nodo di Hensen
Struttura omologa, nei Sauropsidi, al labbro dorsale del blastoporo (od organizzatore di Spemann) degli Anfibi. Il nodo di Hensen si forma come un aggregato di cellule verso il lato posteriore del blastodisco, all’estremità anteriore della stria primitiva che va formandosi. Questa è una struttura dinamica, costituita da un cordoncino di cellule posto medialmente lungo l’asse antero-posteriore del blastodisco dove, durante la gastrulazione, le cellule dello strato esterno (epiblasto) si invaginano per formare i foglietti germinativi più interni, mesoderma ed endoderma. Con il procedere dello sviluppo, la stria primitiva si estende in senso postero-anteriore per ca. due terzi della lunghezza dell’embrione; congiuntamente con la stria, anche il nodo di Hensen si sposta verso l’estremo anteriore del blastodisco. Con la gastrulazione, le prime cellule che entrano in profondità dal nodo di Hensen migrano anteriormente a formare endoderma e mesoderma della regione della testa (endoderma faringeo, mesenchima della testa e mesoderma precordale). Man mano che la gastrulazione procede, la stria primitiva e il nodo di Hensen invertono la direzione di migrazione e iniziano a spostarsi posteriormente: in questa fase le cellule che entrano dal nodo di Hensen formeranno, anteriormente a esso, la notocorda. A gastrulazione ultimata, il nodo di Hensen verrà assorbito dall’abbozzo della coda. Esperimenti di trapianto hanno mostrato che il nodo di Hensen è l’equivalente funzionale del labbro dorsale del blastoporo degli Anfibi. Esso è infatti: (a) il sito di inizio della gastrulazione; (b) la regione le cui cellule diverranno cordomesoderma (mesoderma precordale e notocorda); (c) la regione le cui cellule possono organizzare un asse embrionale aggiuntivo se trapiantate in regione ectopica. Le cellule del nodo di Hensen secernono molti fattori cellulari essenziali per la gastrulazione e il patterning, quali FGF (Fibroblast growth factor), SHH (Sonic hedgehog) e acido retinoico.