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noia

Dizionario di filosofia (2009)
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noia


Condizione, transitoria o duratura, di insoddisfazione frustrante, di indifferenza inquieta e disaffezione dolorosa verso una realtà esperita come priva di significato. Come stato di passività, di pigrizia e di inerzia morale (acedia), contrapposta all’amore creatore nel senso cristiano, la n. fu condannata da Tommaso d’Aquino, che la definì una «species tristitiae», «tristitia spiritualis boni» e, successivamente, «tristitia saeculi». Una connotazione spiccatamente esistenziale assume il concetto di n. nella riflessione di Pascal. «La nostra natura», osserva Pascal, «è nel movimento. Il riposo totale è la morte»; infatti, «nulla è insopportabile all’uomo quanto essere in un completo riposo, senza passioni, senza faccende, senza divertimento, senza un’occupazione. Avverte allora il proprio nulla, il proprio abbandono, la propria insufficienza, la propria dipendenza, il proprio vuoto» (Pensieri, 1670, 129). In questa condizione, dal profondo dell’animo umano insorgeranno la n. e la disperazione. Analogamente, per Schopenhauer la n. scaturisce nel punto centrale dei poli tra i quali oscilla l’esistenza umana, il riposo e l’agitazione. Se si consegue quello che si desidera, il desiderio si placa, si raggiunge un punto di quiete e questa diviene sazietà, insopportabile a causa della n. che produce. Desiderio e sazietà costituirebbero un movimento ciclico di dolore costantemente rinnovato e di tedio disperato per uscire dal quale Schopenhauer consiglia all’uomo di cercare un oggetto di desiderio che non lo soddisfi completamente, ma che neppure gli conceda libertà. Concetti analoghi tornano in Kierkegaard, per il quale la n. è un sentimento che appartiene allo stadio estetico dell’esistenza, è il lato notturno che si oppone diametralmente al lato diurno del piacere. Forma esistenziale della disperazione, la n. ne costituisce il ‘lato negativo’. Infatti, chi non sceglie e si dedica solo al piacere cade ben presto nella n., cioè nell’indifferenza nei confronti di tutto, perché, non impegnandosi mai, non vuole profondamente e sentitamente nulla. Sviluppato in chiave esistenzialista, il concetto di n. intesa come esperienza dell’indifferenza delle cose nella loro totalità assume nell’analisi di Heidegger connotazioni metafisiche. Annoiarsi significa «essere lasciati vuoti», «essere consegnati all’ente nella sua totalità». Come stato psicologico, la n. non è che una caduta di interesse per qualcosa (un libro, un divertimento, ecc.); ma la vera, autentica n. è quella che ci invade quando «ci si annoia» (in ted. «es ist einem langweilig»). In questo passaggio all’impersonale, la n. perde il suo significato puramente psicologico per assumere una valenza metafisica, diventando «la n. profonda che, come nebbia silenziosa, si raccoglie negli abissi del nostro esserci, accomuna uomini e cose, noi stessi con tutto ciò che è intorno a noi in una singolare indifferenza. È questa la n. che rivela l’esistente nella sua totalità» (Che cos’è metafisica?, 1929).

Vedi anche
Giovanni Comisso Scrittore italiano (Treviso 1895 - ivi 1969). Ufficiale nella prima guerra mondiale (cfr. Giorni di guerra, 1930); legionario di D'Annunzio a Fiume (cfr. Le mie stagioni, 1951); viaggiò molto, specialmente in Oriente, per conto di grandi giornali (Corriere della sera, ecc.). Il meglio della sua arte ... Giacomo Leopardi Poeta (Recanati 29 giugno 1798 - Napoli 14 giugno 1837). Tra i massimi scrittori della letteratura italiana di tutti i tempi, nella sua opera risulta centrale il tema dell’infelicità costitutiva dell’essere umano, intesa come legge di natura alla quale nessun uomo può sottrarsi. Lo Zibaldone di pensieri  ... Alberto Moràvia Moràvia, Alberto. (propr. Alberto Pincherle Moravia). - Pseud. di Alberto Pincherle, scrittore (Roma 1907 - ivi 1990). Esordì con il realismo provocatorio de Gli indifferenti (1929), romanzo capitale nella letteratura italiana del Novecento che illustra, attraverso la storia di una famiglia, la decadenza ... Giovanni Papini Scrittore italiano (Firenze 1881 - ivi 1956). Papini, Giovanni fu parte viva del movimento letterario, filosofico e politico, che ai primi del Novecento promosse da Firenze lo svecchiamento della cultura e della vita italiana. Tra i fondatori delle riviste Leonardo (1903) e Lacerba (1913), concepì la ...
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Vocabolario
nòia
noia nòia s. f. [prob. dal provenz. noja, enoja; v. noiare e annoiare]. – 1. a. Senso di insoddisfazione, di fastidio, di tristezza, che proviene o dalla mancanza di attività e dall’ozio o dal sentirsi occupato in cosa monotona, contraria...
incresciménto
increscimento incresciménto s. m. [der. di increscere], ant. – Rincrescimento, dispiacere, noia, fastidio.
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