genitori, nomi dei [prontuario]
Madre e padre (madri e padri al plurale) sono i nomi comunemente usati per designare i genitori:
(1) Daniela e Gianluca sono la madre e il padre di Ottavia e Amelia
Quando occorrono al singolare e sono preceduti da un possessivo diverso da loro, rifiutano l’articolo:
(2) ho parlato con tua madre
(3) ho incontrato vostro padre
Vogliono invece l’articolo in tutti gli altri casi, ovvero quando sono al singolare e preceduti da loro:
(4) ho parlato con la loro madre
oppure quando prima del possessivo si interpone un altro aggettivo:
(5) la sua indaffaratissima madre
o ancora quando sono al plurale e preceduti da un qualsiasi possessivo:
(6) le nostre madri sono molto amiche
(7) i loro padri si conoscono da tempo
Nondimeno, si trovano anche senza articolo se usati in funzione predicativa:
(8) considera tuoi padri tutti quelli che ti hanno insegnato qualcosa di importante.
Mamma (pl. mamme) e papà (invariabile) sono i nomi usati per indicare i genitori affettivamente: vengono pertanto usati anche come ➔ appellativi (nel qual caso richiedono, nella scrittura, l’iniziale maiuscola; l’uso di madre e padre come appellativi è affettato e desueto; anche ► appellativi e epiteti).
Quando sono riferiti ai genitori dell’emittente del messaggio, e quindi anche quando sono usati come appellativi, rifiutano l’articolo: papà!, cara mamma (come incipit, ad es., di una lettera), il ragazzino esclamò: «mamma!»; papà è appena uscito (cioè «mio padre è appena uscito»: il padre è dell’emittente che parla in prima persona). Vogliono invece l’articolo quando non sono riferiti ai genitori dell’emittente del messaggio:
(9) Chiara mi disse che il papà era appena uscito [il padre di Chiara, non dell’emittente]
Si osservi quindi la differenza tra le frasi a. e b. dell’es. (10):
(10) a. la bambina salutò papà [equivalente di la bambina salutò mio padre]
b. la bambina salutò il papà [equivalente di la bambina salutò suo padre]
Ma le domande come sta la mamma? e come sta mamma? possono essere equivalenti, riferendosi alla madre dell’interlocutore. Di norma mamma e papà vogliono l’articolo anche se preceduti da un qualsiasi possessivo (➔ possessivi, aggettivi e pronomi): la mia mamma, il tuo papà, le vostre mamme, i loro papà. Nel linguaggio quotidiano e informale, però, mamma e papà di forma singolare preceduti dai possessivi di prima e seconda persona, possono omettere l’articolo (ciò avviene più spesso nell’Italia settentrionale): mia mamma, tuo papà, nostra mamma, vostro papà; in area meridionale sarà più frequente mamma mia, papà tuo, ecc., con il possessivo in seconda posizione. Mamma e papà, usati come appellativi, possono subire apocope (ma’ e pa’) o assumere forme anglicizzanti come mami / mamy e papi / papy.
La voce tradizionale babbo è tuttora usata invece di papà in Toscana e nelle aree umbre, marchigiane e romagnole circostanti la Toscana (sono invece usciti dall’uso i meridionali mammà e tata); babbo segue le stesse norme sintattiche di mamma e papà.
Mamma e papà (come pure madre e padre) possono essere usati anche come appellativi inversi, cioè pronunciati dagli stessi genitori: dillo a mamma!, da’ retta a tuo padre!; al telefono: sono papà o, in Toscana, è il babbo!
I termini patrigno e matrigna indicano i genitori acquisiti per via di seconde nozze, rispettivamente, della madre e del padre. Il padrino e la madrina (detti anche, regionalmente, compare e comare, santolo, ecc.) sono i testimoni di battesimo; con padrino si indica anche, metaforicamente, il capo di una cosca mafiosa.
Padre e madre, usati anche come appellativi, possono indicare sacerdoti e badesse, come anche suore anziane.