• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

genitori, nomi dei [prontuario]

di Patrizia Petricola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
  • Condividi

genitori, nomi dei [prontuario]

Patrizia Petricola

Madre e padre

Madre e padre (madri e padri al plurale) sono i nomi comunemente usati per designare i genitori:

(1) Daniela e Gianluca sono la madre e il padre di Ottavia e Amelia

Quando occorrono al singolare e sono preceduti da un possessivo diverso da loro, rifiutano l’articolo:

(2) ho parlato con tua madre

(3) ho incontrato vostro padre

Vogliono invece l’articolo in tutti gli altri casi, ovvero quando sono al singolare e preceduti da loro:

(4) ho parlato con la loro madre

oppure quando prima del possessivo si interpone un altro aggettivo:

(5) la sua indaffaratissima madre

o ancora quando sono al plurale e preceduti da un qualsiasi possessivo:

(6) le nostre madri sono molto amiche

(7) i loro padri si conoscono da tempo

Nondimeno, si trovano anche senza articolo se usati in funzione predicativa:

(8) considera tuoi padri tutti quelli che ti hanno insegnato qualcosa di importante.

Mamma e papà

Mamma (pl. mamme) e papà (invariabile) sono i nomi usati per indicare i genitori affettivamente: vengono pertanto usati anche come ➔ appellativi (nel qual caso richiedono, nella scrittura, l’iniziale maiuscola; l’uso di madre e padre come appellativi è affettato e desueto; anche ► appellativi e epiteti).

Quando sono riferiti ai genitori dell’emittente del messaggio, e quindi anche quando sono usati come appellativi, rifiutano l’articolo: papà!, cara mamma (come incipit, ad es., di una lettera), il ragazzino esclamò: «mamma!»; papà è appena uscito (cioè «mio padre è appena uscito»: il padre è dell’emittente che parla in prima persona). Vogliono invece l’articolo quando non sono riferiti ai genitori dell’emittente del messaggio:

(9) Chiara mi disse che il papà era appena uscito [il padre di Chiara, non dell’emittente]

Si osservi quindi la differenza tra le frasi a. e b. dell’es. (10):

(10) a. la bambina salutò papà [equivalente di la bambina salutò mio padre]

b. la bambina salutò il papà [equivalente di la bambina salutò suo padre]

Ma le domande come sta la mamma? e come sta mamma? possono essere equivalenti, riferendosi alla madre dell’interlocutore. Di norma mamma e papà vogliono l’articolo anche se preceduti da un qualsiasi possessivo (➔ possessivi, aggettivi e pronomi): la mia mamma, il tuo papà, le vostre mamme, i loro papà. Nel linguaggio quotidiano e informale, però, mamma e papà di forma singolare preceduti dai possessivi di prima e seconda persona, possono omettere l’articolo (ciò avviene più spesso nell’Italia settentrionale): mia mamma, tuo papà, nostra mamma, vostro papà; in area meridionale sarà più frequente mamma mia, papà tuo, ecc., con il possessivo in seconda posizione. Mamma e papà, usati come appellativi, possono subire apocope (ma’ e pa’) o assumere forme anglicizzanti come mami / mamy e papi / papy.

La voce tradizionale babbo è tuttora usata invece di papà in Toscana e nelle aree umbre, marchigiane e romagnole circostanti la Toscana (sono invece usciti dall’uso i meridionali mammà e tata); babbo segue le stesse norme sintattiche di mamma e papà.

Mamma e papà (come pure madre e padre) possono essere usati anche come appellativi inversi, cioè pronunciati dagli stessi genitori: dillo a mamma!, da’ retta a tuo padre!; al telefono: sono papà o, in Toscana, è il babbo!

Altre forme

I termini patrigno e matrigna indicano i genitori acquisiti per via di seconde nozze, rispettivamente, della madre e del padre. Il padrino e la madrina (detti anche, regionalmente, compare e comare, santolo, ecc.) sono i testimoni di battesimo; con padrino si indica anche, metaforicamente, il capo di una cosca mafiosa.

Padre e madre, usati anche come appellativi, possono indicare sacerdoti e badesse, come anche suore anziane.

Vedi anche
possessivo In grammatica, aggettivi p. sono mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro (detti rispettivamente di 1ª, 2ª 3ª persona singolare, di 1ª 2ª 3ª persona plurale), cui si aggiungono anche proprio e altrui; sono compresi per lo più dai grammatici nella vasta categoria degli aggettivi indicativi. Genericamente, ... aggettivo Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’a. è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce in ... apocope Caduta di una vocale finale e in generale di uno o più fonemi al termine di una parola (dir per dire, son per sono, gran per grande). metafora Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo aver mentalmente associato due realtà differenti sulla base di un particolare sentito come identico, si sostituisce la denominazione dell’una con quella dell’altra. È un procedimento di trasposizione simbolica di immagini; ...
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • APOCOPE
  • TOSCANA
Vocabolario
prontüàrio
prontuario prontüàrio s. m. [uso fig. del lat. tardo promptuarium «credenza, dispensa, magazzino», dall’agg. promptuarius «in cui conservare qualcosa», der. di promptus: v. pronto]. – 1. Libretto o manuale in cui sono esposte brevemente...
terzo genitore
terzo genitore loc. s.le m. Chi si assume il compito di curare la crescita e l’educazione di un figlio che non ha generato. ◆ Nel vocabolario degli affetti un nome ancora non ce l’hanno. Da un punto di vista concreto si definiscono il «marito...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali