noioso
Come ‛ annoiare ' e ‛ noia ' (v.), ha un valore più intenso che nell'uso moderno e corrisponde a " spiacente ", " increscioso ": e [Dio] fella di qua giù a sé venire, / perché vedea ch'està vita noiosa / non era degna di sì gentil cosa (Vn XXXI 10 27; " vita noiosa " per " vita trista, amara " è anche in Guinizzelli Diavol te levi 7); li tormenti che tu porterai / nel secol, che t'è già tanto noioso (Vn XXXIII 5 8); quelle cose che a voi onor sono / dimando e voglio; ogni altra m'è noiosa (Rime L 45); Null'altra cosa appo voi m'accagioni / del lungo e del noioso tacer mio (XCVI 6); noiosa pioggia (C 21: " opprimente ", per il Contini). V. anche Rime dubbie XXII 14.
In Vn XII 6 questa gentilissima... non degnò salutare la tua persona, temendo non fosse noiosa, riferito a persona, vale contestualmente " causa di biasimo ". A illustrare tale senso, giova leggere il notissimo passo di Vn X 2, dove D., nel ricordare che la gente ragionava della donna dello schermo oltre li termini de la cortesia, conclude: per questa cagione, cioè di questa soverchievole voce che parea che m'infamasse viziosamente, quella gentilissima, la quale fue distruggitrice di tutti li vizi e regina de le virtudi, passando per alcuna parte, mi negò lo suo dolcissimo salutare. Annota il Casini al citato luogo di Vn XII 6: " quella donna era biasimata per cagione della tua dimostrazione d'amore e però Beatrice, che rifugge da ogni biasimo, non volle più salutarti, temendo che ciò potesse esserle rimproverato ".
N. è riferito a persona anche in Rime LXXXIII 10, nella celebre canzone della ‛ leggiadria ', dove ha ufficio di preciso giudizio morale, come risulta dalla sua contrapposizione, appunto, con la ‛ leggiadria ', col ‛ valore ', e dallo stretto legame, quasi una sinonimia, con vile: i' canterò... / contra 'l peccato, / ch'è nato in noi, di chiamare a ritroso / tal ch'è vile e noioso / con nome di valore, / cioè di leggiadria. Si potrà ricordare a riscontro l'" annoiosa gente " del noto sonetto cavalcantiano a D. (I' vegno 'l giorno 6).