NOETO (gr. Νόητος)
Nato a Smirne (Epifanio senza alcun fondamento fa nascere N. a Efeso), fu in Oriente, nell'ultimo quarto del sec. II, il caposcuola della teologia patripassiana. Mentre gli adozionisti (v. adozionismo) limitavano la divinità di Cristo a una pura e semplice adozione di Cristo uomo da parte di Dio padre, la teologia di N., che Ippolito (Contro l'eresia di Noeto e Philosophumena, IX, n, 7-10; X, 27) presenta come semplice adattamento ai problemi trinitarî del monismo di Eraclito, partendo dal duplice desiderio di salvare l'unità divina e di affermare nel tempo stesso la piena divinità di Cristo, annullava praticamente ogni distinzione fra Padre e Figlio in un'unica monarchia (v. monarchianismo) divina. Era quindi giustificata l'accusa degli avversarî, secondo la quale i monarchiani ammettevano che il Padre stesso era nato, aveva sofferto ed era morto sulla croce (patripassianismo). Due volte invitato a scolparsi davanti ai presbiteri della sua comunità N. fu alla fine scomunicato. Furono suoi scolari Epigono, che secondo Ippolito introdusse il patripassianismo a Roma (il fatto è attribuito da Tertulliano a Prassea), e Cleomene.
Bibl.: A. Donini, Ippolito di Roma, Roma 1925, p. 151 segg.