Vedi NOMENTUM dell'anno: 1973 - 1996
NOMENTUM
Centro antico vicino a Roma; entrato presto nell'orbita romana, nel 338 a. C. fu municipalizzato (Liv., viii, 14) e divenne un centro residenziale del suburbio di Roma, tanto che da allora le citazioni della città si riferiscono solo alla amenità dei suoi luoghi. Una fonte tarda cita il martirio dei santi Primo e Feliciano, avvenuto a N. durante la persecuzione dioclezianea del 303.
Contrariamente alla usuale identificazione con Mentana, i resti della città sono localizzati sotto l'abitato di Casali, frazione di Mentana, un chilometro circa a SE di questa, tra i km 21,5 e 22,5, della via Nomentana. Il terreno è movimentato da tre colline: Montedoro (m 210) e Ara Cacamele (m 204), separate dalla sella del Romitorio, e l'Immaginella (m 205), poco a N della via "delle Molette", antica via per Tivoli.
Prescindendo dall'individuare fasi di sviluppo, in mancanza di scavi sistematici, i punti fissi della topografia di N. per ora sono: 1) il Foro, situato nella piccola valle del Romitorio, messo in luce e distrutto da uno sterro edilizio per un'area di m 20 × 30. La pavimentazione a lastroni di travertino, è attraversata medianamente in senso N-S dal basolato della Nomentana. Al di sotto vi era una fitta rete di canalizzazioni. Sul lato E alcune strutture murarie in opera quadrata di tufo sembrano appartenere a tabernae o meglio a edifici di uso pubblico, dato che in un ambiente vennero rinvenute tre teste marmoree di personaggi giulio-claudî; 2) l'arce, costituita dalla collina di Montedoro, circondata da mura in opera quadrata di tufo, affioranti in piu punti, forse riferibili al IV sec. a. C. Numeroso materiale fittile in superficie rivela la presenza di edifici interrati. Sull'arce si notano altresì basoli stradali fino sulla cima e, sul versante N-E, una fondazione in calcestruzzo a pianta circolare con pavimento in mosaico, appartenente ad una piscina o ad un impianto termale; 3) un sepolcro tipologicamente simile al sacello di Paestum, forse compreso nell'area del Foro; 4) il tracciato della via Nomentana; 5) un muro di contenimento in opera incerta, che rivela l'andamento urbanistico a terrazzamenti per ovviare al pendio del terreno - e, inoltre, una serie di ruderi non meglio identificati riferibili forse ad abitazioni, varie cisterne ed una serie di ruderi, per lo più distrutti, di edifici sepolcrali lungo la Nomentana in località l'Immaginella, nella probabile zona periferica della città.
I confini dell'abitato per ora non sono identificabili in quanto i resti finora noti risalgono per lo più ad età imperiale, periodo in cui l'area propriamente urbana si decentrò in un agglomerato di ville suburbane.
Le testimonianze archeologiche più antiche risalgono all'Età del Ferro (VII sec. a. C.) con il ritrovamento di vasi di impasto e buccheri, provenienti da tombe. Tali ritrovamenti vanno messi in relazione col già noto centro dell'Età del Ferro di Quarto della Conca, circa due chilometri a S-E di Nomentum. Sufficienti sono gli elementi per documentare i secoli V-IV a. C., per esempio: un'antefissa fittile rappresentante l'Artemide Persiana, il citato sepolcro analogo al sacello di Paestum e ceramica a vernice nera che risulta particolarmente abbondante per i secoli III-II a. C.
Numerosi nel I sec. a. C. i ritratti e le epigrafi funerarî, da porre in relazione al grande sviluppo di ville fino dall'età tardo-repubblicana.
Abbastanza documentata è l'età augustea con rilievi su lastre fittili, un'ara neoattica, ceramica aretina, lastre marmoree a festoni, testine neoclassiche, ecc., mentre è di dubbia autenticità un interessante ritratto attribuibile a Gaio o Lucio Cesare.
Nel I e II sec. d. C., oltre ai già citati ritratti di personaggi giulio-claudî, abbiamo numeroso e spesso interessante materiale scultoreo ed epigrafico fra cui una iscrizione, rinvenuta sull'arce, dedicata ad Adriano dalla Respublica Nomentanorum. La maggior parte di questo materiale è inedito e verrà pubblicato quanto prima in un volume della Forma Italiae su Nomentum.
Bibl.: Th. Ashby, Classical Topography of the Roman Campagna, in Papers Brit. School Rome, III, 1905, pp. 66-70 (con bibliografia); Not. Scavi, 1901, pp. 205-210; 1921, pp. 55-62; 1925, pp. 255-57; 1944-45, pp. 36-38; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, XXXIII, 1936, c. 820-21, s. v.; H. Leclercq, in Dict. Arch. Chrét., XII, i, 1935, c. 1469-78; E. Paribeni, Ninfe, Charites e Muse su rilievi neoattici, in Boll. d'Arte, XXXVI, 1951, p. 108, fig. 7 a, b, c; B. M. Felletti Maj, I ritratti del Museo Nazionale Romano, Roma 1953, nn. 9-56-57; P. G. Gjerow, The Iron Age Culture of Latium, in Acta Inst. Rom. Regni Sueciae, XXIV, i, 1966; U. Rudiger, Eine Latiale Amphora in Privatbesitz, in Röm. Mitt., LXXV, 1968, pp. 1-3, tav. I, fig. 1-2; C. Pala, Forma Italiae, Nomentum (in preparazione).