Vedi NOLA dell'anno: 1963 - 1996
NOLA (v. vol. V, p. 537)
I nuovi scavi effettuati nel centro urbano e nella sua immediata periferia consentono di tracciare, per grandi linee, un quadro della topografìa di N. romana, il cui sviluppo verso Ν sembra chiaramente delimitato dalla Via Anfiteatro Laterizio oltre la quale si estendono le aree della grande necropoli utilizzata dall'età preromana al IV sec. d.C. Le esplorazioni sistematiche di quest'ultima hanno consentito il recupero di numerosi dati per quanto riguarda il periodo dal tardo VII alla metà del VI sec. a.C. (sepolture a fossa semplice ricavate in uno strato di sabbia e ceneri vulcaniche, con corredi comprendenti ceramica di impasto, buccheri, ceramica etrusco-corinzia, scarsa ceramica d'importazione, ornamenti personali in ferro e bronzo); molto meno numerosi sono i dati per il periodo compreso tra la fine del VI e gli inizî del V dove, accanto alle tombe a fossa, si trovano sepolture a cappuccina, in cassetta di tegole o in embrici.
Tra i materiali non mancano, benché in soli tre esemplari, ceramiche a figure nere: un'anforetta con Amazzonomachia di Eracle, una lèkythos con corteo dionisiaco e una kỳlix con Sileno e scene dionisiache. Pochissimi e non singolari sono i pezzi a figure rosse della prima metà del V sec.; vicina infine a quella capuana è la produzione di ceramica figurata del V sec. e di quello successivo.
All'avanzato IV sec. a.C. vanno ricondotte le tombe a cassa ritrovate nella stessa area di necropoli e recanti ancora, in qualche caso, resti della decorazione dipinta. Il sistema decorativo presenta: ghirlande sospese e melograni sui lati lunghi, l'immagine defunta stante (delle sei tombe a cassa ritrovate tra gli scavi del 1935-37 e quelli del 1984-87, conservano tracce di pittura solo due femminili) ed elementi di offerta (melograni, focacce) sulle lastre brevi.
Schemi più complessi e di diverso livello qualitativo si sono riscontrati invece nelle pitture delle tombe rinvenute in un'altra area di necropoli, posta a NE di N., in parte entro i confini comunali (scavo di Via Seminario 1977), e in comune di Casamarciano (scavo 1987) (cavaliere con scudiero e offerenti, cavaliere e oplita, donna in trono e offerenti, processione di togati dietro un cavallo non bardato).
Testimonianza dell'abitato arcaico è data dai frammenti di antefissa con gorgòneion nimbato (560-550 a.C.) e di lastre fittili con fregio a guilloche, fortunosamente recuperate ai margini NO della città, nella località Polveriera, poco distante dai resti della necropoli monumentale romana.
Le strutture murarie rinvenute confermano la piena utilizzazione, almeno in età imperiale, dell'area corrispondente all'attuale centro urbano, con una maggiore estensione della città antica verso SO, dove si sono trovati i resti di una delle porte urbiche in una strada orientata N-S, al confine fra l'area abitata e una zona dove sono stati individuati resti di mausolei in laterizio databili al III-IV sec. d.C. Un tratto di strada basolata, grosso modo perpendicolare al precedente, è stato seguito per c.a 200 m verso O, dove la presenza di strutture murarie in reticolato e resti di decorazione dipinta di tardo IV stile, hanno fornito elementi per stabilire l'estensione della città in quella direzione. Tale tratto viene a coincidere con uno dei decumani ipotizzati dal Castagnoli (1956) da ricondurre a età sillana.
Nella zona occidentale della città, in area probabilmente extra-urbana anche in antico, è avvenuto il rinvenimento più consistente, quello della villa di Via Saccaccio, nella quale sono stati rimessi in luce ventiquattro ambienti, tutti scarsamente conservati in alzato. In essa si riconoscono più fasi costruttive.
Delle più antiche, databili al II sec. a.C., si conservano i pavimenti in signino con tappeti a losanghe e a squame e bordi di crustae policrome pertinenti a murature abbattute nel I sec. a.C. per far posto a quelle in opera reticolata con pavimenti a mosaici in bianco e nero, in parte modificate nel I d.C. (rafforzamento di stipiti in opera laterizia, pitture di III stile), e nel III-IV d.C. (opera vittata di blocchetti di tufo approssimativamente rettangolari, riutilizzo di frammenti di pitture di IV stile nella copertura di ambienti sotterranei, nuove decorazioni pittoriche a pannelli viola e gialli).
