoli (meccanici, termici e segnali chimici, come i mediatori dell’infiammazione), e producono una sensazione di dolore sordo; conducono il segnale al sistema nervoso centrale mediante fibre non mielinizzate e di basso diametro (fibre C; velocità di trasmissione minore di 1 m/s).

Nocicettori silenti. Sono presenti soprattutto nei visceri e risultano relativamente insensibili nei confronti di stimoli in grado di essere percepiti dai n. cutanei, mentre risultano sensibili alla torsione, alla distensione e all’ischemia di un viscere; presentano generalmente campi di ricezione ampi e sovrapposti. I vari tipi di n. spesso agiscono in maniera coordinata nella recezione del segnale dolorifico: per es., a seguito di uno stimolo nocivo (meccanico o termico), l’attivazione delle fibre mielinizzate Aδ è responsabile di un dolore iniziale, pungente e localizzato, seguito da un dolore più diffuso e persistente, generato dall’arrivo dello stimolo portato dalle fibre C.

Meccanismo d’azione

Vari studi hanno messo in luce alcuni dei meccanismi attraverso i quali gli stimoli dolorosi depolarizzano le terminazioni dei n. e generano impulsi nervosi (potenziali d’azione). È noto che le terminazioni nocicettive possiedono recettori specifici che convertono l’energia associata a stimoli meccanici, termici o chimici in una variazione del potenziale di membrana. Uno di questi recettori è il vanilloide, un canale non selettivo per cationi, di natura eccitatoria, che viene attivato da diversi stimoli, quali il calore e gli agonisti vanilloidi (come il principio attivo del peperoncino, la capsaicina). Diversi mediatori chimici possono attivare i n.; questi sono tipicamente rilasciati in seguito a una lesione tissutale, e comprendono ioni potassio, serotonina e bradichinina. Queste molecole causano una attivazione diretta dei terminali nocicettivi e l’insorgenza di potenziali d’azione, tramite cui il segnale viene trasmesso alle strutture centrali. La depolarizzazione dei n. a seguito di una lesione periferica può anche causare il rilascio di neuropeptidi (quali la sostanza P e il peptide associato al gene per la calcitonina, CGRP) dalle stesse terminazioni nocicettive; i neuropeptidi sono sintetizzati a livello del soma neuronale e poi trasferiti per trasporto assonale a livello del terminale. La liberazione di questi neuropeptidi conduce alla degranulazione dei mastociti, che rilasciano istamina, la quale è in grado di causare una ulteriore attivazione dei terminali nocicettivi. Inoltre le fibre nocicettive possono essere sensibilizzate, cioè rese più eccitabili, da mediatori dell’infiammazione, quali le prostaglandine (➔ iperalgesia). Il segnale dolorifico, una volta generato a livello della branca periferica del n., viene codificato in potenziali d’azione (generati da canali sodio voltaggio-dipendenti), che consentono la trasmissione dell’informazione a livello centrale. In partic., i n. localizzati nei gangli spinali formano sinapsi (tramite la loro branca assonale centrale) con neuroni localizzati nelle lamine superficiali delle corna dorsali del midollo spinale, specie nella lamina I e nella lamina II (detta anche sostanza gelatinosa). La trasmissione sinaptica tra i n. e le cellule delle corna dorsali è garantita dal rilascio di glutammato e di neuropeptidi. In partic., le fibre C afferenti al midollo sono in grado di corilasciare glutammato e sostanza P. Il glutammato ha un’azione depolarizzante molto rapida (mediata da recettori postsinaptici di tipo AMPA), mentre la sostanza P potenzia e prolunga l’effetto del glutammato. L’attivazione della via nocicettiva non conduce di necessità all’esperienza del dolore; infatti la percezione del dolore è un processo di elaborazione centrale, che coinvolge anche aspetti emozionali (➔ dolore, Rappresentazione interna del dolore).

Vedi anche
iperalgesia Patologica accentuazione della capacità di avvertire uno stimolo dolorifico; si verifica nelle nevriti e nelle sindromi talamiche e, come sintomo di turbamento psichico, negli stati ansiosi. Zone iperalgesiche Aree cutanee innervate da fibre sensitive che giungono allo stesso segmento del midollo spinale ... tatto Senso specifico che permette il riconoscimento di alcuni caratteri fisici (durezza, forma ecc.) degli oggetti che vengono in contatto con la superficie esterna del corpo. Organi elementari del t. sono i recettori tattili, cioè i corpuscoli di Pacini, quelli di Golgi e Mazzoni, di Meissner e i dischi ... tessuto connettivo Vasto gruppo di tessuti diffusi negli organismi viventi e dotati di caratteristiche morfologiche assai diverse, accomunati da una stessa derivazione embriologica (il mesenchima) e da alcune proprietà, di cui la più importante è la presenza di un’abbondante sostanza intercellulare contenente fibrille ... nervo sopratrocleare In anatomia, ramo di biforcazione del nervo frontale. Nervo s. di Arnold Anastomosi che il nervo frontale invia al nervo nasale esterno.
Tag
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • POTENZIALI D’AZIONE
  • NEURONE SENSORIALE
  • COLONNA VERTEBRALE
  • MIDOLLO SPINALE
Altri risultati per nocicettore
  • nocicettore
    Dizionario di Medicina (2010)
    Recettore nervoso per gli stimoli nocicettivi (➔ nocicezione), in part. quelli coinvolti negli stimoli dolorifici. Si distinguono in periferia, legati alle terminazioni ramificate del primo neurone afferente,  i  n. sensibili a stimolazioni meccaniche (meccanocettori), a quelle termiche (termocettori), ...
Vocabolario
nocicettóre
nocicettore nocicettóre (o nociceptóre) s. m. [dall’ingl. nociceptor, comp. del lat. nocēre «far male» e (re)ceptor «recettore»]. – In neurologia, varietà di recettore (propriam. di esterocettore) sensibile agli stimoli dolorifici.
nocicezióne
nocicezione nocicezióne s. f. [tratto da nocicettore, secondo il sost. ricezione]. – In neurologia, la percezione delle sensazioni dolorose, siano queste suscitate da stimoli algogeni esterni o da eventi morbosi.
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