Le aree fino a ora esplorate sembrano essere pertinenti alla zona residenziale della villa, successivamente trasformata in parte in quartieri industriali, con impianto di vasche di lavaggio (?) a ridosso di ambienti che erano stati pavimentati con mosaici e affrescati durante la fase di I sec. d.C. Altri resti di abitazioni, riconoscibili più che altro dalle tracce delle fondazioni, associate a pavimenti a mosaico, o frammenti di intonaci dipinti recuperati nelle adiacenze dell'area della villa, confermano il carattere residenziale della zona che si trova in prossimità della già ricordata necropoli monumentale romana e del c.d. Anfiteatro Laterizio. Della prima restano in evidenza solo due dei tre mausolei noti ancora oggi come «Torricelle»; sono state recuperate le iscrizioni di prima età imperiale pertinenti a due altri monumenti, e messi parzialmente in luce i resti del basamento di ancora due mausolei.
L'anfiteatro, in corso di scavo, presenta le strutture portanti delle volte in opera reticolata di grossa pezzatura realizzate contro terra in prossimità di un muro, abbastanza ben conservato, anch'esso in opera reticolata, e il cui prolungamento verso NO costituiva forse un limite dell'area del monumento. La tradizionale denominazione di «laterizio» è al momento smentita dai dati di scavo (1991-1993), che hanno mostrato il paramento esterno in opera reticolata di età augustea con rivestimento in intonaco imitante ortostati di marmo bianco.
Nella parte SE della città dove la tradizione collocava l'anfiteatro «marmoreo», sono stati individuati (1991-92) i resti del teatro la cui cavea è risultata non solo spogliata dei rivestimenti, ma demolita fino alle fondazioni dei muri radiali in reticolato e laterizi, confermando così la tradizione che attribuiva ai conti Orsini di N. (XV sec.) la distruzione del monumento per la costruzione del loro e di altri palazzi nobiliari. La scena in opera laterizia, un tempo rivestita di marmi, è ancora discretamente conservata e nel terreno di seppellimento sono stati recuperati anche frammenti della decorazione scultorea in marmo che sembrano risalire alla prima età imperiale.
Elementi per stabilire l'estensione della città verso S ed E sono dati dall'individuazione - in zone di recente urbanizzazione - di resti di complessi abitativi (principalmente pavimenti a mosaico o in cocciopesto con relative strutture murarie assai mal conservate) tra i quali è da ricordare quello cui apparteneva una fontana a mosaico con maschere di Oceano, databile all'avanzato II sec. d.C.
La lunga durata d'uso della città (fino al V-VI sec. d.C.), le circostanze della sua fine e del suo seppellimento (al declino economico proprio di alcune aree periferiche durante il tardo impero si sommano le conseguenze delle invasioni barbariche e dei fenomeni vulcanici che dal 395 al 512 tormentarono la regione) rendono assai problematico il recupero delle evidenze archeologiche, sproporzionate per difetto, a quella che fu l'importanza e la fama della città tra il V sec. a.C. e il I d.C.
Bibl.: F. Castagnoli, Tracce di centuriazione nei territori di Nocera, Pompei, Nola, Alife, Aquino, Spello, in RendLinc, XI, 1956, p. 373 ss.; R. Donceel, Timée et la mention d'une fondation chalcidienne de Noie dans Trogue-Pompée et Silius Italicus, in BInstHistBelgRom, XXXIV, 1962, p. 27 ss.; M. Bonghi Jovino, Commento ad una tomba dipinta di Nola, in Klearchos, 25-28, 1965, p. 1 ss.; M. Bonghi Jovino, R. Donceel, La necropoli di Nola preromana, Napoli 1970; E. La Rocca, Nola dalle origini al periodo romano, in Nola dalle origini al medioevo, Nola 1971, p. 13 ss.; S. De Caro, Una nuova tomba dipinta da Nola, in RIA, VI-VII, 1983-1984, p. 71 ss.; V. Sampaolo, Dati archeologici e fenomeni vulcanici nell'area nolana. Nota preliminare, in Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique, Napoli 1986, p. 113 ss.; P. Sommella, Città e territorio nella Campania antica, in G. Pugliese Carratelli (ed.), Storia e civiltà della Campania. L'evo antico, Napoli 1991, p. 188; V. Sampaolo, Nola, in BA, XI-XII, 1991, pp. 162-168.